Rinuncia all’Impugnazione: Quando il Ricorso Diventa Inammissibile
L’istituto della rinuncia all’impugnazione rappresenta un atto processuale di fondamentale importanza, capace di definire irrevocabilmente l’esito di un giudizio. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito le conseguenze dirette di tale atto, dichiarando inammissibile il ricorso di una parte civile e delineando con chiarezza gli obblighi economici che ne derivano. Questo caso offre uno spaccato chiaro sulla perentorietà delle scelte processuali e sulle loro implicazioni.
I Fatti del Caso: Dall’Assoluzione all’Appello in Cassazione
La vicenda processuale trae origine da un procedimento penale per il reato di violenza privata. In secondo grado, la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza di primo grado, assolvendo i due imputati. Conseguentemente, erano state revocate anche le statuizioni civili, ovvero le disposizioni relative al risarcimento del danno a favore della parte civile.
Contro questa decisione, la parte civile aveva proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di contraddittorietà e illogicità della motivazione e una ricostruzione dei fatti inconciliabile con le prove emerse nel dibattimento.
L’Impatto Decisivo della Rinuncia all’Impugnazione
Prima ancora che la Corte potesse entrare nel merito delle doglianze, un evento ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. In data 17 ottobre 2023, il procuratore speciale della parte civile ha depositato un atto di rinuncia all’impugnazione.
Questo atto unilaterale ha determinato l’impossibilità per la Suprema Corte di esaminare i motivi del ricorso. La rinuncia, infatti, estingue il diritto di impugnare e rende il procedimento privo di un oggetto su cui decidere, imponendo una declaratoria di inammissibilità.
La Richiesta Tardiva degli Imputati
Un ulteriore elemento di interesse procedurale riguarda la posizione degli imputati. Questi ultimi, tramite una memoria difensiva, avevano richiesto la condanna della ricorrente al pagamento delle loro spese legali. Tuttavia, tale memoria è stata depositata solo il 17 novembre 2023, ovvero un mese dopo che la rinuncia all’impugnazione era già stata formalizzata. Questo scarto temporale si è rivelato decisivo per l’esito della loro richiesta.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha preso atto della rinuncia e ha tratto le dovute conclusioni procedurali. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, non per vizi intrinseci, ma unicamente a causa dell’atto di rinuncia proveniente dalla parte ricorrente.
La decisione ha comportato due conseguenze economiche per la parte civile:
1. Condanna alle spese processuali: Come da prassi, la parte che dà causa all’inattività del processo è tenuta a sostenerne i costi.
2. Pagamento di una somma alla Cassa delle ammende: La Corte ha inoltre disposto il versamento di cinquecento euro a favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per i ricorsi dichiarati inammissibili.
Significativamente, la Corte ha respinto la richiesta di rimborso delle spese legali avanzata dagli imputati. La motivazione è puramente procedurale: la richiesta è pervenuta quando il rapporto processuale si era già di fatto esaurito con la rinuncia. Essendo successiva a tale atto, la richiesta non poteva essere accolta.
Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Rinuncia
La decisione in esame sottolinea l’importanza e l’irrevocabilità della rinuncia all’impugnazione. Questo atto non solo preclude qualsiasi valutazione nel merito del ricorso, ma cristallizza la sentenza impugnata, che diventa definitiva. Le implicazioni pratiche sono chiare: la parte che rinuncia deve essere consapevole che, oltre a porre fine alla controversia, andrà incontro a precise conseguenze economiche, come il pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria. Inoltre, il caso evidenzia come la tempistica degli atti processuali sia cruciale: una richiesta presentata dopo l’evento che definisce il giudizio (in questo caso, la rinuncia) è destinata a essere respinta per tardività.
Cosa succede quando una parte rinuncia al proprio ricorso in Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte non procede all’esame dei motivi, la sentenza impugnata diventa definitiva e il procedimento si conclude.
La parte che rinuncia all’impugnazione deve sostenere dei costi?
Sì, la parte ricorrente che formalizza la rinuncia viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.
È possibile per le altre parti ottenere il rimborso delle spese legali dopo che è stata presentata una rinuncia all’impugnazione?
No, se la richiesta di rimborso viene presentata dopo la formalizzazione della rinuncia. Come chiarito dalla Corte, una memoria difensiva con tale richiesta, depositata dopo l’atto di rinuncia, è tardiva e non può essere accolta.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1406 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1406 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: PILLA EGLE
Data Udienza: 06/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: dalla parte civile COGNOME NOME nato a TARANTO il 09/09/1971 nel procedimento a carico di: COGNOME NOME nato a TARANTO il 02/07/1974 DI COGNOME NOME nato a GALLIPOLI il 01/05/1981
avverso la sentenza del 12/07/2023 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
-Ritenuto che NOME COGNOME ricorre, ai soli effetti civili, avverso la sentenz con cui la Corte di Appello di Lecce del 12 luglio 2023 ha riformato la sentenza del Tribunale di Taranto del 26 aprile 2022, assolvendo NOME NOME e COGNOME NOME in ordine al reato di violenza privata, con conseguente revoca delle statuizioni civili;
-Considerato che l’unico motivo di ricorso, articolato in vari paragrafi, la ricorrente eccepisce la contraddittorietà interna del provvedimento e l’inconciliabilità della ricostruzione del fatto, operata dal Giudice di merito, rispett alle prove esistenti nonché la mancata motivazione rafforzata.
-Considerato che in data 17 ottobre 2023 è pervenuta rinuncia all’impugnazione a mezzo del procuratore speciale, avv. NOME COGNOME
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento in favore della Cassa delle ammende;
Rilevato che non può essere accolta la condanna al pagamento delle spese richiesto dagli imputati non ricorrenti attraverso la memoria difensiva che è pervenuta solo in data 17 novembre 2023 a seguito della rinuncia all’impugnazione
P. Q. MI.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di cinquecento euro in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, in data 6 dicembre 2023 )