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Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso a seguito della formale rinuncia presentata dal ricorrente. La sentenza chiarisce che la rinuncia al ricorso comporta non solo la chiusura del procedimento, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, poiché la legge non distingue tra le varie cause di inammissibilità.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Quando un Appello Diventa Inammissibile

La decisione di impugnare un provvedimento giudiziario è un passo cruciale, ma altrettanto importante è comprendere le conseguenze di un’eventuale marcia indietro. La rinuncia al ricorso è un atto formale che chiude definitivamente il procedimento, ma non senza conseguenze. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce che tale atto comporta automaticamente l’inammissibilità dell’impugnazione e la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso Originario

La vicenda trae origine da un’ordinanza del Tribunale che aveva confermato un sequestro preventivo. Il sequestro riguardava alcuni dispositivi per la rilevazione della velocità forniti da una società a due comuni. L’ipotesi di reato alla base del provvedimento era quella di frode nelle pubbliche forniture, disciplinata dall’art. 356 del codice penale. Contro tale ordinanza, la persona coinvolta aveva proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte e le Conseguenze della Rinuncia al Ricorso

Durante il giudizio in Cassazione, è intervenuto un fatto decisivo: il ricorrente ha fatto pervenire in cancelleria un atto formale di rinuncia al ricorso, con firma autenticata dal proprio difensore. Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del procedimento.

La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia, non è entrata nel merito della questione del sequestro. Ha invece applicato direttamente l’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’impugnazione è inammissibile quando vi è una rinuncia rituale. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, ponendo fine al giudizio.

La Condanna Accessoria: Spese e Ammenda

La dichiarazione di inammissibilità non è stata l’unica conseguenza. La Corte ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di trecento euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione si fonda su una precisa disposizione di legge che merita un’analisi approfondita.

Le Motivazioni della Condanna

La Corte ha basato la condanna alle spese e all’ammenda sull’articolo 616 del codice di procedura penale. La motivazione della sentenza è molto chiara su questo punto: la legge non fa alcuna distinzione tra le diverse cause che portano all’inammissibilità di un ricorso. Che si tratti di un vizio di forma, della tardività della presentazione o, come in questo caso, di una rinuncia al ricorso, le conseguenze pecuniarie previste dalla norma si applicano indistintamente.

In altre parole, la sanzione pecuniaria non è una punizione per aver presentato un ricorso infondato, ma una conseguenza automatica legata alla declaratoria di inammissibilità, a prescindere dalla causa che l’ha determinata. La rinuncia, pur essendo un atto volontario, rientra a pieno titolo in questo meccanismo processuale, attivando l’obbligo di pagamento previsto dalla legge.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre un importante insegnamento pratico: la rinuncia al ricorso è un atto giuridico definitivo con implicazioni non solo processuali ma anche economiche. Chi decide di ritirare un’impugnazione deve essere consapevole che questa scelta, sebbene ponga fine alla controversia, comporterà automaticamente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria. La decisione della Corte ribadisce un principio di rigore procedurale, sottolineando che ogni atto processuale, inclusa la sua interruzione volontaria, produce effetti giuridici specifici e non derogabili.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La Corte dichiara il ricorso inammissibile. Ciò significa che il caso non viene esaminato nel merito e il procedimento si conclude.

Chi rinuncia al ricorso deve comunque pagare le spese processuali?
Sì, la sentenza stabilisce che alla dichiarazione di inammissibilità per rinuncia segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di ammenda.

Perché si viene condannati a pagare un’ammenda anche in caso di rinuncia?
Perché l’art. 616 del codice di procedura penale prevede questa sanzione per tutte le ipotesi di inammissibilità, senza distinguere la causa specifica. La rinuncia è una delle cause che rendono il ricorso inammissibile e quindi fa scattare automaticamente la condanna pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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