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Rimessione in termini: no se il PC si guasta all’ultimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, negando la rimessione in termini a un’imputata il cui difensore aveva depositato l’appello in ritardo a causa di un guasto informatico avvenuto poco prima della scadenza. Secondo la Corte, il malfunzionamento di un sistema privato non costituisce forza maggiore, poiché il difensore avrebbe dovuto agire con maggiore diligenza e prevedere alternative, a differenza di un disservizio del portale telematico della giustizia.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rimessione in Termini: Il Guasto al PC del Legale Non È Forza Maggiore

La richiesta di rimessione in termini è un’ancora di salvezza nel processo penale, ma non può essere invocata a sproposito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il malfunzionamento del sistema informatico privato del difensore, avvenuto a ridosso della scadenza, non costituisce una causa di forza maggiore idonea a giustificare il deposito tardivo di un atto di impugnazione. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una decisione della Corte di appello di Milano, che aveva respinto l’istanza di restituzione nel termine per proporre appello contro una sentenza del Tribunale di Pavia. Contestualmente, la stessa Corte aveva dichiarato inammissibile, per tardività, l’appello effettivamente proposto.

La difesa dell’imputata aveva sostenuto che il superamento del termine perentorio era stato causato da un’avaria del sistema informatico privato, verificatasi pochi minuti prima della mezzanotte dell’ultimo giorno utile per il deposito. Secondo il legale, questo evento imprevisto avrebbe reso impossibile la tempestiva proposizione dell’impugnazione, configurando un’ipotesi di forza maggiore.

La Decisione sulla Rimessione in Termini

La Corte di Cassazione, confermando la decisione dei giudici di merito, ha rigettato il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici supremi hanno sottolineato come il concetto di forza maggiore non possa estendersi a un guasto tecnico di un apparato privato, che rientra nella sfera di controllo e responsabilità del professionista.

La Corte ha evidenziato che il difensore, per evitare tale rischio, avrebbe potuto e dovuto agire con maggiore diligenza e avvedutezza, ad esempio utilizzando per tempo un altro presidio informatico o non riducendosi a depositare l’atto negli ultimi istanti disponibili.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nella netta distinzione tra il malfunzionamento di un sistema informatico privato e quello del portale telematico del Ministero della Giustizia. La Corte ha richiamato una propria precedente decisione (sentenza n. 29322/2024), specificando che solo un disservizio del sistema pubblico, ufficialmente attestato, può integrare il requisito della forza maggiore. Questo perché il portale ministeriale è l’unico strumento ufficiale per il deposito telematico degli atti, e un suo guasto rappresenta un impedimento oggettivo e non imputabile all’utente.

Al contrario, un’avaria del computer, della linea internet o del software del singolo avvocato è un evento che, per quanto spiacevole, rientra nel normale rischio professionale. La diligenza impone al difensore di adottare le necessarie cautele per prevenire tali incidenti o per aver pronto un piano B, soprattutto in prossimità di una scadenza perentoria. Attendere l’ultimo momento utile per compiere un adempimento processuale trasferisce il rischio di un imprevisto, anche banale, sulla parte assistita, con conseguenze potenzialmente gravi come la declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso ma necessario per garantire la certezza dei termini processuali. La responsabilità della gestione dei propri strumenti informatici ricade interamente sul professionista. Non è possibile invocare la rimessione in termini per un problema tecnico che una maggiore prudenza e organizzazione avrebbero potuto evitare. La decisione serve da monito: la diligenza professionale include anche la capacità di prevenire e gestire i rischi tecnologici, senza attendere l’ultimo minuto per adempimenti cruciali.

Un guasto al computer del difensore può giustificare la richiesta di rimessione in termini per un appello tardivo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il malfunzionamento del sistema informatico privato del difensore non costituisce forza maggiore, poiché rientra nella sua sfera di controllo e diligenza. Il professionista avrebbe dovuto prevedere alternative o agire con maggiore anticipo.

Qual è la differenza tra un guasto al PC privato e un disservizio del portale della giustizia?
Un guasto al PC privato è considerato un rischio professionale che il difensore deve gestire. Un disservizio del portale telematico della giustizia, se ufficialmente attestato, può invece configurare forza maggiore, in quanto è un impedimento oggettivo, esterno e non imputabile all’utente, che blocca l’unico canale ufficiale di deposito.

Cosa implica questa sentenza per gli avvocati?
Implica che la diligenza professionale include la corretta gestione dei propri strumenti tecnologici e l’organizzazione del lavoro in modo da non effettuare depositi a ridosso delle scadenze. È fondamentale dotarsi di sistemi affidabili e piani alternativi per non incorrere in decadenze processuali a danno dei propri assistiti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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