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Rinuncia al ricorso: cosa succede dopo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata contro il rigetto di un’istanza di esecuzione differita della pena. La decisione segue la formale rinuncia al ricorso da parte della stessa, comportando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Decisione della Cassazione

La rinuncia al ricorso è un atto processuale con cui la parte che ha impugnato una decisione giudiziaria manifesta la volontà di non proseguire nel giudizio. Questa scelta, apparentemente semplice, comporta conseguenze giuridiche precise e irrevocabili. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra chiaramente quali siano gli effetti di tale atto, confermando un principio cardine della procedura penale: la rinuncia porta all’inammissibilità dell’impugnazione e alla condanna alle spese.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che aveva respinto l’istanza presentata da una donna per ottenere il differimento dell’esecuzione della pena. Contro questa ordinanza, la donna aveva proposto ricorso per cassazione, chiedendo alla Suprema Corte di annullare il provvedimento a lei sfavorevole.

Tuttavia, in un momento successivo alla presentazione del ricorso, precisamente il 19 luglio 2023, la stessa ricorrente depositava un atto formale, firmato e autenticato dal suo difensore di fiducia, con cui dichiarava di rinunciare all’impugnazione.

La Rinuncia al Ricorso e le sue Implicazioni

La presentazione dell’atto di rinuncia al ricorso ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. Questo atto estingue il diritto della parte di ottenere una pronuncia nel merito della questione. La legge processuale, infatti, prevede che la volontà di abbandonare l’impugnazione, se manifestata nelle forme corrette, preclude alla Corte ogni possibilità di valutazione sul contenuto dei motivi di ricorso. La palla, per così dire, torna al punto di partenza e la decisione impugnata diventa definitiva, a meno che non sia stata già impugnata da altre parti.

La Decisione della Corte di Cassazione

Preso atto della rituale rinuncia, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa non è una decisione sul merito (la Corte non ha stabilito se la richiesta di differimento della pena fosse fondata o meno), ma una pronuncia puramente processuale che chiude il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione sul combinato disposto di diverse norme del codice di procedura penale. In primo luogo, l’art. 589, commi 2 e 3, disciplina le modalità e gli effetti della rinuncia all’impugnazione. Successivamente, l’art. 591, comma 1, lettera d), elenca la rinuncia tra le cause esplicite di inammissibilità dell’impugnazione.

Infine, l’art. 616 del codice di procedura penale stabilisce le conseguenze economiche dell’inammissibilità. La norma prevede che la parte che ha presentato un ricorso inammissibile sia condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la legge impone il versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto equo determinare tale somma in cinquecento euro, tenendo conto della causa di inammissibilità (la rinuncia, appunto).

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la rinuncia al ricorso è un atto che produce effetti automatici e vincolanti. Chi decide di rinunciare a un’impugnazione deve essere consapevole che tale scelta non solo rende definitiva la decisione impugnata, ma comporta anche conseguenze economiche precise. La condanna alle spese processuali e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una conseguenza diretta e inevitabile dell’inammissibilità derivante dalla rinuncia, come chiaramente stabilito dal legislatore.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La rinuncia formale a un ricorso ne causa l’inammissibilità. Di conseguenza, la Corte non esamina il merito della questione e la decisione impugnata diventa definitiva. La parte che ha rinunciato viene inoltre condannata al pagamento delle spese processuali.

Perché la ricorrente è stata condannata a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende è una conseguenza automatica prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale in ogni caso di inammissibilità del ricorso. L’importo, in questo caso di 500 euro, è stato determinato dalla Corte in via equitativa, considerando che la causa di inammissibilità era la stessa volontà della parte.

Qual è il fondamento normativo per dichiarare inammissibile un ricorso dopo la rinuncia?
Il fondamento si trova nel combinato disposto degli articoli 589, commi 2 e 3 (che regolano la rinuncia) e 591, comma 1, lettera d) del codice di procedura penale, che elenca espressamente la rinuncia all’impugnazione tra le cause di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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