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Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato a seguito della sua formale rinuncia. Il caso analizza come la rinuncia al ricorso comporti non solo l’interruzione del processo di impugnazione, ma anche la condanna automatica al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, confermando un principio consolidato.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Quando l’Appello in Cassazione si Ferma

La presentazione di un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio per contestare un provvedimento. Tuttavia, cosa succede se, dopo averlo presentato, si decide di fare un passo indietro? Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dirette di una rinuncia al ricorso, un atto che, sebbene ponga fine all’impugnazione, comporta precise responsabilità economiche per chi lo compie. Analizziamo insieme la decisione per comprendere la logica del legislatore e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dalla Misura Cautelare al Ricorso

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Roma che, in funzione di giudice del riesame, aveva confermato la misura della custodia cautelare in carcere per un individuo. L’uomo era gravemente indiziato per i reati di tentato omicidio e rapina. Ritenendo la misura sproporzionata e inadeguata, il suo difensore aveva proposto ricorso per cassazione, chiedendone l’annullamento.

La Svolta Processuale: La Rinuncia all’Impugnazione

Prima che la Corte potesse esaminare il merito della questione, si è verificato un evento decisivo: l’indagato, insieme al suo avvocato di fiducia, ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto ha immediatamente cambiato la traiettoria del procedimento, spostando l’attenzione della Corte dalla questione della misura cautelare alle conseguenze procedurali di tale rinuncia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione è diretta e si fonda su una precisa norma del codice di procedura penale. L’articolo 591, comma 1, lettera d), stabilisce infatti che la rinuncia all’impugnazione è una delle cause che portano all’inammissibilità della stessa.

La decisione non si è fermata qui. La Corte ha applicato un’altra disposizione fondamentale, l’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso, la parte che lo ha proposto sia condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende.

Il punto cruciale, sottolineato dalla Corte, è che la legge non fa distinzioni tra le diverse cause di inammissibilità. Che il ricorso sia inammissibile per motivi tecnici o a seguito di una rinuncia al ricorso volontaria, la conseguenza economica è la stessa. A supporto di questa interpretazione, la sentenza richiama un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. n. 28691/2016), il quale conferma che la sanzione pecuniaria si applica a prescindere dal motivo specifico che ha generato l’inammissibilità.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La pronuncia della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la rinuncia a un’impugnazione è un atto che produce effetti giuridici ed economici precisi. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, rendendo definitiva l’ordinanza del Tribunale del riesame che aveva confermato la custodia in carcere. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di cinquecento euro alla Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito sull’importanza di ponderare attentamente la scelta di impugnare un provvedimento, poiché anche la successiva rinuncia non è priva di conseguenze.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso presentato in Cassazione?
La rinuncia formale al ricorso ne causa l’immediata inammissibilità. Ciò significa che la Corte non esaminerà il caso nel merito e il procedimento di impugnazione si conclude.

La rinuncia al ricorso comporta delle spese per chi la effettua?
Sì. Secondo l’articolo 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, anche se dovuta a rinuncia, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Perché si viene condannati a pagare una somma anche se si rinuncia volontariamente?
La legge non distingue tra le varie cause di inammissibilità. La condanna al pagamento di una sanzione è una conseguenza automatica prevista per aver attivato il sistema giudiziario con un ricorso che, per qualsiasi motivo (inclusa la rinuncia), non viene poi giudicato nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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