Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Decisione della Cassazione
Nel complesso iter della procedura penale, ogni atto ha un peso specifico e conseguenze ben definite. La rinuncia al ricorso rappresenta una di quelle decisioni che, una volta formalizzate, segnano un punto di non ritorno nel percorso giudiziario. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle implicazioni di tale scelta, confermando la prassi consolidata in materia.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine dalla decisione di un Tribunale che, agendo in sede di appello su misure cautelari, aveva confermato il rigetto di un’istanza volta a ottenere l’attenuazione o la revoca di una misura restrittiva a carico di un individuo.
Contro questa ordinanza, la difesa aveva proposto ricorso per cassazione, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte. Tuttavia, prima che i giudici potessero esaminare il merito della questione, si è verificato un evento decisivo: il difensore, munito di una procura speciale, ha depositato un atto di rinuncia al ricorso.
L’atto che chiude il procedimento
Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. La procura speciale conferita al legale lo autorizzava esplicitamente a compiere questa scelta per conto del suo assistito, rendendo la rinuncia pienamente valida ed efficace dal punto di vista legale.
La Rinuncia al Ricorso e la Pronuncia di Inammissibilità
Di fronte a un atto di rinuncia formalmente ineccepibile, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto. La legge processuale, infatti, prevede che la rinuncia all’impugnazione precluda qualsiasi esame sul contenuto del ricorso stesso. La Corte non entra nel merito dei motivi originari, ma si ferma a una valutazione puramente procedurale.
La decisione è stata, quindi, una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo significa che il ricorso non è stato né accolto né respinto nel merito, ma semplicemente non è stato giudicato perché la parte interessata ha ritirato la propria istanza.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Corte sono state lineari e basate sulla semplice constatazione della regolarità formale dell’atto di rinuncia. I giudici hanno verificato che l’atto fosse stato presentato dal difensore autorizzato tramite procura speciale e hanno applicato la conseguenza giuridica prevista: l’inammissibilità del ricorso originario. A questa declaratoria, la legge fa seguire automaticamente due ulteriori statuizioni a carico del ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. Il versamento di una somma, in questo caso fissata in cinquecento euro, in favore della cassa delle ammende, come sanzione per aver attivato inutilmente il sistema giudiziario.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto abdicativo definitivo che estingue il giudizio di impugnazione. Per i cittadini e i loro difensori, ciò implica la necessità di ponderare con estrema attenzione tale scelta, consapevoli che essa comporta non solo la fine della possibilità di vedere riesaminata la propria posizione, ma anche precise conseguenze economiche. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta e inevitabile, volta a disincentivare impugnazioni presentate e poi abbandonate senza una valida ragione processuale.
Cosa accade se si presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito della questione. Il procedimento di impugnazione si conclude definitivamente con questo atto.
La rinuncia al ricorso comporta delle spese per chi la presenta?
Sì, la persona che ha presentato il ricorso e poi vi rinuncia viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a favore della cassa delle ammende.
Un avvocato può rinunciare a un ricorso per conto del suo cliente?
Sì, ma solo se è in possesso di una ‘procura speciale’, ovvero un’autorizzazione scritta e specifica da parte del cliente che lo abilita a compiere proprio quell’atto.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 29588 Anno 2025
In nome del Popolo Italiano
Penale Sent. Sez. 1 Num. 29588 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
PRIMA SEZIONE PENALE
NOME COGNOME
NOME COGNOME
ha pronunciato la seguente
Sul ricorso proposto da:
avverso l’ordinanza del 06/03/2025 del TRIBUNALE di Catania vista la requisitoria del Sost. Procuratore Generale NOME COGNOME che ha concluso per l’inammissibilità del ricorso;
Con ordinanza emessa in data 6 marzo 2025 il Tribunale di Catania – costituito ai sensi dell’art.310 cod.proc.pen. – ha respinto l’appello introdotto da COGNOME NOME avverso la decisione del GIP di rigetto della domanda di attenuazione o revoca della misura cautelare.
Con atto del 10 aprile 2025 Ł stato proposto ricorso per cassazione – nelle forme di legge – nell’interesse di COGNOME NOMECOGNOME
Con successivo atto del 5 maggio 2025 il difensore, munito di procura speciale, ha rinunziato al ricorso.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Vista la regolarità formale dell’atto di rinunzia, va pertanto dichiarato inammissibile l’originario atto di ricorso, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento in favore della cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento in favore della cassa delle ammende. Così Ł deciso, 06/06/2025
Il Consigliere estensore COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME
– Relatore –
Sent. n. sez. 1991/2025
CC – 06/06/2025