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Rinuncia al ricorso: inammissibilità e condanna

Un imputato, accusato di reati fiscali e associazione per delinquere, aveva presentato ricorso in Cassazione contro una misura di arresti domiciliari. Tuttavia, prima della decisione, ha presentato una rinuncia al ricorso. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l’impugnazione inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Costi Processuali

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che, sebbene possa apparire come una semplice ritirata, comporta conseguenze giuridiche precise e inevitabili. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38760/2024) offre un chiaro esempio di come il sistema giudiziario gestisce tale evenienza, sottolineando che la scelta di abbandonare un’impugnazione non è priva di costi.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’indagine per reati gravi, tra cui la partecipazione a un’associazione per delinquere finalizzata a reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Un soggetto, ritenuto dagli inquirenti una figura di spicco all’interno dell’organizzazione, era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame, che confermava la misura, il suo difensore aveva proposto ricorso per cassazione. I motivi del ricorso erano solidi: si contestava la violazione di legge sulla valutazione della gravità indiziaria, sostenendo che non vi fossero prove sufficienti né dell’appartenenza all’associazione né del ruolo apicale attribuito all’indagato. In particolare, la difesa evidenziava l’assenza di elementi concreti che lo collegassero alla gestione di una società petrolifera al centro della presunta frode fiscale.

La Svolta Processuale: la Rinuncia al Ricorso

Prima che la Corte di Cassazione potesse esaminare il merito delle censure, è intervenuto un fatto decisivo: la difesa ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. Questo evento ha spostato completamente il focus della Corte: dall’analisi delle prove e dei motivi di doglianza, l’attenzione si è concentrata esclusivamente sulle conseguenze procedurali di tale rinuncia.

Le Conseguenze Giuridiche della Rinuncia al Ricorso

La decisione della Suprema Corte è stata netta e conforme alla legge. L’articolo 591, comma 1, lettera d) del codice di procedura penale stabilisce che l’impugnazione è inammissibile quando vi è rinuncia. Di conseguenza, i giudici non hanno potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso, senza entrare nel vivo delle questioni sollevate.

La Condanna alle Spese e alla Sanzione Pecuniaria

L’aspetto più rilevante della sentenza riguarda le conseguenze economiche della rinuncia al ricorso. Nonostante l’abbandono volontario dell’impugnazione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di duemila euro in favore della Cassa delle ammende.

le motivazioni

Il ragionamento della Corte si fonda sull’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, con il provvedimento che dichiara l’inammissibilità o rigetta il ricorso, la parte privata che lo ha proposto sia condannata alle spese del procedimento e al pagamento di una sanzione pecuniaria. La Corte, citando precedenti giurisprudenziali consolidati, ha sottolineato che la legge non opera alcuna distinzione tra le varie cause di inammissibilità. Che un ricorso sia inammissibile per un vizio di forma, perché presentato fuori termine o, come in questo caso, per rinuncia, le conseguenze economiche sono identiche. La ricezione dell’atto formale di rinuncia obbliga la Corte a dichiarare l’inammissibilità, e da questa declaratoria discende, in modo automatico, la condanna alle spese e alla sanzione.

le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto che chiude definitivamente la fase di impugnazione ma non esonera il ricorrente dalle responsabilità economiche derivanti dall’aver attivato la macchina della giustizia. Questa decisione serve da monito sulla ponderazione necessaria prima di intraprendere un percorso giudiziario e sulla consapevolezza che anche una ritirata strategica comporta dei costi certi, previsti dalla legge per disincentivare impugnazioni meramente dilatorie o presentate senza un’adeguata valutazione.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. Il procedimento di impugnazione si conclude con questa declaratoria.

Chi rinuncia al ricorso deve comunque pagare le spese processuali?
Sì. La sentenza stabilisce che la rinuncia al ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Perché si viene condannati a una sanzione pecuniaria anche in caso di rinuncia?
Perché, come specificato dalla Corte, l’articolo 616 del codice di procedura penale non fa distinzioni tra le diverse cause di inammissibilità. La rinuncia è una di queste cause e, pertanto, scattano le conseguenze economiche previste dalla legge, indipendentemente dal motivo della rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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