LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo contro un’ordinanza che confermava una misura cautelare. La decisione si fonda sulla successiva rinuncia al ricorso da parte del ricorrente, motivata dalla revoca della misura stessa. Data la cessazione della materia del contendere, la Corte non ha previsto la condanna al pagamento delle spese processuali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Decisione della Cassazione

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che pone fine a un’impugnazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 1844 del 2024, offre un chiaro esempio delle conseguenze di tale atto, in particolare quando la rinuncia è motivata da eventi che risolvono la controversia alla radice, come la revoca di una misura cautelare. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

La Vicenda Processuale

Un soggetto, sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria, aveva impugnato l’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva rigettato la sua istanza di riesame. L’impugnativa era quindi giunta dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, con la richiesta di annullare il provvedimento per vizi motivazionali.

Tuttavia, prima che la Corte potesse decidere nel merito, si è verificato un evento fondamentale: con un provvedimento precedente alla data dell’udienza in Cassazione, il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) aveva revocato la misura cautelare stessa.

L’Atto di Rinuncia al Ricorso e le Sue Cause

In seguito alla revoca della misura, il difensore del ricorrente, unitamente al suo assistito, ha depositato un atto formale dichiarando di rinunciare all’impugnazione. La ragione di questa scelta era evidente: essendo venuta meno la misura restrittiva, era cessato anche l’interesse a proseguire il ricorso che mirava proprio a ottenerne l’annullamento. Si era verificata, in termini giuridici, una “sopravvenuta cessazione della materia del contendere”.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, preso atto della dichiarazione di rinuncia, ha applicato direttamente la normativa processuale. L’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale stabilisce infatti che l’impugnazione è inammissibile quando vi è rinuncia. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza un esame del suo contenuto.

L’aspetto più interessante della decisione riguarda le spese processuali. Di norma, chi presenta un ricorso inammissibile viene condannato al pagamento delle spese. In questo caso, però, la Corte ha tenuto conto della specifica ragione alla base della rinuncia. Poiché la rinuncia al ricorso era una conseguenza diretta della cessazione della materia del contendere (la revoca della misura), non è stata disposta alcuna condanna al pagamento delle spese a carico del ricorrente.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso comporta l’inammissibilità dello stesso, chiudendo il procedimento. Tuttavia, la Corte valuta attentamente le circostanze che portano a tale rinuncia. Se l’atto è una conseguenza logica di eventi che rendono inutile la prosecuzione del giudizio, come in questo caso, la parte che rinuncia può non essere gravata delle spese processuali. La decisione evidenzia l’importanza di formalizzare la rinuncia quando l’interesse a impugnare viene meno, per evitare che il procedimento prosegua inutilmente e per prevenire una possibile condanna alle spese.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso per cassazione già presentato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile, il che significa che la Corte non esaminerà il caso nel merito e il procedimento si conclude.

Chi rinuncia a un ricorso deve sempre pagare le spese del procedimento?
Non necessariamente. Come dimostra questo caso, se la rinuncia è motivata da una sopravvenuta cessazione della materia del contendere (ad esempio, la revoca del provvedimento impugnato), la Corte può decidere di non condannare il ricorrente al pagamento delle spese.

Qual è il fondamento normativo per dichiarare inammissibile un ricorso a seguito di rinuncia?
La decisione si basa sull’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, che prevede espressamente l’inammissibilità dell’impugnazione in caso di rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati