Rimessione del Processo: Quando la Forma Diventa Sostanza
L’istituto della rimessione del processo rappresenta una garanzia fondamentale nel nostro ordinamento, volta ad assicurare che ogni procedimento si svolga in un clima di serenità e imparzialità. Tuttavia, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione, l’accesso a questa tutela è subordinato al rigoroso rispetto di specifici requisiti procedurali. Un errore formale può compromettere irrimediabilmente l’esito della richiesta, trasformando un diritto in una condanna alle spese. Analizziamo insieme questo caso emblematico.
I Fatti di Causa: La Richiesta di Trasferimento
Nel caso in esame, un imputato aveva presentato un’istanza per ottenere la rimessione del proprio processo. La richiesta si fondava sulla sussistenza di un ‘legittimo sospetto’ circa l’imparzialità del giudizio, ai sensi dell’art. 45 del codice di procedura penale. L’obiettivo era spostare il procedimento presso un’altra sede giudiziaria, al di fuori della regione di competenza originaria, per garantire uno svolgimento equo e sereno del dibattimento.
L’istanza, trasmessa alla Corte di Cassazione dal Tribunale competente, mirava quindi a far valere una delle più importanti tutele previste per l’imputato.
La Decisione della Corte e la Rimessione del Processo
Nonostante le argomentazioni addotte dal richiedente, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’istanza inammissibile. La decisione non è entrata nel merito della sussistenza o meno del ‘legittimo sospetto’, ma si è fermata a una valutazione preliminare, di carattere puramente procedurale. La Corte ha infatti rilevato due carenze formali decisive che hanno impedito l’esame della richiesta nel merito.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione di inammissibilità su due pilastri procedurali, entrambi previsti dall’art. 46, comma 1, del codice di procedura penale.
Il primo vizio riscontrato è stata l’omessa notifica della richiesta alle altre parti processuali. La legge impone che chi chiede la rimessione del processo debba informare formalmente tutte le altre parti coinvolte (pubblico ministero, parti civili, etc.), per consentire loro di esercitare il proprio diritto di difesa e presentare eventuali controdeduzioni. Questa omissione viola il principio del contraddittorio e costituisce un vizio insanabile.
Il secondo motivo di inammissibilità è stata la carenza di documenti allegati. L’istanza di rimessione deve essere corredata da tutti i documenti necessari a dimostrare la fondatezza delle ragioni addotte, in particolare del legittimo sospetto. La semplice enunciazione delle proprie preoccupazioni non è sufficiente; è indispensabile fornire alla Corte gli elementi concreti su cui basare la propria valutazione. La mancanza di tale corredo probatorio rende la richiesta astratta e, di conseguenza, non esaminabile.
Le Conclusioni
La pronuncia in esame offre una lezione cruciale: nel diritto, la forma è sostanza. L’istituto della rimessione del processo è uno strumento potente a tutela dell’imputato, ma il suo esercizio richiede una scrupolosa attenzione alle regole procedurali. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato non solo il rigetto della richiesta, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce che il mancato rispetto dei requisiti di ammissibilità, come la notifica alle parti e l’allegazione documentale, preclude qualsiasi discussione sul merito e trasforma un’opportunità di difesa in un ulteriore onere economico.
Perché la richiesta di rimessione del processo è stata dichiarata inammissibile?
La richiesta è stata dichiarata inammissibile per due motivi formali: il richiedente non ha notificato l’istanza alle altre parti del processo e non ha allegato i documenti necessari a supporto delle sue affermazioni.
Quali sono i requisiti procedurali essenziali per un’istanza di rimessione secondo questa ordinanza?
Secondo quanto emerge dalla decisione, due requisiti fondamentali, previsti dall’art. 46 c.p.p., sono la notifica della richiesta a tutte le altre parti processuali e la presentazione di un’adeguata documentazione a corredo dell’istanza per provarne la fondatezza.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un’istanza di rimessione viene dichiarata inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto della richiesta senza un esame nel merito, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2247 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2247 Anno 2024
Presidente: COGNOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/12/2023
ORDINANZA
vista la richiesta di rimessione proposta da:
COGNOME NOME nato a PESCOSANSONESCO il DATA_NASCITA
trasmessa dal TRIBUNALE di CHIETI con ordinanza del 17/07/2023
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letta l’istanza di rimessione di NOME COGNOME, considerato che l’istante, esposte le condizioni di legittimo sospetto per lo svolgimento del processo di cui all’art. 45 cod. proc. pen., ha chiesto lo spostamento del processo in altra sede fuori dall’Abruzzo;
osservato che non sussistono le condizioni di ammissibilità di cui all’art. 46 comma 1 cod. proc. pen., per omessa notifica della richiesta alle altre parti del processo e per carenza di documenti allegati che necessariamente devono corredare la stessa;
rilevato, pertanto, che l’istanza deve essere dichiarata inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 12/12/2023
Il Consigliere Estensore