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Rinnovazione istruttoria: quando è un diritto?

Un imputato, condannato per vendita di merce contraffatta, ricorre in Cassazione lamentando la mancata rinnovazione istruttoria a seguito del cambio del giudice. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, stabilendo che la richiesta di rinnovazione deve essere specificamente motivata dalla difesa e non costituisce un diritto automatico, bilanciando il principio di immediatezza con la ragionevole durata del processo.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinnovazione Istruttoria: Un Diritto Condizionato, non Assoluto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8934 del 2024, ha ribadito un principio cruciale nel processo penale: la rinnovazione istruttoria a seguito del cambio del giudice non è un diritto automatico e incondizionato. La difesa che si oppone all’utilizzo delle testimonianze già raccolte ha l’onere di spiegare concretamente perché sia necessaria una nuova audizione, bilanciando così il principio di immediatezza con quello della ragionevole durata del processo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

Il Caso: Dalla Condanna per Contraffazione al Ricorso in Cassazione

Un uomo veniva condannato sia in primo grado che in appello per detenzione e vendita di borse con marchi contraffatti e per ricettazione. La pena inflitta era di due mesi di reclusione e 200 euro di multa.

Durante il processo di primo grado, si era verificato un cambio del giudice. La difesa si era opposta all’utilizzo dei verbali delle testimonianze raccolte dal giudice precedente, chiedendo implicitamente una nuova audizione dei testimoni. Tale richiesta, tuttavia, non veniva accolta.

L’imputato ha quindi presentato ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali: la violazione del diritto a una nuova istruttoria e l’illegittimità della distruzione della merce sequestrata.

I Motivi del Ricorso: La Questione sulla Rinnovazione Istruttoria

Il cuore del ricorso si concentrava sulla presunta violazione del principio di immediatezza, sancito dall’articolo 525 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, il cambio del giudice avrebbe dovuto comportare automaticamente la rinnovazione del dibattimento, a fronte della sua opposizione all’uso degli atti precedenti. Si sosteneva che questo diritto fosse assoluto, al punto da sollevare una questione di legittimità costituzionale dell’interpretazione restrittiva della norma.

Il secondo motivo di ricorso riguardava invece la procedura di campionatura e distruzione della merce contraffatta, che secondo la difesa sarebbe avvenuta illegittimamente dopo la chiusura delle indagini preliminari, rendendo nullo l’atto.

Le Motivazioni della Cassazione: Bilanciamento tra Principi Processuali

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo entrambi i motivi manifestamente infondati. La decisione fornisce chiarimenti fondamentali sulla gestione della rinnovazione istruttoria.

L’Onere della Difesa di Motivare la Richiesta

La Cassazione ha smontato la tesi del diritto incondizionato alla rinnovazione. Richiamando la propria giurisprudenza consolidata (in particolare la nota sentenza ‘Bajrami’ delle Sezioni Unite), la Corte ha spiegato che il sistema processuale deve bilanciare diversi principi costituzionali: da un lato l’oralità e l’immediatezza, dall’altro la ragionevole durata del processo e l’effettività della giustizia.

Un’applicazione automatica della rinnovazione, senza alcuna valutazione nel merito, trasformerebbe il processo in un “vuoto formalismo”. Pertanto, la parte che chiede di riesaminare un testimone deve fornire al giudice ragioni specifiche e concrete che rendano necessaria la ripetizione. Non basta una semplice opposizione. La difesa deve illustrare, ad esempio, perché l’esame diretto del testimone da parte del nuovo giudice sia cruciale per la decisione, magari a fronte di dichiarazioni complesse, contraddittorie o di un controesame particolarmente difficile.

Nel caso specifico, la difesa si era limitata a ribadire l’assolutezza del principio, senza mai spiegare perché fosse necessario riesaminare i testimoni, le cui deposizioni vertevano su fatti molto semplici (la presenza dell’imputato con la merce falsa), peraltro mai contestati nel merito.

La Gestione dei Beni Sequestrati

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha osservato che la distruzione della merce sequestrata era giustificata dai costi e dalla difficoltà di custodia, una delle ipotesi previste dall’art. 260, comma 3-bis, c.p.p. Inoltre, lo strumento corretto per contestare un provvedimento del genere non è il ricorso per cassazione sul merito della causa, ma l’incidente di esecuzione, un rimedio specifico che la difesa non aveva attivato tempestivamente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un orientamento fondamentale: nel processo penale, i diritti non possono essere esercitati in modo arbitrario o puramente dilatorio. La richiesta di rinnovazione istruttoria è uno strumento di garanzia del diritto di difesa, ma deve essere supportata da motivazioni concrete che ne dimostrino la reale necessità ai fini dell’accertamento della verità. La difesa ha quindi un onere argomentativo: deve convincere il giudice che la ripetizione dell’atto istruttorio non è una sterile formalità, ma un passaggio essenziale per una decisione giusta. Questa impostazione mira a salvaguardare l’efficienza del processo, evitando abusi e garantendo che le risorse della giustizia siano impiegate per tutelare esigenze sostanziali.

Quando cambia il giudice durante un processo, la difesa ha sempre diritto a far riesaminare i testimoni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la rinnovazione dell’istruttoria non è un diritto automatico. La difesa deve presentare una richiesta specificamente motivata, spiegando le ragioni concrete per cui la nuova audizione dei testimoni è necessaria per la decisione del giudice.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile la richiesta di rinnovazione istruttoria in questo caso?
Perché la difesa si è limitata ad affermare un presunto diritto assoluto alla rinnovazione senza fornire alcuna motivazione specifica. Non ha mai spiegato perché, data la semplicità dei fatti testimoniati (peraltro non contestati), fosse cruciale che il nuovo giudice ascoltasse direttamente i testimoni.

Qual è il modo corretto per contestare un provvedimento di distruzione di merce sequestrata?
La sentenza chiarisce che lo strumento processuale corretto per contestare un ordine di distruzione o alienazione di beni in sequestro probatorio è l’incidente di esecuzione, e non il ricorso per cassazione avverso la sentenza di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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