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Rinuncia al ricorso in Cassazione: le conseguenze

Un soggetto, dopo aver presentato ricorso per cassazione contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, ha successivamente rinunciato formalmente all’impugnazione. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia al ricorso, ha dichiarato l’appello inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di cinquecento euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Cosa Succede se si Abbandona un Appello?

La decisione di impugnare un provvedimento giudiziario è un passo cruciale, ma cosa accade se, dopo aver avviato l’iter, si decide di fare marcia indietro? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulle conseguenze dirette della rinuncia al ricorso, un atto formale che pone fine al procedimento di impugnazione, ma non senza conseguenze per chi lo compie. Analizziamo questo caso per capire le implicazioni pratiche di tale scelta.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo. Il ricorrente, tramite i suoi legali, aveva avviato il procedimento dinanzi alla Suprema Corte per contestare la decisione del tribunale.

Tuttavia, in una fase successiva, lo stesso ricorrente ha manifestato personalmente e in modo inequivocabile la volontà di non proseguire con l’appello, presentando una formale dichiarazione di rinuncia.

La Decisione della Corte sulla rinuncia al ricorso

Di fronte a questa esplicita manifestazione di volontà, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della decisione del ricorrente. La rinuncia, infatti, è un atto dispositivo che estingue il processo.

Di conseguenza, la Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito delle questioni sollevate nell’atto di impugnazione originale, ma si limita a constatare l’impossibilità di procedere a causa della rinuncia. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, determinata in via equitativa, di cinquecento euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione sono lineari e strettamente procedurali. La Corte ha rilevato due elementi fondamentali: in primo luogo, l’esistenza di un ricorso contro un provvedimento specifico; in secondo luogo, la successiva e formale rinuncia all’impugnazione da parte dello stesso ricorrente.

L’atto di rinuncia, essendo un atto personale e volontario, priva la Corte della possibilità di esaminare il caso nel merito. La legge processuale prevede che la rinuncia comporti l’estinzione del procedimento e la conseguente condanna del rinunciante alle spese. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione accessoria prevista per i casi di inammissibilità del ricorso, finalizzata a scoraggiare impugnazioni presentate in modo avventato o poi abbandonate.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: gli atti processuali hanno conseguenze giuridiche precise e irrevocabili. La rinuncia al ricorso è un diritto della parte, ma il suo esercizio comporta automaticamente la chiusura del procedimento e l’addebito delle spese. La decisione sottolinea che l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. L’abbandono di un’impugnazione non è un atto neutro, ma un’azione che determina una pronuncia di inammissibilità e l’applicazione di sanzioni pecuniarie, a tutela dell’efficienza del sistema giudiziario e come deterrente contro l’abuso degli strumenti processuali.

Cosa succede se una persona decide di ritirare il proprio ricorso in Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le ragioni dell’appello, ma si limita a chiudere il procedimento a causa della rinuncia.

Ci sono conseguenze economiche per chi effettua la rinuncia al ricorso?
Sì, la persona che rinuncia al ricorso è condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata a cinquecento euro.

La rinuncia all’appello è un atto definitivo?
Sì, secondo quanto emerge dall’ordinanza, la rinuncia personale e formale al ricorso è un atto che produce effetti processuali definitivi, portando alla declaratoria di inammissibilità e alla fine del giudizio di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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