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Rinuncia al ricorso: conseguenze in Cassazione

La Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze della rinuncia al ricorso. A seguito della rinuncia presentata dai ricorrenti, la Corte ha dichiarato l’appello inammissibile, condannando gli stessi al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 500 euro. La sentenza specifica che tale sanzione è dovuta indipendentemente dalla causa di inammissibilità, salvo rare eccezioni non riscontrate nel caso di specie. Inoltre, non sono state liquidate spese alla parte civile a causa della tardiva presentazione della sua memoria difensiva.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Analisi delle Conseguenze Processuali e Pecuniarie

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che, sebbene possa sembrare una semplice conclusione di una controversia, comporta conseguenze giuridiche precise e talvolta onerose. Con la sentenza n. 7475/2025, la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ribadisce i principi consolidati in materia, chiarendo gli obblighi che sorgono in capo a chi decide di abbandonare la propria impugnazione. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere perché la rinuncia non è un atto neutro, ma un evento che attiva specifiche sanzioni processuali.

I Fatti Processuali: Dal Giudice di Pace alla Cassazione

La vicenda giudiziaria ha origine da una pronuncia del Giudice di Pace, successivamente appellata presso il Tribunale. Quest’ultimo, in parziale riforma della prima decisione, dichiarava estinto per prescrizione il reato di minaccia contestato a due imputati, ma confermava le statuizioni civili, ovvero la condanna al risarcimento del danno in favore della parte lesa.

Contro questa sentenza, il difensore degli imputati proponeva ricorso per cassazione, lamentando vizi processuali relativi alla conferma delle statuizioni civili. Tuttavia, prima della data dell’udienza, lo stesso difensore depositava una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso, munito di procura speciale rilasciata dai suoi assistiti.

La Decisione della Corte: Le Conseguenze della Rinuncia al Ricorso

La Corte di Cassazione, preso atto della rituale rinuncia, ha emesso una pronuncia di inammissibilità. Questa decisione non si è limitata a chiudere il procedimento, ma ha applicato precise conseguenze a carico dei ricorrenti.

Inammissibilità del Ricorso

Ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. d) del codice di procedura penale, la rinuncia all’impugnazione è una delle cause che portano a una declaratoria di inammissibilità. Il giudice, in questo caso, non entra nel merito dei motivi di ricorso, ma si ferma a una constatazione puramente processuale: l’atto di impulso che ha dato vita al giudizio di legittimità è venuto meno per volontà della stessa parte che lo aveva promosso.

Condanna alle Spese e alla Sanzione Pecuniaria

La conseguenza più rilevante della declaratoria di inammissibilità è l’applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale. La norma prevede che la parte che ha proposto un ricorso dichiarato inammissibile sia condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Nel caso di specie, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e della somma di 500 euro. La Corte ha sottolineato un principio fondamentale: la legge non distingue tra le diverse cause di inammissibilità. Pertanto, la sanzione si applica sia che l’inammissibilità derivi da vizi formali dell’atto, sia che derivi da una successiva rinuncia al ricorso.

Le motivazioni della Suprema Corte

La sentenza si sofferma su due aspetti cruciali per giustificare la propria decisione. Il primo riguarda l’automatismo della sanzione pecuniaria, il secondo la posizione della parte civile.

Il Collegio ha ribadito che la condanna alla sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende è una conseguenza quasi automatica dell’inammissibilità. L’unica eccezione si verifica quando la parte dimostra che la sopravvenuta carenza di interesse a proseguire l’impugnazione è dovuta a una causa non a essa imputabile. Nel caso esaminato, i ricorrenti non hanno fornito alcuna prova in tal senso, rendendo inevitabile l’applicazione della sanzione.

Inoltre, la Corte ha dichiarato di non poter tenere conto di una memoria depositata dal legale della parte civile, in quanto presentata tardivamente, ovvero solo due giorni prima dell’udienza, violando il termine di quindici giorni previsto dall’art. 611 c.p.p. Di conseguenza, non è stata liquidata alcuna somma a titolo di spese legali in favore della parte civile per il giudizio di cassazione.

Le conclusioni

La pronuncia in esame conferma che la rinuncia al ricorso in Cassazione non è un atto privo di costi. Se da un lato pone fine al contenzioso, dall’altro comporta una declaratoria di inammissibilità che fa scattare l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria. È un monito per le parti processuali a ponderare attentamente non solo la proposizione di un’impugnazione, ma anche l’eventuale decisione di abbandonarla, essendo le conseguenze economiche chiaramente definite dalla legge e costantemente applicate dalla giurisprudenza.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso per cassazione?
La rinuncia comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Di conseguenza, il giudice non esamina il merito delle questioni sollevate e il provvedimento impugnato diventa definitivo.

Chi effettua la rinuncia al ricorso deve comunque pagare una sanzione?
Sì. La declaratoria di inammissibilità, anche se causata da rinuncia, comporta la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p.

La parte civile ha diritto al rimborso delle spese legali se il ricorso viene dichiarato inammissibile per rinuncia?
Non automaticamente. In questo caso specifico, la parte civile non ha ottenuto la liquidazione delle spese legali perché la sua memoria difensiva è stata depositata oltre il termine di legge, rendendo la sua partecipazione processuale inefficace ai fini del rimborso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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