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Rimessione del processo: inammissibile senza notifica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile una richiesta di rimessione del processo a causa di un vizio procedurale. L’imputato non aveva provveduto a notificare la propria istanza alle altre parti del procedimento, violando un requisito essenziale previsto dal codice. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rimessione del processo: Le conseguenze della mancata notifica alle parti

L’istituto della rimessione del processo rappresenta uno strumento fondamentale a garanzia dell’imparzialità e della serenità del giudizio penale. Tuttavia, il suo corretto utilizzo è subordinato al rigoroso rispetto delle norme procedurali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le gravi conseguenze derivanti da un vizio di forma: la mancata notifica dell’istanza alle altre parti processuali.

I Fatti del Caso: Una Richiesta Formale

Un imputato, coinvolto in un procedimento penale presso un Tribunale di merito, presentava un’istanza formale per ottenere la rimessione del processo ad un’altra sede giudiziaria. La richiesta, depositata correttamente presso la cancelleria del giudice procedente, veniva da quest’ultimo trasmessa alla Corte di Cassazione per la relativa valutazione, come previsto dalla procedura.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per Vizio di Forma

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle ragioni addotte a sostegno della richiesta, ha dichiarato l’istanza inammissibile. La decisione non si è basata sulla fondatezza o meno dei motivi che avrebbero dovuto giustificare lo spostamento del processo, ma su un errore procedurale preliminare e insanabile commesso dal richiedente.

Le conseguenze della mancata notifica nella rimessione del processo

A seguito della declaratoria di inammissibilità, l’imputato è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa sanzione sottolinea la gravità della negligenza procedurale e funge da deterrente per evitare richieste presentate senza rispettare le regole fondamentali del contraddittorio.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 46 del codice di procedura penale. La norma stabilisce chiaramente che la parte che chiede la rimessione ha l’onere di notificare la propria istanza alle altre parti private del processo entro un termine specifico. Questo adempimento non è una mera formalità, ma un presidio essenziale del diritto di difesa e del principio del contraddittorio. La notifica permette alle altre parti (come la persona offesa o il responsabile civile) di venire a conoscenza della richiesta e di presentare le proprie memorie e osservazioni alla Corte di Cassazione, garantendo così un’informazione completa al collegio giudicante. La Corte ha rilevato che l’istante non aveva provveduto a tale notifica. L’inosservanza di questo passaggio procedurale ha reso la richiesta irricevibile, impedendo ai giudici di valutarne il contenuto. La mancanza di cause di esonero ha reso inevitabile la condanna al pagamento della sanzione pecuniaria, oltre alle spese.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine della procedura penale: il rispetto delle forme è sostanza. L’istituto della rimessione del processo, concepito per tutelare un bene primario come l’imparzialità del giudizio, non può essere attivato in spregio ad altre garanzie fondamentali, quale il diritto delle controparti a essere informate e a interloquire. Per i difensori, emerge la chiara indicazione di curare con la massima diligenza ogni aspetto procedurale delle istanze presentate, poiché un errore, anche apparentemente formale come la mancata notifica, può precludere l’esame nel merito di una richiesta potenzialmente fondata e comportare significative conseguenze economiche per il proprio assistito.

Perché la richiesta di rimessione del processo è stata dichiarata inammissibile?
La richiesta è stata dichiarata inammissibile perché l’istante non ha provveduto a notificarla alle altre parti del procedimento, come richiesto dall’art. 46 del codice di procedura penale, violando un requisito procedurale essenziale.

Quali sono le conseguenze per l’imputato a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

È sufficiente depositare una richiesta di rimessione presso il tribunale per renderla valida?
No, non è sufficiente. Come chiarito dalla Corte, oltre al deposito dell’atto, è obbligatorio che il richiedente notifichi l’istanza a tutte le altre parti private del processo. La mancata notifica comporta l’inammissibilità della richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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