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Rinuncia all’impugnazione: inammissibilità del ricorso

Una persona, soggetta a misura cautelare in carcere per gravi reati, aveva presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame. Tuttavia, prima della discussione, ha presentato una formale rinuncia all’impugnazione. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che tale atto processuale è irrevocabile e determina la fine del giudizio di impugnazione.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia all’Impugnazione: Quando l’Appello si Ferma Prima di Iniziare

Nel complesso iter del processo penale, esistono atti che possono cambiare radicalmente il corso di un giudizio. Uno di questi è la rinuncia all’impugnazione, un istituto processuale che, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione, ha effetti definitivi e irrevocabili. Questo articolo analizza il caso di una ricorrente che, dopo aver impugnato un’ordinanza di custodia cautelare, ha deciso di fare un passo indietro, portando la Suprema Corte a dichiarare l’inammissibilità del suo ricorso.

Il Contesto del Ricorso: Misure Cautelari e Gravi Indizi

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma, che confermava la misura della custodia cautelare in carcere per una donna gravemente indiziata di una serie di reati. Le accuse spaziavano dal concorso in traffico di sostanze stupefacenti (art. 73 D.P.R. 309/1990) al possesso illegale di armi, anche da guerra (l. 110/1975 e l. 895/1967).

Il difensore della donna aveva presentato ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui:
* Un’errata valutazione dei gravi indizi di colpevolezza.
* Un vizio di motivazione riguardo le dichiarazioni rese dall’indagata.
* Un’erronea applicazione delle norme sulle esigenze cautelari.
* La mancata considerazione delle sue condizioni di salute e di misure meno afflittive.

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione aveva già richiesto che il ricorso fosse dichiarato inammissibile.

La Rinuncia all’Impugnazione e i Suoi Effetti Processuali

L’elemento decisivo che ha definito l’esito del procedimento è intervenuto nelle more della trattazione. Il difensore della ricorrente, munito di procura speciale, ha depositato un atto di rinuncia all’impugnazione. Questo atto, previsto dall’art. 589 del codice di procedura penale, ha conseguenze nette e immediate.

Un Atto Formale e Irrevocabile

La Corte chiarisce nella sua sentenza la natura di questo istituto. La rinuncia è:
1. Personale: Può essere compiuta solo dalla parte direttamente o dal suo difensore, purché quest’ultimo sia dotato di una procura speciale che lo autorizzi specificamente a compiere tale atto.
2. Formale: Consiste in una dichiarazione abdicativa che deve essere presentata secondo le forme previste dalla legge.
3. Irrevocabile e Recettizia: Una volta che l’atto di rinuncia perviene alla cancelleria del giudice dell’impugnazione (il cosiddetto giudice ad quem), i suoi effetti sono definitivi e non possono essere ritirati.

L’effetto principale e automatico della rinuncia è l’inammissibilità dell’impugnazione stessa, il che preclude al giudice qualsiasi valutazione sul merito dei motivi di ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono lineari e si fondano interamente sulla disciplina procedurale. I giudici hanno semplicemente preso atto del fatto che era pervenuta una valida dichiarazione di rinuncia, presentata da un difensore munito di procura speciale. In presenza di un atto così chiaro e formalmente corretto, il Collegio non ha potuto fare altro che applicare la conseguenza prevista dalla legge: l’inammissibilità del ricorso. Non è stato necessario, né possibile, entrare nel merito dei cinque motivi di doglianza sollevati dalla difesa. L’atto di rinuncia ha di fatto “spento” il processo di impugnazione prima che potesse essere discusso nel contenuto.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la volontà della parte di rinunciare a un mezzo di impugnazione è sovrana e, se espressa nelle forme corrette, produce un effetto tombale sul procedimento. La decisione di presentare una rinuncia all’impugnazione è una scelta strategica di grande importanza, che preclude ogni ulteriore discussione e rende definitiva la decisione impugnata. Questo caso dimostra come un atto processuale formale possa prevalere su qualsiasi argomentazione di merito, evidenziando l’importanza di una piena consapevolezza delle conseguenze di ogni scelta difensiva.

Cosa succede se si presenta una rinuncia all’impugnazione?
L’impugnazione viene dichiarata inammissibile e il giudice non può esaminare nel merito i motivi del ricorso. L’atto determina la conclusione del giudizio di impugnazione.

Chi può presentare la rinuncia all’impugnazione?
Può essere presentata dalla parte personalmente oppure dal suo difensore, a condizione che quest’ultimo sia munito di una procura speciale che lo autorizzi a compiere tale specifico atto.

La rinuncia all’impugnazione è un atto revocabile?
No. La sentenza chiarisce che si tratta di un atto processuale irrevocabile e recettizio. Una volta che la dichiarazione di rinuncia giunge alla cancelleria del giudice competente, i suoi effetti sono definitivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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