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Rinuncia all’impugnazione: inammissibilità e costi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro un’ordinanza di sequestro preventivo per reati urbanistici. La decisione si basa sulla formale rinuncia all’impugnazione presentata dalla stessa società, atto che comporta l’immediata declaratoria di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia all’impugnazione: quali sono le conseguenze?

La rinuncia all’impugnazione è un atto processuale che, sebbene possa sembrare una semplice ritirata, ha conseguenze giuridiche precise e irrevocabili. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 27668/2025) ci offre un chiaro esempio pratico, sottolineando come tale atto determini l’immediata inammissibilità del ricorso e la condanna alle spese. Analizziamo insieme il caso e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: dal Sequestro Urbanistico al Ricorso

Una società operante nel settore immobiliare si era vista sottoporre a sequestro preventivo una vasta area di cantiere a Milano. Il provvedimento era stato emesso nell’ambito di un’indagine per gravi reati, tra cui la lottizzazione abusiva e altre violazioni urbanistiche e penali. La società, ritenendo illegittimo il sequestro, aveva inizialmente impugnato l’ordinanza del Tribunale di Milano, presentando ricorso in Cassazione e articolando diverse motivazioni a sostegno della propria tesi.

La Svolta Processuale: la Rinuncia all’Impugnazione

In una mossa che ha cambiato radicalmente il corso del procedimento, il legale rappresentante della società ha depositato un atto formale, con firma autenticata dal difensore, dichiarando di voler rinunciare all’impugnazione precedentemente proposta. Questo atto, depositato prima dell’udienza di discussione, ha di fatto precluso alla Corte qualsiasi valutazione nel merito dei motivi del ricorso.

Le Caratteristiche dell’Atto di Rinuncia

La Corte di Cassazione, nel prendere atto della volontà della società, ha ribadito le caratteristiche fondamentali della rinuncia all’impugnazione nel diritto processuale penale. Si tratta di:

* Un atto abdicativo: la parte rinuncia volontariamente al proprio diritto di far esaminare il ricorso.
* Irrevocabile: una volta presentata validamente, la rinuncia non può essere ritirata.
* Recettizio: produce i suoi effetti nel momento in cui perviene all’organo giudiziario competente.
* Formale: deve essere redatto secondo le forme e i termini previsti dall’articolo 589 del codice di procedura penale, per garantire la certezza della provenienza e della volontà del soggetto legittimato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha constatato che la dichiarazione di rinuncia presentata dalla società possedeva tutti i requisiti di legge. Era stata fatta personalmente dal legale rappresentante, conteneva la specifica indicazione del procedimento a cui si riferiva ed era stata depositata tempestivamente. Di conseguenza, i giudici non hanno potuto fare altro che applicare la normativa vigente. In base all’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, la rinuncia è una causa specifica di inammissibilità dell’impugnazione. L’effetto è automatico e non lascia al giudice margini di discrezionalità: il ricorso non viene esaminato nel merito, ma semplicemente dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

La conclusione del procedimento è stata netta: la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso. A questa declaratoria, la legge fa conseguire due effetti economici obbligatori per la parte ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento di tutte le spese processuali relative al giudizio di Cassazione. In secondo luogo, in assenza di prove che dimostrino una mancanza di colpa nella presentazione del ricorso (circostanza di fatto inapplicabile in caso di rinuncia volontaria), la Corte ha condannato la società al versamento di una somma, in questo caso fissata in 500,00 Euro, in favore della Cassa delle Ammende. La sentenza, quindi, serve da monito: la decisione di rinunciare a un’impugnazione è un passo definitivo che chiude la via a ogni ulteriore discussione, cristallizzando la decisione impugnata e comportando costi certi.

Cosa comporta la rinuncia a un’impugnazione nel processo penale?
La rinuncia all’impugnazione comporta la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che il giudice non esamina il merito delle questioni sollevate, ma si limita a chiudere il procedimento per via di tale atto.

La rinuncia all’impugnazione è un atto che può essere revocato?
No, la sentenza chiarisce che la rinuncia è una dichiarazione abdicativa e irrevocabile. Una volta formalmente presentata, non può essere ritirata e produce immediatamente i suoi effetti processuali.

Quali sono le conseguenze economiche dell’inammissibilità per rinuncia?
Alla dichiarazione di inammissibilità per rinuncia consegue di diritto la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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