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Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità

Un imputato, dopo aver presentato ricorso in Cassazione contro il rigetto di un’istanza di ricusazione, ha successivamente effettuato una rinuncia al ricorso tramite il proprio difensore. La Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che la rinuncia è un atto formale e irrevocabile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p., che non distingue tra le diverse cause di inammissibilità.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Effetti, Inammissibilità e Condanna alle Spese

La rinuncia al ricorso è un atto processuale dalle conseguenze significative e irrevocabili. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce come, anche quando la parte decide volontariamente di abbandonare l’impugnazione, scattino precise conseguenze legali, inclusa la condanna al pagamento di spese e sanzioni pecuniarie. Analizziamo insieme la decisione per comprendere appieno la portata di questo istituto procedurale.

Il Caso: dall’Istanza di Ricusazione alla Rinuncia al Ricorso

La vicenda trae origine da un processo penale presso il Tribunale di Lucca. L’imputato aveva presentato un’istanza per ricusare il presidente del collegio giudicante. La Corte di Appello di Firenze, tuttavia, aveva rigettato tale istanza. Contro questa decisione, l’imputato aveva proposto ricorso per Cassazione.

Prima che la Suprema Corte potesse esaminare il caso nel merito, è intervenuto un fatto decisivo: il difensore dell’imputato, munito di procura speciale, ha depositato una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso. Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del procedimento in Cassazione.

La Decisione della Cassazione: La Rinuncia al Ricorso è Irrevocabile

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la rinuncia all’impugnazione è una dichiarazione abdicativa, irrevocabile e recettizia. Ciò significa che una volta comunicata, non può essere ritirata e produce immediatamente i suoi effetti legali.

Per essere valida, la rinuncia deve rispettare le forme previste dall’articolo 589 del codice di procedura penale. Nel caso di specie, tutti i requisiti erano stati soddisfatti: la dichiarazione era stata presentata tempestivamente dal difensore, che era stato specificamente autorizzato dall’imputato tramite una procura speciale che indicava con precisione l’impugnazione a cui si intendeva rinunciare. Di fronte a una rinuncia formalmente corretta, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità dell’impugnazione, senza entrare nel merito delle ragioni originarie del ricorso.

Le Motivazioni: La Condanna alle Spese come Conseguenza dell’Inammissibilità

Il punto centrale della sentenza riguarda le conseguenze economiche della declaratoria di inammissibilità. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte il cui ricorso viene dichiarato inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

La Corte ha specificato che la legge non fa alcuna distinzione tra le diverse cause che portano all’inammissibilità. Che essa derivi da un vizio di forma, dalla tardività dell’atto o, come in questo caso, da una rinuncia al ricorso, la sanzione pecuniaria si applica comunque. La norma ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a penalizzare l’aver messo in moto la macchina della giustizia senza un esito di merito. Pertanto, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso

Questa pronuncia conferma che la rinuncia al ricorso non è un atto privo di conseguenze. Sebbene ponga fine al giudizio di impugnazione, essa comporta l’automatica declaratoria di inammissibilità, che a sua volta fa scattare l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria. È una scelta strategica che deve essere ponderata attentamente con il proprio legale, tenendo conto non solo della chiusura del contenzioso ma anche dei suoi inevitabili risvolti economici.

Cosa comporta la rinuncia al ricorso per Cassazione?
La rinuncia al ricorso, se presentata nelle forme di legge, ne determina l’immediata inammissibilità. Ciò impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione e rende definitiva la decisione impugnata.

La rinuncia al ricorso evita la condanna al pagamento delle spese processuali?
No. La sentenza chiarisce che la declaratoria di inammissibilità, anche quando consegue a una rinuncia volontaria, comporta sempre la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale.

Quali requisiti formali deve avere la rinuncia al ricorso per essere valida?
Deve essere presentata secondo le forme previste dall’art. 589 c.p.p. e norme richiamate. Generalmente, viene fatta dal difensore, il quale deve essere munito di una procura speciale rilasciata dal cliente che lo autorizzi specificamente a rinunciare a quella determinata impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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