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Rinuncia al ricorso: Cassazione dichiara inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo a seguito della rinuncia al ricorso da parte dell’imputato. La decisione evidenzia come la rinuncia comporti una sopravvenuta carenza di interesse, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Decisione della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dirette e inevitabili della rinuncia al ricorso nel processo penale. Il caso analizzato, pur partendo da una contestazione in materia ambientale, si risolve su un piano puramente procedurale, offrendo un importante spunto di riflessione sull’irrevocabilità di tale scelta difensiva. Vediamo nel dettaglio la vicenda e la decisione dei giudici.

I Fatti del Caso: Dal Sequestro Preventivo all’Appello

Tutto ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.i.p. del Tribunale di Bari, avente ad oggetto un furgone di proprietà di un imprenditore. L’accusa era legata a presunte violazioni della normativa sui rifiuti, specificamente agli articoli 212 e 256 del D.Lgs. 152/2006.

L’imprenditore, ritenendo ingiusta la misura, aveva proposto una richiesta di riesame al Tribunale di Bari, che però aveva rigettato l’istanza. A fronte di questa decisione, il titolare della ditta, pur essendo in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per la sua attività, aveva deciso di presentare ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Secondo la difesa, il pericolo che giustificava il sequestro era stato valutato in modo astratto e congetturale, senza tener conto della concreta situazione e della regolarità dell’attività imprenditoriale.

La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso

Il colpo di scena arriva durante il procedimento in Cassazione. Il difensore e procuratore speciale dell’imprenditore deposita un atto di rinuncia al ricorso. Questo gesto processuale cambia completamente le carte in tavola. La Corte, infatti, non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate dalla difesa riguardo la legittimità del sequestro.

L’atto di rinuncia assume un rilievo preliminare e assorbente su qualsiasi altra valutazione. Esso manifesta la volontà della parte di non voler più proseguire nel giudizio di impugnazione, facendo così venir meno l’oggetto stesso della contesa davanti alla Corte.

Le Motivazioni della Suprema Corte sulla Rinuncia al Ricorso

La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, dichiara l’impugnazione inammissibile per ‘sopravvenuta carenza di interesse’. Questo significa che, una volta ritirato il ricorso, non c’è più alcun interesse giuridicamente rilevante a ottenere una pronuncia nel merito.

La decisione dei giudici è consequenziale e automatica. La rinuncia blocca l’esame dei motivi di ricorso e porta a due conseguenze dirette per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: chi rinuncia al ricorso deve farsi carico dei costi del procedimento che ha attivato e poi abbandonato.
2. Condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle Ammende: in ragione della causa di inammissibilità, la legge prevede il versamento di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie è stata quantificata in cinquecento Euro.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La sentenza in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto formale con conseguenze giuridiche ed economiche precise. Sebbene possa essere una scelta strategica della difesa, è importante essere consapevoli che essa pone fine al giudizio di impugnazione in modo definitivo, impedendo ogni valutazione sul merito della questione. La successiva condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria non è una valutazione sulla colpevolezza, ma una diretta conseguenza procedurale di una scelta che ha comunque messo in moto la macchina della giustizia.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso presentato in Cassazione?
La rinuncia al ricorso ne determina l’inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Perché la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza esaminare le ragioni dell’appellante?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l’atto di rinuncia, presentato dal difensore e procuratore speciale, è un evento preliminare e assorbente che fa venire meno l’interesse a una decisione nel merito, rendendo inutile l’analisi dei motivi originali del ricorso.

A quanto ammonta la condanna pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, oltre al pagamento delle spese processuali, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di Euro cinquecento in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria legata alla causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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