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Rinuncia al ricorso: conseguenze e sanzioni pecuniarie

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze della rinuncia al ricorso. A seguito della rinuncia presentata dal difensore, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 500 euro alla Cassa delle ammende. La decisione si basa sull’art. 616 c.p.p., che equipara la rinuncia alle altre cause di inammissibilità, rendendo automatica l’applicazione delle sanzioni pecuniarie.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Le Conseguenze Economiche

Decidere di presentare un ricorso in Cassazione è un passo importante, ma cosa succede quando si cambia idea? La rinuncia al ricorso non è un’azione priva di conseguenze, come chiarisce una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Questo provvedimento sottolinea che rinunciare all’impugnazione comporta non solo la fine del processo, ma anche precise sanzioni economiche a carico del ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso analizzato riguarda un imputato che, dopo aver presentato ricorso contro una sentenza emessa dal Giudice per le Udienze Preliminari (GUP) del Tribunale di Milano, ha deciso di fare un passo indietro. Attraverso il suo legale, ha formalizzato una successiva rinuncia all’impugnazione. La Corte di Cassazione, preso atto di questa volontà, ha quindi proceduto a trattare il caso con un rito semplificato, basato esclusivamente sugli atti scritti (il cosiddetto rito de plano).

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La conseguenza diretta di tale declaratoria non è stata solo la chiusura definitiva del procedimento, ma anche la condanna del ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici: il pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di 500,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione evidenzia come la rinuncia non sia una semplice ritirata senza costi.

Le Motivazioni: La Rinuncia al Ricorso è Causa di Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un’interpretazione rigorosa dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. La norma stabilisce che, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente privato debba essere condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Il punto cruciale della motivazione risiede nel fatto che la legge non opera alcuna distinzione tra le diverse cause che portano all’inammissibilità.

Come specificato dai giudici, la rinuncia all’impugnazione rientra a pieno titolo tra le ipotesi di inammissibilità previste dall’articolo 591 del Codice di Procedura Penale. Pertanto, la sanzione pecuniaria non si applica solo nei casi di ricorsi palesemente infondati (come quelli basati su motivi non consentiti dall’art. 606 c.p.p.), ma si estende a tutte le situazioni procedurali che impediscono un esame nel merito, inclusa la volontaria rinuncia. La Corte ha inoltre richiamato un precedente specifico (Cass. Pen., Sez. 6, n. 26255/2015) per rafforzare la propria interpretazione, confermando un orientamento consolidato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque intenda intraprendere la via del ricorso in Cassazione. La decisione di rinunciare, sebbene legittima, non è neutra dal punto di vista economico. Il ricorrente deve essere consapevole che tale scelta comporta automaticamente l’obbligo di pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria, la cui entità è determinata in via equitativa dal giudice. La rinuncia al ricorso, dunque, deve essere una scelta ponderata, considerando attentamente non solo le probabilità di successo dell’impugnazione, ma anche i costi certi associati al suo abbandono.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La rinuncia porta alla declaratoria di inammissibilità del ricorso da parte della Corte, con la conseguente chiusura del procedimento.

La rinuncia al ricorso comporta sempre il pagamento di una sanzione?
Sì, secondo l’ordinanza, la rinuncia è una causa di inammissibilità che fa scattare automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

Qual è il fondamento normativo per la condanna alle spese in caso di rinuncia?
Il fondamento è l’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. La norma non distingue tra le varie cause di inammissibilità e, poiché la rinuncia (prevista dall’art. 591 c.p.p.) è una di queste, le sanzioni pecuniarie devono essere applicate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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