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Rinuncia all’impugnazione: conseguenze e costi

La Corte di Cassazione ha analizzato il caso di un imputato che, dopo aver presentato ricorso contro una sentenza di patteggiamento per rapina, ha deciso di ritirarlo. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa della rinuncia all’impugnazione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia all’Impugnazione: Conseguenze Processuali e Costi

La decisione di presentare un ricorso contro una sentenza penale è un passo importante, ma altrettanto cruciale è la scelta di ritirarlo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dirette e inevitabili della rinuncia all’impugnazione, un atto che determina non solo la fine del processo, ma anche l’addebito di specifiche sanzioni economiche. Analizziamo questa pronuncia per comprendere meglio le implicazioni di tale scelta processuale.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal G.I.P. del Tribunale di Pescara. L’imputato aveva concordato una pena di tre anni e dieci mesi di reclusione, oltre a una multa di 2.000,00 euro, per il reato di rapina aggravata in concorso e altri delitti collegati.

Successivamente, tramite il suo difensore, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando che il giudice di primo grado non avesse verificato la possibile presenza di cause di proscioglimento, come richiesto dall’articolo 129 del codice di procedura penale.

Tuttavia, prima che la Corte potesse esaminare il merito del ricorso, è intervenuto un fatto decisivo: in data 22 marzo 2024, il difensore, munito di procura speciale, ha formalmente depositato un atto di rinuncia all’impugnazione.

L’Impatto della Rinuncia all’Impugnazione sulla Decisione della Corte

Di fronte alla rinuncia, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto e applicare le norme procedurali pertinenti. La legge, infatti, è molto chiara su questo punto.

L’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale stabilisce che l’impugnazione è inammissibile quando vi è rinuncia. Si tratta di una conseguenza automatica che impedisce ai giudici di entrare nel vivo delle questioni sollevate dal ricorrente. Il processo di appello si chiude prima ancora di iniziare la discussione nel merito.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state concise e strettamente ancorate al dato normativo. I giudici hanno spiegato che la rinuncia al ricorso, quando effettuata ritualmente come nel caso di specie, comporta inevitabilmente l’inammissibilità dell’impugnazione.

A questa dichiarazione, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, seguono due ulteriori conseguenze obbligatorie: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma alla cassa delle ammende. La Corte ha quantificato quest’ultima in mille euro, ritenendo che vi fossero profili di colpa nella condotta del ricorrente che ha dato causa all’inammissibilità. La presentazione di un ricorso, seguita da un ripensamento, ha infatti attivato la macchina giudiziaria inutilmente, giustificando l’applicazione della sanzione.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia all’impugnazione non è un atto neutro, ma una decisione con effetti giuridici ed economici precisi e non trascurabili. Chi decide di ritirare un ricorso deve essere consapevole che tale scelta chiude definitivamente la possibilità di una revisione della sentenza e comporta la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria. Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di ponderare attentamente ogni passo della strategia difensiva, poiché le scelte procedurali hanno conseguenze concrete e, talvolta, onerose.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
In base all’art. 591 del codice di procedura penale, la rinuncia rituale al ricorso ne comporta la dichiarazione di inammissibilità, impedendo alla Corte di esaminare le questioni di merito sollevate.

La rinuncia all’impugnazione comporta sempre dei costi per chi la effettua?
Sì. Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, alla dichiarazione di inammissibilità dell’impugnazione segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla cassa delle ammende?
La Corte ha applicato la sanzione prevista dall’art. 616 cod. proc. pen., ravvisando profili di colpa nel ricorrente per aver causato l’inammissibilità attraverso la rinuncia. La somma è stata fissata equitativamente in mille euro in ragione dei motivi che avevano originariamente sostenuto il ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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