Rinnovazione istruttoria in appello: un’eccezione, non la regola
Introdurre nuove prove nel giudizio di appello è un’aspirazione comune per chi cerca di ribaltare una sentenza di condanna. Tuttavia, la legge pone paletti molto stringenti, soprattutto per chi ha scelto il rito abbreviato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce che la rinnovazione istruttoria non è un diritto, ma un’eccezione concessa solo in casi di ‘assoluta necessità’. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Caso
Un imputato, condannato in primo grado e in appello per un reato previsto dal Codice Antimafia (art. 76 d.lgs. 159/2011), ha presentato ricorso in Cassazione. Tra i motivi di doglianza, lamentava il fatto che la Corte d’Appello avesse rifiutato di acquisire nuova documentazione da lui proposta. Secondo la difesa, tali documenti erano cruciali per dimostrare la sua buona fede e la sua volontà di adempiere agli obblighi violati. La Corte territoriale, però, aveva già respinto la richiesta, ritenendo la documentazione irrilevante.
La Decisione della Cassazione: il Ricorso è Inammissibile
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che i motivi presentati erano interamente basati su questioni di fatto, già adeguatamente valutate e superate nei gradi di merito, e quindi non ammissibili in sede di legittimità. La Corte ha confermato la correttezza della decisione del giudice d’appello, che aveva fatto buon governo dei principi consolidati in materia.
Le Motivazioni: i paletti della rinnovazione istruttoria
La parte centrale della decisione riguarda la rinnovazione istruttoria nel giudizio d’appello celebrato a seguito di rito abbreviato. La Cassazione ha spiegato in modo chiaro e netto le ragioni del rigetto:
1. Temporalità della Prova: La Corte d’Appello aveva correttamente osservato che la documentazione offerta dalla difesa era stata formata in un’epoca successiva alla commissione del reato. Il momento rilevante per valutare la condotta dell’imputato è quello entro la data di adempimento. In altre parole, l’imputato avrebbe dovuto attivarsi per pagare o chiedere una dilazione prima della scadenza, non dopo.
2. Il Criterio dell’Assoluta Necessità: Il principio cardine, richiamato dalla Corte, è che la rinnovazione dell’istruttoria in appello è ammessa solo quando il giudice la ritenga ‘assolutamente necessaria’. Questo significa che la nuova prova deve essere potenzialmente idonea a incidere sulla valutazione complessiva degli elementi già acquisiti, cambiando l’esito del giudizio. Anche in presenza di una prova ‘nuova’ (sopravvenuta o emersa dopo la decisione di primo grado), il giudice deve valutarne la capacità di ampliare in modo significativo il quadro probatorio.
3. Irrilevanza della Nuova Proposta: Nel caso di specie, la documentazione postuma non è stata considerata in grado di alterare il giudizio di colpevolezza già formulato. La richiesta della difesa non superava quindi la soglia dell’assoluta necessità, rendendo legittimo il diniego da parte della Corte d’Appello.
Le Conclusioni
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la scelta del rito abbreviato comporta una rinuncia al diritto alla prova in dibattimento, e questa scelta si riflette anche in appello. La possibilità di una rinnovazione istruttoria è estremamente limitata e subordinata a un rigoroso giudizio di indispensabilità da parte del giudice. Non è sufficiente che una prova sia semplicemente ‘nuova’ o ‘utile’; deve essere decisiva. Pertanto, è fondamentale che la strategia difensiva sia completa e che tutte le prove rilevanti vengano presentate, ove possibile, già nel primo grado di giudizio, poiché le possibilità di integrare il materiale probatorio in seguito sono molto ridotte.
È possibile presentare nuove prove in appello se il primo grado si è svolto con rito abbreviato?
Sì, ma solo in casi eccezionali. La legge ammette la rinnovazione dell’istruttoria solo se il giudice ritiene l’assunzione della nuova prova ‘assolutamente necessaria’ e potenzialmente idonea a cambiare l’esito del giudizio.
Perché la richiesta di nuovi documenti è stata respinta in questo caso?
La richiesta è stata respinta principalmente per due ragioni: i documenti erano stati formati dopo la commissione del reato e, soprattutto, non sono stati ritenuti ‘assolutamente necessari’ per la decisione, non avendo la capacità di modificare il quadro probatorio complessivo.
Cosa significa che un ricorso in Cassazione è ‘versato in fatto’?
Significa che il ricorso non solleva questioni sulla corretta applicazione della legge (l’unico compito della Cassazione), ma tenta di ottenere una nuova valutazione delle prove e dei fatti, cosa che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. Tali ricorsi sono, di regola, inammissibili.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25401 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25401 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 03/07/2025
Composta da
– Presidente –
COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOMECOGNOME nato a Castelvetrano il 04/01/1971 avverso la sentenza del 10/11/2022 della Corte d’appello di Palermo esaminati gli atti;
udita la relazione del Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Considerato che NOME COGNOME (CUI CODICE_FISCALE) ricorre avverso la sentenza in preambolo con la quale la Corte di appello ha confermato la sua condanna per il reato di cui all’art. 76 d.lgs. n. 159 del 2011 e riparametrato la dosimetria della pena e deduce due motivi di ricorso che, attesa la connessione logica delle questioni, possono essere trattati congiuntamente;
rilevato che entrambi i motivi sono non consentiti, siccome interamente versati in fatto e reiterativi di analoghe censure adeguatamente vagliate e superate dal Giudice di appello;
rilevato, invero, che la Corte territoriale, dopo avere acquisito la documentazione inizialmente allegata dalla difesa, ha chiarito le ragioni per le quali non ha ritenuto di aderire all’ulteriore richiesta di produzione documentale, valorizzando l’epoca della stessa (successiva al momento in cui il reato Ł stato commesso) e rilevando – con motivazione scevra da aporie razionali – che Ł entro la data di adempimento (e non successivamente) che l’imputato avrebbe dovuto attivarsi per provvedere al pagamento ovvero per chiedere una dilazione dello stesso;
ritenuto che il Giudice di appello ha dunque fatto buon governo del consolidato principio secondo cui «nel giudizio di appello avverso la sentenza resa all’esito di rito abbreviato Ł ammessa la rinnovazione istruttoria solo nel caso in cui il giudice ritenga l’assunzione della prova assolutamente necessaria, perchØ potenzialmente idonea ad incidere sulla valutazione del complesso degli elementi acquisiti», anche se in presenza di prova sopravvenuta o emersa dopo la decisione di primo grado, tale giudizio deve tener conto della “novità” del dato probatorio, per sua natura adatto a realizzare un effettivo ampliamento delle capacità cognitive nella chiave “prospettica” sopra indicata (Sez. 5, n. 2910 del 04/12/2024, dep. 2025, NOME COGNOME Rv. 287482 – 02 Sez. 1, n. 12928 del 07/11/2018, dep. 2019, P., Rv. 276318 – 02; Sez. 1, n. 35846 del 23/05/2012, COGNOME, Rv. 253729 – 01);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – per i profili di colpa connessi all’irritualità dell’impugnazione (Corte cost. n. 186 del 2000) – di una
somma in favore della Cassa delle ammende che si stima equo determinare, in rapporto alle questioni dedotte, in euro tremila;
P.Q.M
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così Ł deciso, 03/07/2025
Il Consigliere estensore
Il Presidente NOME COGNOME
EVA TOSCANI