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Rimessione del processo: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un’istanza di rimessione del processo presentata da un imputato per corruzione. La richiesta, basata su generiche accuse a tutto l’ufficio giudiziario e su una presunta campagna stampa avversa, è stata ritenuta infondata. La Corte ha ribadito che la rimessione è un rimedio eccezionale, applicabile solo in presenza di gravi e concrete situazioni locali che minacciano l’imparzialità del giudizio, non per sospetti generici.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rimessione del processo: quando il legittimo sospetto non basta

La rimessione del processo è uno strumento eccezionale previsto dal nostro ordinamento per garantire un “giusto processo”. Tuttavia, il suo utilizzo è strettamente limitato a casi specifici e non può essere invocato sulla base di accuse generiche o di un semplice malcontento verso l’operato della magistratura. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14718/2024) ha ribadito con forza questi principi, dichiarando inammissibile la richiesta di un imputato che lamentava una presunta parzialità diffusa e una campagna stampa avversa.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Trasferimento

Un imputato, sotto processo a Napoli per reati di corruzione e omissione di atti d’ufficio, ha presentato un’istanza per la rimessione del suo procedimento e di tutti quelli a suo carico ad un altro tribunale. A sostegno della sua richiesta, ha addotto accuse generalizzate di parzialità nei confronti di tutti i giudici, pubblici ministeri e personale di cancelleria del tribunale competente. Inoltre, lamentava l’esistenza di una campagna mediatica ostile che, a suo dire, avrebbe potuto influenzare negativamente la serenità del giudizio.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, preso atto dell’istanza, ha sospeso il procedimento in attesa della decisione della Corte di Cassazione, come previsto dalla procedura.

La Decisione e i Principi sulla Rimessione del processo

La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, dichiarandola inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. I giudici hanno colto l’occasione per riaffermare la natura eccezionale dell’istituto della rimessione. Questo strumento non serve a contestare l’operato di un singolo giudice (per cui esistono altri rimedi come l’astensione e la ricusazione), ma a tutelare l’imparzialità dell’intero ufficio giudiziario di fronte a gravi situazioni ambientali.

La Corte ha sottolineato che lo spostamento di un processo rappresenta una deroga al fondamentale principio costituzionale del “giudice naturale precostituito per legge” (Art. 25 Cost.). Pertanto, i presupposti per la sua applicazione devono essere interpretati in modo estremamente restrittivo.

Le Motivazioni: Perché la Rimessione del processo è un Rimedio Eccezionale

Le motivazioni della sentenza si soffermano su due aspetti cardine che giustificano la decisione.

Il Principio del Giudice Naturale

La Corte, richiamando la giurisprudenza costituzionale, spiega che il processo penale deve, di norma, svolgersi nel luogo in cui il reato è stato commesso (“focus commissi delicti”). Questo non solo per ragioni di efficienza processuale, ma anche per un valore simbolico: è in quel luogo che il diritto e la giustizia devono riaffermarsi. Qualsiasi strumento che “distragga” il processo dalla sua sede naturale, come la rimessione del processo, incide su questo valore e può essere attivato solo in circostanze straordinarie. Queste circostanze devono essere “gravi situazioni locali” capaci di minare concretamente la serenità e l’imparzialità del giudizio.

La Genericità delle Accuse

Il secondo punto cruciale è la necessità di prove concrete. La Corte ha stabilito che il “legittimo sospetto” non può fondarsi su mere congetture, accuse generiche o una percezione soggettiva di parzialità. L’istante deve fornire elementi di fatto, oggettivi e attuali, che dimostrino come l’ambiente locale sia così “inquinato” da pregiudicare l’imparzialità dell’intero ufficio giudiziario. Nel caso di specie, le lamentele dell’imputato sono state ritenute del tutto generiche e prive di riscontri concreti, incapaci di legittimare una deroga così significativa alla competenza territoriale.

Conclusioni

La sentenza in esame conferma un orientamento consolidato: la rimessione del processo è un presidio di garanzia fondamentale, ma non uno strumento a disposizione dell’imputato per scegliere un foro a lui più gradito o per sottrarsi al proprio giudice naturale sulla base di semplici sospetti. Per ottenere il trasferimento di un processo, è indispensabile dimostrare, con fatti oggettivi e incontrovertibili, l’esistenza di una situazione locale così grave da compromettere realmente e concretamente la possibilità di celebrare un “giusto processo”. In assenza di tali prove, il principio del giudice naturale prevale, garantendo la corretta amministrazione della giustizia.

Quando si può chiedere la rimessione del processo?
La rimessione può essere richiesta quando gravi situazioni locali, esterne al processo, compromettono la serenità e l’imparzialità dell’intero ufficio giudiziario o la libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo (imputato, difensori, testimoni, etc.).

Una campagna stampa negativa è sufficiente per ottenere la rimessione del processo?
No, di per sé non è sufficiente. Secondo la Corte, è necessario dimostrare che la campagna stampa abbia generato una situazione locale grave, concreta ed effettiva, tale da inquinare l’imparzialità dell’ufficio giudiziario. Le semplici lamentele generiche non bastano.

Qual è la differenza tra la rimessione del processo e la ricusazione di un giudice?
La ricusazione riguarda il sospetto di parzialità di un singolo giudice come persona fisica. La rimessione, invece, riguarda il sospetto di parzialità dell’intero ufficio giudiziario (l’insieme dei giudici di un tribunale) a causa di fattori ambientali e situazioni locali esterne al processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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