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Rinuncia a comparire: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato detenuto che lamentava la violazione del suo diritto a partecipare all’udienza. La decisione si fonda sulla prova, emersa dai verbali, che lo stesso imputato aveva precedentemente effettuato una esplicita rinuncia a comparire. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia a Comparire: Quando l’Imputato Perde il Diritto di Appello

Il diritto dell’imputato a partecipare al proprio processo è un cardine del sistema giudiziario. Tuttavia, questo diritto non è assoluto e può essere oggetto di una volontaria rinuncia a comparire. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale ci offre un chiaro esempio delle conseguenze legali di tale scelta, dichiarando inammissibile un ricorso basato proprio sulla presunta violazione di questo diritto, ma in presenza di una precedente ed esplicita rinuncia.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Basato sul Diritto di Partecipazione

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imputato detenuto avverso una sentenza emessa dal GIP del Tribunale di Torino. L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente riguardava l’inosservanza delle norme processuali che garantiscono il diritto dell’imputato di partecipare all’udienza, in particolare gli articoli 420-ter, 178 lettera c) e 179 del codice di procedura penale. Secondo il ricorrente, la sua assenza all’udienza del 26 maggio 2023 avrebbe viziato la procedura, ledendo il suo diritto di difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Rinuncia a Comparire

La Suprema Corte ha esaminato il caso e ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, dichiarandolo di conseguenza inammissibile. La decisione, sebbene netta, si basa su un elemento fattuale decisivo e inoppugnabile emerso dagli atti processuali. I giudici hanno infatti verificato che dai verbali di un’udienza precedente, tenutasi il 15 maggio 2023, risultava chiaramente che tutti gli imputati detenuti coinvolti nel procedimento avevano espressamente rinunciato a presenziare alla successiva udienza, ovvero quella del 26 maggio 2023. La rinuncia a comparire, quindi, era stata una scelta consapevole e formalizzata.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è lineare e si fonda su un principio logico e giuridico inattaccabile. Non può esserci violazione del diritto a partecipare al processo quando è l’imputato stesso a scegliere, in modo esplicito e non equivoco, di non avvalersene. L’espressa rinuncia registrata a verbale ha l’effetto di sanare in radice qualsiasi potenziale doglianza futura sulla propria assenza. Il diritto di difesa non è stato leso perché l’assenza non è derivata da un errore o da una negligenza dell’autorità giudiziaria, ma da una precisa e volontaria manifestazione di volontà dell’interessato. Pertanto, il motivo del ricorso è stato giudicato “manifestamente infondato”, ovvero privo di qualsiasi possibilità di accoglimento, portando a una declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un concetto fondamentale della procedura penale: i diritti processuali, per quanto fondamentali, sono disponibili per la parte che ne è titolare. La rinuncia a comparire è un atto giuridico rilevante che, una volta compiuto, preclude la possibilità di lamentare la propria assenza in un momento successivo. Questa decisione serve da monito: la scelta di non partecipare a un’udienza, se formalizzata, è definitiva e non può essere utilizzata strumentalmente per tentare di invalidare il processo. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende sottolinea ulteriormente la serietà con cui l’ordinamento sanziona i ricorsi palesemente infondati, che rappresentano un inutile aggravio per il sistema giudiziario.

Un imputato detenuto può appellarsi se non ha partecipato a un’udienza?
Sì, ma solo se la sua assenza non è dovuta a una sua scelta. Se, come nel caso esaminato, emerge dai verbali che l’imputato ha espresso una chiara e volontaria rinuncia a comparire, un ricorso basato sulla sua mancata partecipazione sarà dichiarato inammissibile.

Cosa significa che un ricorso è “manifestamente infondato”?
Significa che i motivi presentati a sostegno del ricorso sono talmente privi di fondamento giuridico o fattuale da rendere evidente, fin da un primo esame, che non possono essere accolti. Questa valutazione porta alla dichiarazione di inammissibilità dell’atto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la legge prevede l’obbligo di versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, che in questa ordinanza è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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