Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Decisione della Cassazione
Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dirette e inevitabili della rinuncia al ricorso nel processo penale. Il caso analizzato, pur partendo da una contestazione in materia ambientale, si risolve su un piano puramente procedurale, offrendo un importante spunto di riflessione sull’irrevocabilità di tale scelta difensiva. Vediamo nel dettaglio la vicenda e la decisione dei giudici.
I Fatti del Caso: Dal Sequestro Preventivo all’Appello
Tutto ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.i.p. del Tribunale di Bari, avente ad oggetto un furgone di proprietà di un imprenditore. L’accusa era legata a presunte violazioni della normativa sui rifiuti, specificamente agli articoli 212 e 256 del D.Lgs. 152/2006.
L’imprenditore, ritenendo ingiusta la misura, aveva proposto una richiesta di riesame al Tribunale di Bari, che però aveva rigettato l’istanza. A fronte di questa decisione, il titolare della ditta, pur essendo in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per la sua attività, aveva deciso di presentare ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Secondo la difesa, il pericolo che giustificava il sequestro era stato valutato in modo astratto e congetturale, senza tener conto della concreta situazione e della regolarità dell’attività imprenditoriale.
La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso
Il colpo di scena arriva durante il procedimento in Cassazione. Il difensore e procuratore speciale dell’imprenditore deposita un atto di rinuncia al ricorso. Questo gesto processuale cambia completamente le carte in tavola. La Corte, infatti, non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate dalla difesa riguardo la legittimità del sequestro.
L’atto di rinuncia assume un rilievo preliminare e assorbente su qualsiasi altra valutazione. Esso manifesta la volontà della parte di non voler più proseguire nel giudizio di impugnazione, facendo così venir meno l’oggetto stesso della contesa davanti alla Corte.
Le Motivazioni della Suprema Corte sulla Rinuncia al Ricorso
La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, dichiara l’impugnazione inammissibile per ‘sopravvenuta carenza di interesse’. Questo significa che, una volta ritirato il ricorso, non c’è più alcun interesse giuridicamente rilevante a ottenere una pronuncia nel merito.
La decisione dei giudici è consequenziale e automatica. La rinuncia blocca l’esame dei motivi di ricorso e porta a due conseguenze dirette per il ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: chi rinuncia al ricorso deve farsi carico dei costi del procedimento che ha attivato e poi abbandonato.
2. Condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle Ammende: in ragione della causa di inammissibilità, la legge prevede il versamento di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie è stata quantificata in cinquecento Euro.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione
La sentenza in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto formale con conseguenze giuridiche ed economiche precise. Sebbene possa essere una scelta strategica della difesa, è importante essere consapevoli che essa pone fine al giudizio di impugnazione in modo definitivo, impedendo ogni valutazione sul merito della questione. La successiva condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria non è una valutazione sulla colpevolezza, ma una diretta conseguenza procedurale di una scelta che ha comunque messo in moto la macchina della giustizia.
Cosa succede se si rinuncia a un ricorso presentato in Cassazione?
La rinuncia al ricorso ne determina l’inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.
Perché la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza esaminare le ragioni dell’appellante?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l’atto di rinuncia, presentato dal difensore e procuratore speciale, è un evento preliminare e assorbente che fa venire meno l’interesse a una decisione nel merito, rendendo inutile l’analisi dei motivi originali del ricorso.
A quanto ammonta la condanna pecuniaria in questo caso specifico?
In questo caso, oltre al pagamento delle spese processuali, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di Euro cinquecento in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria legata alla causa di inammissibilità.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 35963 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 3 Num. 35963 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: PAZIENZA VITTORIO
Data Udienza: 16/10/2025
SENTENZA
Sul ricorso proposto da: COGNOME NOME, nato in Georgia il DATA_NASCITA avverso l’ordinanza emessa il 03/04/2025 dal Tribunale di Bari visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME; lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO, che ha concluso chiedendo dichiararsi l’inammissibilità del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza del 03/04/2025, il Tribunale di Bari ha rigettato la richiesta di riesame proposta da RAGIONE_SOCIALE NOME, ai sensi dell’art. 322 cod. proc. pen., avverso il decreto di sequestro preventivo di un furgone di proprietà del ricorrente, disposto dal G.i.p. del Tribunale di Bari nel procedimento a carico del ricorrente per il reato di cui agli artt. 212, comma 5 e256, comma 1 lett. a) e b), d.lgs. n. 152 del 2006.
Ricorre per cassazione il COGNOME, a mezzo del proprio difensore, deducendo violazione di legge e vizio di motivazione. Si censura l’ordinanza per aver ritenuto sussistente il pericolo di cui al comma 1 dell’art. 321 cod. proc. pen. su basi astratte e congetturali, in contrasto con i parametri di concretezza ed
attualità individuati dalla giurisprudenza di legittimità, anche in considerazione dell’incensuratezza del ricorrente, “titolare di ditta individuale dotata di tutte l autorizzazioni , nonché dei registri e formulari previsti dalla legge in tema di rifiuti”.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Assume rilievo preliminare ed assorbente l’intervenuta rinuncia al ricorso presentata dal difensore e procuratore speciale del COGNOME.
L’impugnazione deve quindi essere dichiarata inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, con condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma che, in ragione della causa di inammissibilità, può essere quantificata in Euro cinquecento.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di Euro cinquecento in favore della RAGIONE_SOCIALE Ammende.