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Rinuncia al ricorso: inammissibilità e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un appello a seguito della formale rinuncia al ricorso presentata dal difensore dell’imputata. Il caso riguardava un sequestro preventivo per bancarotta fraudolenta. A causa della rinuncia, non motivata da nuovi fatti, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 500 euro.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al ricorso: Le Conseguenze dell’Abbandono dell’Appello in Cassazione

Introduzione: Il Caso della Rinuncia al Ricorso e l’Inammissibilità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2913 del 2024, offre un chiaro esempio delle conseguenze processuali derivanti dalla rinuncia al ricorso. Questo atto, apparentemente semplice, comporta implicazioni significative, tra cui la dichiarazione di inammissibilità dell’appello e la possibile condanna al pagamento di spese e sanzioni. Analizzeremo come la decisione di ritirare un’impugnazione, in assenza di nuove circostanze di fatto, determini un esito sfavorevole per la parte ricorrente, trasformando una scelta processuale in un onere economico.

I Fatti di Causa: Dal Sequestro Preventivo all’Appello

Il caso ha origine da un’indagine per bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione a carico di un’imprenditrice. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli aveva emesso un decreto di sequestro preventivo sui beni dell’indagata. Tale misura cautelare era stata confermata anche dal Tribunale del Riesame, adito ai sensi dell’art. 322 del codice di procedura penale.
Contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame, l’indagata, tramite il suo difensore di fiducia, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando violazioni di legge sotto diversi profili.

La Decisione della Corte di Cassazione: L’Impatto della Rinuncia all’Impugnazione

Il procedimento davanti alla Suprema Corte ha avuto una svolta decisiva. Prima della discussione del merito, il difensore e procuratore speciale dell’indagata ha presentato una formale rinuncia al ricorso tramite posta elettronica certificata. Questo atto ha precluso alla Corte qualsiasi valutazione sul contenuto delle doglianze presentate.
Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile ai sensi dell’art. 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, che prevede proprio tale esito in caso di rinuncia.

La Condanna alle Spese e alla Sanzione Pecuniaria

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna della ricorrente al pagamento delle spese del procedimento. Oltre a ciò, la Corte ha imposto il pagamento di una somma di 500,00 euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato l’applicazione della sanzione pecuniaria specificando che la rinuncia al ricorso non era fondata sull’emersione di nuovi elementi di fatto, non conosciuti o conoscibili al momento della proposizione dell’appello. Se fossero emerse nuove circostanze tali da giustificare un diverso interesse a impugnare, la condanna alla sanzione pecuniaria avrebbe potuto essere evitata. In questo caso, invece, la rinuncia è apparsa come un mero abbandono del gravame, giustificando l’applicazione della sanzione prevista per scoraggiare ricorsi presentati senza un’adeguata ponderazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La sentenza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la rinuncia a un’impugnazione è un atto che definisce il giudizio in modo irrevocabile, portando all’inammissibilità del ricorso. Sottolinea inoltre che tale atto non è privo di conseguenze economiche. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria non è automatica, ma dipende dalle ragioni sottostanti alla rinuncia. Solo una rinuncia motivata da fatti nuovi e rilevanti può esentare il ricorrente dalla sanzione, un dettaglio cruciale che i difensori devono considerare attentamente prima di abbandonare un’impugnazione.

Quali sono le conseguenze dirette di una rinuncia al ricorso in Cassazione?
La conseguenza principale è che la Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. A ciò consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

La rinuncia all’appello comporta sempre il pagamento di una sanzione pecuniaria?
No, non sempre. Secondo la sentenza, il ricorrente viene condannato al pagamento di una somma alla cassa delle ammende quando la rinuncia non è basata sull’emersione di nuovi elementi di fatto, non conosciuti al momento della presentazione del ricorso, che potrebbero giustificare una diversa valutazione dell’interesse a impugnare.

Qual era l’oggetto del procedimento originario che ha portato al ricorso in Cassazione?
Il procedimento originario riguardava un’ordinanza che confermava un decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti di una persona indagata per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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