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Rinuncia al ricorso: conseguenze in Cassazione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione analizza il caso di un ricorrente che, dopo aver impugnato un provvedimento del Tribunale, ha presentato una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso. La Corte, applicando l’art. 591 c.p.p., ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il soggetto al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le conseguenze automatiche di tale atto processuale.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Cosa Succede Davvero in Cassazione?

La presentazione di un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un passo cruciale per la tutela dei propri diritti. Tuttavia, cosa accade se, dopo aver intrapreso questa via, si decide di fare un passo indietro? La rinuncia al ricorso è un atto processuale con conseguenze ben definite, come illustrato da una recente ordinanza della Suprema Corte. Questo articolo analizza gli effetti concreti di tale decisione, offrendo un quadro chiaro delle implicazioni legali e finanziarie.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di una città del sud Italia. Prima che la Corte di Cassazione potesse esaminare il merito della questione, sia il ricorrente personalmente sia il suo difensore hanno depositato una formale dichiarazione con cui manifestavano la volontà di non proseguire con l’impugnazione. Questo atto di rinuncia è pervenuto alla cancelleria della Corte il giorno prima della data fissata per l’udienza.

La Decisione della Corte sulla Rinuncia al Ricorso

Di fronte a questa dichiarazione, la Corte di Cassazione non ha avuto altra scelta che prendere atto della volontà espressa. La procedura, in questi casi, è piuttosto lineare. La rinuncia al ricorso è una delle cause di inammissibilità specificamente previste dal codice di procedura penale. Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate nell’atto di impugnazione originario. La decisione ha comportato due importanti conseguenze per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La motivazione dell’ordinanza è concisa ma estremamente chiara. La Corte si è basata sull’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, che stabilisce espressamente l’inammissibilità del ricorso in caso di rinuncia. La legge non lascia spazio a interpretazioni: una volta formalizzata la rinuncia, l’esito del procedimento è segnato. La condanna alle spese processuali è una conseguenza diretta dell’inammissibilità, così come il versamento di una somma alla Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione pecuniaria viene determinata dal giudice in via equitativa, tenendo conto delle circostanze del caso. In questa specifica situazione, la Corte ha ritenuto congrua la cifra di tremila euro. La decisione evidenzia come la rinuncia, sebbene ponga fine al contenzioso, non sia un atto privo di conseguenze economiche.

Conclusioni

Le conclusioni che si possono trarre da questa pronuncia sono di natura eminentemente pratica. La rinuncia al ricorso è un diritto della parte, ma deve essere una scelta ponderata. Comporta la chiusura definitiva del giudizio di impugnazione, impedendo qualsiasi ulteriore esame delle proprie ragioni. Inoltre, attiva automaticamente l’obbligo di sostenere i costi del procedimento che si è inutilmente attivato e di pagare una sanzione pecuniaria. Questa ordinanza serve da monito: la decisione di abbandonare un ricorso in Cassazione deve tenere conto non solo degli aspetti legali, ma anche delle inevitabili ripercussioni economiche previste dalla legge.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso presentato in Cassazione?
Se si rinuncia a un ricorso, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, senza esaminare il merito della questione. Il procedimento si conclude con questa dichiarazione.

La rinuncia al ricorso comporta sempre il pagamento di spese?
Sì, secondo quanto stabilito nell’ordinanza, la dichiarazione di inammissibilità per rinuncia comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Chi decide l’importo da versare alla Cassa delle ammende in caso di rinuncia?
L’importo da versare alla Cassa delle ammende è determinato dalla Corte in via equitativa. Nel caso specifico analizzato, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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