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Rinuncia all’impugnazione: inammissibilità e costi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso della parte civile a seguito della formale rinuncia all’impugnazione. La ricorrente, che aveva impugnato una sentenza di assoluzione per il reato di violenza privata, viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La Corte respinge inoltre la richiesta di rimborso spese legali degli imputati, in quanto presentata dopo la rinuncia.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia all’Impugnazione: Quando il Ricorso Diventa Inammissibile

L’istituto della rinuncia all’impugnazione rappresenta un atto processuale di fondamentale importanza, capace di definire irrevocabilmente l’esito di un giudizio. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito le conseguenze dirette di tale atto, dichiarando inammissibile il ricorso di una parte civile e delineando con chiarezza gli obblighi economici che ne derivano. Questo caso offre uno spaccato chiaro sulla perentorietà delle scelte processuali e sulle loro implicazioni.

I Fatti del Caso: Dall’Assoluzione all’Appello in Cassazione

La vicenda processuale trae origine da un procedimento penale per il reato di violenza privata. In secondo grado, la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza di primo grado, assolvendo i due imputati. Conseguentemente, erano state revocate anche le statuizioni civili, ovvero le disposizioni relative al risarcimento del danno a favore della parte civile.

Contro questa decisione, la parte civile aveva proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di contraddittorietà e illogicità della motivazione e una ricostruzione dei fatti inconciliabile con le prove emerse nel dibattimento.

L’Impatto Decisivo della Rinuncia all’Impugnazione

Prima ancora che la Corte potesse entrare nel merito delle doglianze, un evento ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. In data 17 ottobre 2023, il procuratore speciale della parte civile ha depositato un atto di rinuncia all’impugnazione.

Questo atto unilaterale ha determinato l’impossibilità per la Suprema Corte di esaminare i motivi del ricorso. La rinuncia, infatti, estingue il diritto di impugnare e rende il procedimento privo di un oggetto su cui decidere, imponendo una declaratoria di inammissibilità.

La Richiesta Tardiva degli Imputati

Un ulteriore elemento di interesse procedurale riguarda la posizione degli imputati. Questi ultimi, tramite una memoria difensiva, avevano richiesto la condanna della ricorrente al pagamento delle loro spese legali. Tuttavia, tale memoria è stata depositata solo il 17 novembre 2023, ovvero un mese dopo che la rinuncia all’impugnazione era già stata formalizzata. Questo scarto temporale si è rivelato decisivo per l’esito della loro richiesta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha preso atto della rinuncia e ha tratto le dovute conclusioni procedurali. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, non per vizi intrinseci, ma unicamente a causa dell’atto di rinuncia proveniente dalla parte ricorrente.

La decisione ha comportato due conseguenze economiche per la parte civile:
1. Condanna alle spese processuali: Come da prassi, la parte che dà causa all’inattività del processo è tenuta a sostenerne i costi.
2. Pagamento di una somma alla Cassa delle ammende: La Corte ha inoltre disposto il versamento di cinquecento euro a favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per i ricorsi dichiarati inammissibili.

Significativamente, la Corte ha respinto la richiesta di rimborso delle spese legali avanzata dagli imputati. La motivazione è puramente procedurale: la richiesta è pervenuta quando il rapporto processuale si era già di fatto esaurito con la rinuncia. Essendo successiva a tale atto, la richiesta non poteva essere accolta.

Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Rinuncia

La decisione in esame sottolinea l’importanza e l’irrevocabilità della rinuncia all’impugnazione. Questo atto non solo preclude qualsiasi valutazione nel merito del ricorso, ma cristallizza la sentenza impugnata, che diventa definitiva. Le implicazioni pratiche sono chiare: la parte che rinuncia deve essere consapevole che, oltre a porre fine alla controversia, andrà incontro a precise conseguenze economiche, come il pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria. Inoltre, il caso evidenzia come la tempistica degli atti processuali sia cruciale: una richiesta presentata dopo l’evento che definisce il giudizio (in questo caso, la rinuncia) è destinata a essere respinta per tardività.

Cosa succede quando una parte rinuncia al proprio ricorso in Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte non procede all’esame dei motivi, la sentenza impugnata diventa definitiva e il procedimento si conclude.

La parte che rinuncia all’impugnazione deve sostenere dei costi?
Sì, la parte ricorrente che formalizza la rinuncia viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

È possibile per le altre parti ottenere il rimborso delle spese legali dopo che è stata presentata una rinuncia all’impugnazione?
No, se la richiesta di rimborso viene presentata dopo la formalizzazione della rinuncia. Come chiarito dalla Corte, una memoria difensiva con tale richiesta, depositata dopo l’atto di rinuncia, è tardiva e non può essere accolta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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