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Rinuncia al ricorso: effetti e inammissibilità

Un condannato all’ergastolo, dopo aver presentato ricorso in Cassazione contro il diniego di commutazione della pena, ha presentato una formale rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia valida ed efficace, ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Cosa Comporta Secondo la Cassazione?

La rinuncia al ricorso è un atto processuale dalle conseguenze definitive, che chiude irrevocabilmente un grado di giudizio. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i principi che regolano questo istituto, chiarendo come la sua presentazione porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità e a specifiche conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo il caso per comprendere appieno la portata di questa decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un uomo, condannato con sentenza definitiva alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno, di veder commutata la sua pena in quella temporanea di trent’anni di reclusione. La Corte d’assise d’appello competente aveva dichiarato inammissibile tale richiesta, ritenendola una mera riproposizione di istanze già respinte in precedenza, senza l’aggiunta di nuovi elementi a sostegno.

Contro questa decisione, il condannato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando violazioni di legge e vizi di motivazione. Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse esaminare il merito dei motivi, accadeva un fatto decisivo: sia il condannato personalmente, sia il suo avvocato, depositavano formali atti di rinuncia al ricorso.

La Decisione della Corte sulla Rinuncia al Ricorso

Di fronte a questa nuova circostanza, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà espressa dal ricorrente. La rinuncia, essendo stata presentata in modo valido ed efficace, ha precluso ogni ulteriore esame della vicenda.

Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito dei motivi originariamente proposti (cioè se la richiesta di commutazione della pena fosse legittima o meno), ma si ferma a un livello procedurale, riconoscendo l’effetto estintivo della rinuncia.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale, cristallizzato nell’articolo 591 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che il ricorso è inammissibile, tra le altre cause, quando vi sia stata una rinuncia all’impugnazione.

I giudici hanno sottolineato che la rinuncia non è un atto di esercizio del diritto di difesa, ma una manifestazione inequivocabile della volontà dell’interessato di porre fine al giudizio. Per questo motivo, deve essere espressa personalmente o tramite un procuratore speciale, come correttamente avvenuto nel caso di specie. La ricezione di una rinuncia valida obbliga il giudice a dichiarare l’inammissibilità del ricorso.

Oltre a ciò, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro cinquecento alla Cassa delle ammende. Questa condanna deriva dalla ‘colpa’ nel determinare la causa di inammissibilità. Tuttavia, i giudici hanno tenuto conto della ‘tempestiva’ rinuncia come elemento per moderare l’importo della sanzione, riconoscendo che tale atto, pur portando all’inammissibilità, ha evitato un ulteriore dispendio di attività giurisdizionale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre una chiara lezione sugli effetti della rinuncia al ricorso. Questo atto, una volta compiuto, è tombale: preclude qualsiasi discussione sul merito della questione e determina l’immediata chiusura del procedimento con una declaratoria di inammissibilità. La decisione evidenzia anche che, sebbene la rinuncia possa sembrare una semplice ritirata, essa comporta conseguenze giuridiche precise, inclusa la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, il cui ammontare può essere mitigato dalla tempestività dell’atto stesso.

Cosa succede se si presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, senza procedere all’esame dei motivi, e pone fine al giudizio.

La rinuncia al ricorso comporta sempre delle conseguenze economiche per chi la presenta?
Sì, la declaratoria di inammissibilità derivante dalla rinuncia comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Perché la Corte non ha esaminato i motivi del ricorso nonostante fossero già stati presentati?
Perché la legge stabilisce che la rinuncia all’impugnazione, essendo una causa di inammissibilità, deve essere rilevata prima di ogni altra valutazione e impedisce al giudice di esaminare il merito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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