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Rinuncia al ricorso: inammissibile l’appello EAW

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un cittadino contro la sua consegna alla Germania, richiesta tramite mandato d’arresto europeo. La decisione si fonda sulla successiva e formale rinuncia al ricorso da parte dell’interessato, che ha anche acconsentito alla propria consegna. A seguito della rinuncia, la Corte ha condannato il ricorrente al solo pagamento delle spese processuali, escludendo l’ulteriore sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: la Cassazione Conferma la Consegna

La Suprema Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato un caso emblematico riguardante gli effetti della rinuncia al ricorso nell’ambito di una procedura di consegna basata su un mandato di arresto europeo. La vicenda evidenzia come la volontà espressa dall’interessato possa determinare l’esito del procedimento, rendendo l’impugnazione inammissibile.

I Fatti di Causa

Un cittadino italiano, nato e con famiglia in Svizzera, era stato oggetto di un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria tedesca. L’accusa era di concorso in traffico illecito di sostanze stupefacenti, specificamente 32 kg di cannabis, tra la Spagna e la Germania.

La Corte di Appello di Milano aveva autorizzato la consegna del soggetto alla Germania, ritenendo sussistenti le condizioni. Inoltre, aveva stabilito che non fosse necessario subordinare la consegna alla condizione che l’eventuale pena fosse scontata in Italia. Questa decisione era motivata dalla constatazione che l’uomo non aveva un effettivo e radicato legame con il territorio nazionale, limitandosi i suoi contatti a una residenza formale presso l’abitazione dell’anziana nonna.

Contro questa decisione, l’interessato aveva proposto ricorso per cassazione, lamentando principalmente due aspetti:
1. Una presunta violazione di legge per non aver considerato la sua mancata conoscenza del procedimento penale a suo carico in Germania.
2. L’erronea decisione di non condizionare la consegna alla possibilità di scontare la pena in Italia.

La Svolta: La Dichiarazione di Rinuncia al Ricorso

Il colpo di scena è avvenuto durante il procedimento davanti alla Corte di Cassazione. L’imputato, dal luogo di detenzione, ha formalmente dichiarato di rinunciare al ricorso precedentemente presentato. Non solo, ha anche manifestato il proprio consenso a essere consegnato alle autorità giudiziarie tedesche.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha preso atto della dichiarazione di rinuncia al ricorso. Questo atto formale, tempestivamente comunicato alla Corte, ha avuto un effetto decisivo sull’esito del giudizio. La rinuncia, infatti, priva il ricorso di ogni efficacia e impone al giudice di dichiararne l’inammissibilità.

Di conseguenza, la Corte non è entrata nel merito dei motivi di impugnazione sollevati inizialmente dalla difesa. La volontà del ricorrente di abbandonare l’impugnazione ha precluso qualsiasi ulteriore valutazione sulla correttezza della decisione della Corte di Appello.

Un aspetto interessante della pronuncia riguarda le conseguenze economiche. L’articolo 616 del codice di procedura penale prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Tuttavia, nel caso di specie, il Collegio ha ritenuto che sussistessero le condizioni per non gravare il ricorrente della sanzione pecuniaria, limitando la condanna al solo pagamento delle spese processuali. Questa scelta discrezionale tiene evidentemente conto della natura della causa di inammissibilità, ovvero una volontaria rinuncia che ha di fatto accelerato la definizione del procedimento.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto dispositivo che estingue il giudizio di impugnazione. Una volta manifestata validamente, essa preclude al giudice l’esame nel merito dei motivi, portando a una declaratoria di inammissibilità. La decisione dimostra come la volontà dell’imputato possa essere determinante nel definire il corso della giustizia. Inoltre, sottolinea la facoltà del giudice di calibrare le sanzioni accessorie, come la condanna alla sanzione pecuniaria, valutando le specifiche circostanze del caso, inclusa la collaborazione processuale implicita in una rinuncia.

Cosa succede se una persona rinuncia al ricorso contro una decisione di consegna basata su un mandato di arresto europeo?
La rinuncia rende il ricorso inammissibile. Di conseguenza, la Corte non esamina i motivi dell’impugnazione e la decisione di consegna diventa definitiva ed esecutiva.

La rinuncia al ricorso comporta sempre la condanna a una sanzione pecuniaria oltre alle spese processuali?
No. Come dimostra questo caso, la Corte può decidere di non applicare la sanzione pecuniaria aggiuntiva, prevista dall’art. 616 c.p.p., valutando le circostanze specifiche che hanno portato all’inammissibilità, come appunto la rinuncia volontaria.

Perché la Corte d’Appello aveva negato la possibilità di scontare la pena in Italia?
La Corte d’Appello ha ritenuto che l’interessato non avesse un ‘effettivo radicamento’ nel territorio italiano. Nonostante la cittadinanza, il fatto di essere nato in Svizzera, di avere lì la propria famiglia e di mantenere solo legami scarsi e formali con l’Italia (la residenza presso la nonna) è stato considerato insufficiente a giustificare la richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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