LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimessione del processo: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile la richiesta di rimessione del processo presentata da un imputato. La richiesta si basava su presunte pressioni esterne e articoli di stampa, ma la Corte ha ritenuto che mancassero prove concrete di una ‘grave situazione locale’ capace di minare l’imparzialità del tribunale, classificando le doglianze come meri timori soggettivi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rimessione del processo: quando i timori non bastano

L’istituto della rimessione del processo rappresenta una deroga fondamentale al principio del giudice naturale, garantendo che nessun imputato sia giudicato in un contesto dove l’imparzialità del tribunale è a rischio. Tuttavia, come chiarisce una recente sentenza della Corte di Cassazione, tale strumento eccezionale non può essere attivato sulla base di meri timori soggettivi o generiche accuse. È necessario dimostrare, con elementi concreti, l’esistenza di una ‘grave situazione locale’ che minacci realmente il corretto esercizio della giurisdizione.

I Fatti del Caso

Un imputato, sotto processo presso il Giudice dell’udienza preliminare di un tribunale del Sud Italia, ha presentato un’istanza di rimessione ai sensi dell’art. 45 del codice di procedura penale. La richiesta mirava a trasferire il procedimento ad un’altra sede giudiziaria, adducendo l’esistenza di una ‘grave situazione locale’.

Secondo il richiedente, questa situazione era determinata da una serie di fattori:
* Presunte anomalie procedurali.
* Generiche ‘indicazioni che vengono dall’esterno’.
* ‘Articoli di stampa’ che avrebbero creato pressioni indebite.

Questi elementi, nel loro insieme, avrebbero generato un ‘legittimo sospetto’ sulla serenità e l’imparzialità del giudizio. A sostegno della sua tesi, l’imputato citava anche eventi interni al processo, come la ricusazione di un altro giudice dello stesso ufficio e il rigetto di una sua richiesta di giudizio abbreviato condizionato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta di rimessione del processo inammissibile, in quanto manifestamente infondata. Di conseguenza, ha condannato il richiedente al pagamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, sottolineando la natura eccezionale dell’istituto e la necessità di un suo utilizzo ponderato.

Le motivazioni della Cassazione sulla rimessione del processo

La sentenza si fonda su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità, offrendo importanti chiarimenti sui presupposti per la rimessione. I giudici hanno ribadito che la nozione di ‘grave situazione locale’ deve essere interpretata in modo restrittivo. Essa si configura solo in presenza di un fenomeno esterno alla dialettica processuale, che riguarda l’ambiente territoriale in cui si svolge il processo. Tale fenomeno deve essere così anomalo e consistente da rappresentare un pericolo concreto per l’imparzialità del giudice o per la libertà di determinazione delle parti.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che il richiedente non ha fornito alcuna prova concreta a sostegno delle sue affermazioni. Le sue lamentele si basavano su:

1. Eventi Processuali Interni: La ricusazione di un altro giudice o il rigetto di un’istanza processuale sono eventi che appartengono alla normale dialettica del processo. Non costituiscono fenomeni ‘esterni’ capaci di inquinare l’intero ufficio giudiziario. Per le questioni di presunta parzialità del singolo magistrato, gli strumenti corretti sono l’astensione e la ricusazione, non la rimessione dell’intero procedimento.

2. Accuse Generiche e Indimostrate: Il riferimento a ‘indicazioni esterne’ e ‘articoli di stampa’ è stato giudicato del tutto generico e non provato. La Corte ha ricordato che anche una campagna mediatica intensa e continua, di per sé, non giustifica la rimessione se non vi sono elementi concreti che dimostrino una sua effettiva capacità di menomare l’imparzialità dei giudici locali.

3. Timori Soggettivi: In definitiva, le argomentazioni dell’imputato sono state qualificate come l’espressione di un ‘proprio timore’, ovvero di congetture, supposizioni e paure soggettive. La rimessione, invece, tutela la serenità oggettiva del giudizio, non la tranquillità soggettiva dell’imputato.

Conclusioni

Questa pronuncia rafforza un principio cardine della procedura penale: la rimessione del processo è un rimedio straordinario, da attivare solo in circostanze eccezionali e oggettivamente verificabili. Non può essere utilizzata come uno strumento per contestare decisioni processuali sfavorevoli o per esprimere una generica sfiducia verso un ufficio giudiziario. La richiesta deve essere ancorata a fatti precisi, controllabili e idonei a dimostrare che l’ambiente esterno al processo è così compromesso da impedire un giudizio sereno e imparziale. In assenza di tali prove, l’istanza è destinata all’inammissibilità, con le conseguenti sanzioni economiche.

Quando si può chiedere la rimessione del processo?
Si può chiedere quando esistono ‘gravi situazioni locali’, ovvero fenomeni esterni al processo, che creano un pericolo concreto per l’imparzialità del giudice o per la libera determinazione delle persone che partecipano al processo. Non è sufficiente un mero timore soggettivo.

Una campagna stampa negativa è sufficiente per ottenere la rimessione del processo?
No. Secondo la Corte, ripetuti articoli giornalistici o una campagna di stampa, anche se continui e animosi, non sono di per sé sufficienti per la rimessione, a meno che non vi siano elementi concreti che dimostrino una conseguente potenziale menomazione dell’imparzialità dei giudici locali.

Cosa succede se la richiesta di rimessione viene dichiarata inammissibile?
Se la richiesta viene dichiarata inammissibile e non si ravvisa un’assenza di colpa nel richiedente, quest’ultimo viene condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria (nel caso di specie, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. Tuttavia, non viene condannato al pagamento delle spese processuali, poiché la richiesta di rimessione non è considerata un mezzo di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati