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Rinuncia a comparire: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata che, dopo aver effettuato una esplicita rinuncia a comparire all’udienza, aveva lamentato una violazione dei suoi diritti. La Corte ha stabilito che tale rinuncia preclude qualsiasi successiva doglianza sulla nullità della procedura, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia a Comparire: Quando la Scelta dell’Imputato Rende Inammissibile il Ricorso

L’esercizio dei diritti processuali impone coerenza e consapevolezza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la rinuncia a comparire in udienza, espressa liberamente dall’imputato, preclude la possibilità di lamentare in seguito una presunta violazione del diritto di difesa. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un’imputata contro una sentenza della Corte d’Appello. La ricorrente, detenuta per altra causa, lamentava un vizio di procedura relativo alla sua mancata partecipazione a un’udienza chiave del processo.

Nello specifico, era stata disposta la sua traduzione per l’udienza del 24 ottobre 2022, per la quale era stata predisposta la partecipazione in videoconferenza. Tuttavia, la traduzione non è mai avvenuta. Il motivo? La stessa imputata aveva dichiarato di rinunciare a presenziare a quella specifica udienza. Nonostante questa sua scelta, in sede di ricorso per Cassazione ha sollevato un profilo di nullità legato proprio alla sua assenza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno sottolineato come la dichiarazione di rinuncia a comparire da parte della ricorrente abbia un effetto dirimente, neutralizzando alla radice qualsiasi possibile profilo di nullità. La Corte ha quindi condannato la ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a causa dei profili di colpa insiti nella presentazione di un ricorso palesemente privo di fondamento.

Le Motivazioni dietro la Rinuncia a Comparire

Il fulcro della motivazione della Corte risiede in un principio di logica e di auto-responsabilità processuale. I giudici hanno stabilito che non è possibile invocare un vizio procedurale quando questo è diretta conseguenza di una libera e consapevole scelta della parte che se ne duole. La rinuncia a partecipare all’udienza è un atto volontario che impedisce all’imputato di poter successivamente sostenere che la sua assenza abbia leso il suo diritto di difesa. In sostanza, la Corte ha affermato che la volontà dell’imputata ha sanato preventivamente qualsiasi potenziale irregolarità legata alla sua mancata traduzione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale nel diritto processuale penale: i diritti devono essere esercitati in modo coerente. La rinuncia a comparire è una facoltà dell’imputato, ma una volta esercitata, non si può pretendere di trarre vantaggio da una situazione che si è contribuito a creare. La decisione serve da monito: la presentazione di ricorsi palesemente infondati, basati su vizi procedurali causati dalla stessa parte ricorrente, non solo non troverà accoglimento, ma comporterà anche sanzioni economiche significative. La scelta di non partecipare a un’udienza è legittima, ma deve essere ponderata, poiché preclude future contestazioni su quel punto.

È possibile lamentare la mancata traduzione in udienza se si è rinunciato a comparire?
No. Secondo la Corte, la dichiarazione con cui si rinuncia a comparire esclude in radice la possibilità di sollevare un profilo di nullità per la mancata partecipazione all’udienza.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte ricorrente viene condannata al pagamento delle spese processuali e, in caso di colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso.

Perché la rinuncia a comparire esclude la nullità del procedimento?
Perché la rinuncia è un atto volontario dell’imputato. Di conseguenza, l’assenza in udienza non deriva da un errore del sistema giudiziario, ma da una scelta della parte interessata, che quindi non può lamentare una violazione dei propri diritti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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