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Riforma Cartabia appello: quando si applica?

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di inammissibilità di una Corte d’appello, chiarendo un punto fondamentale sulla Riforma Cartabia appello. La sentenza stabilisce che le nuove norme procedurali, come l’obbligo di elezione di domicilio nell’atto di impugnazione (art. 581, co. 1-ter c.p.p.), non si applicano retroattivamente a sentenze emesse prima dell’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022), riaffermando il principio di certezza del diritto.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riforma Cartabia Appello: la Cassazione fissa i paletti sull’applicazione nel tempo

La recente Riforma Cartabia appello ha introdotto significative novità nella procedura penale, sollevando importanti questioni sulla sua applicazione temporale. Con la sentenza n. 7254 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale: le nuove cause di inammissibilità dell’appello, come l’obbligo di elezione di domicilio, non si applicano alle impugnazioni contro sentenze emesse prima dell’entrata in vigore della riforma. Analizziamo questa decisione fondamentale per la certezza del diritto.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza della Corte di appello di L’Aquila. I giudici di secondo grado avevano dichiarato inammissibile l’appello proposto da un imputato contro una sentenza di condanna del Tribunale di Pescara, emessa il 9 novembre 2022. La ragione dell’inammissibilità era la violazione dell’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022), impone alle parti private di depositare, a pena di inammissibilità, una dichiarazione o elezione di domicilio insieme all’atto di impugnazione.

Contro tale ordinanza, la difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo l’erronea applicazione della legge penale. Il punto centrale del ricorso era semplice ma decisivo: la sentenza di primo grado era stata pronunciata prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, avvenuta il 30 dicembre 2022.

La Decisione della Cassazione sull’impatto della Riforma Cartabia Appello

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e disposto la trasmissione degli atti alla Corte di appello di L’Aquila per la celebrazione del giudizio di merito. La decisione si basa su un’interpretazione chiara del diritto intertemporale in materia processuale.

Le Motivazioni

La Corte ha sottolineato che la disposizione dell’art. 581, comma 1-ter c.p.p., essendo stata introdotta dal D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, è entrata in vigore solo il 30 dicembre 2022. La sua applicazione, come precisato dalle norme transitorie (art. 6, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162), riguarda esclusivamente le impugnazioni proposte avverso le sentenze pronunciate in data successiva a quella di entrata in vigore del decreto.

Poiché la sentenza di primo grado nel caso di specie era stata emessa il 9 novembre 2022, ovvero prima del 30 dicembre 2022, l’appello proposto non era soggetto alla nuova causa di inammissibilità. La Corte di appello, pertanto, ha commesso un errore di diritto nel dichiarare l’inammissibilità del gravame sulla base di una norma non ancora applicabile a quel procedimento. Il principio giuridico fondamentale è che le norme procedurali che introducono nuove sanzioni di inammissibilità non possono avere effetto retroattivo su situazioni giuridiche già consolidate, come una sentenza emessa prima della loro vigenza.

Le Conclusioni

Questa sentenza della Cassazione rappresenta un importante punto fermo nell’interpretazione delle disposizioni transitorie della Riforma Cartabia appello. Ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: la tutela dell’affidamento e la certezza del diritto. Non è possibile applicare retroattivamente oneri procedurali, sanzionati a pena di inammissibilità, a procedimenti basati su sentenze emesse quando tali oneri non esistevano. La decisione garantisce che gli imputati e i loro difensori non siano penalizzati da modifiche normative successive alla pronuncia della sentenza che intendono impugnare, assicurando così il pieno diritto di accesso al secondo grado di giudizio.

La nuova norma sull’elezione di domicilio nell’atto di appello (art. 581, comma 1-ter c.p.p.) si applica a tutte le impugnazioni?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che questa disposizione, introdotta dalla Riforma Cartabia, si applica solo alle impugnazioni proposte contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

Cosa succede se una Corte d’Appello dichiara inammissibile un appello applicando erroneamente la Riforma Cartabia a una sentenza precedente?
Come stabilito in questa sentenza, il provvedimento di inammissibilità deve essere annullato. La Corte di Cassazione annulla la decisione e dispone la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello affinché celebri il giudizio nel merito.

Qual è il principio giuridico alla base della decisione della Cassazione sulla Riforma Cartabia appello?
La decisione si basa sul principio di irretroattività delle norme procedurali che introducono nuove cause di inammissibilità. La nuova regola si applica solo agli atti (in questo caso, le sentenze da impugnare) formatisi dopo la sua entrata in vigore, per garantire la certezza del diritto e tutelare l’affidamento delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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