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Riforma Cartabia appello: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di una Corte d’Appello, chiarendo un punto fondamentale sulla Riforma Cartabia appello. La Corte ha stabilito che le nuove e più stringenti regole per proporre appello, introdotte dal D.Lgs. 150/2022, si applicano solo alle impugnazioni contro sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022. Nel caso di specie, la sentenza di primo grado era anteriore a tale data, rendendo l’applicazione delle nuove norme un errore di diritto.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riforma Cartabia Appello: La Cassazione e il Principio del Tempus Regit Actum

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2142 del 2024, offre un chiarimento fondamentale sull’applicazione delle nuove norme processuali introdotte dalla cosiddetta Riforma Cartabia appello. La decisione interviene su una questione di diritto transitorio, stabilendo con precisione da quale momento le nuove e più stringenti condizioni di ammissibilità per le impugnazioni penali diventano operative. Questa pronuncia è di cruciale importanza per avvocati e imputati, poiché definisce il corretto perimetro temporale delle nuove disposizioni, evitando interpretazioni errate che potrebbero compromettere il diritto di difesa.

I Fatti del Caso: un Appello Dichiarato Inammissibile

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Teramo il 19 dicembre 2022 per il reato di lesioni personali. L’imputato, tramite il suo difensore di fiducia, proponeva appello avverso tale decisione depositando l’atto di impugnazione il 3 gennaio 2023.

La Corte di appello di L’Aquila, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile. La ragione di tale decisione risiedeva nell’applicazione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, una norma introdotta dalla Riforma Cartabia. Secondo la Corte territoriale, poiché l’appello era stato depositato dopo l’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022), era necessario che l’atto fosse accompagnato da uno specifico mandato a impugnare rilasciato dopo la sentenza, contenente anche l’elezione di domicilio, adempimento che nel caso di specie mancava.

La Questione Temporale della Riforma Cartabia Appello

Il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse commesso un errore di diritto. Il nodo centrale della questione non era la data di deposito dell’appello, bensì la data di emissione della sentenza impugnata.

L’avvocato ha correttamente richiamato l’art. 89 del D.Lgs. 150/2022 (la Riforma Cartabia), la norma che disciplina il passaggio dal vecchio al nuovo regime. Tale disposizione stabilisce in modo esplicito che le nuove regole sull’appello, incluso il più oneroso art. 581, comma 1-quater c.p.p., si applicano esclusivamente alle impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate dopo la data di entrata in vigore della riforma stessa, ovvero dopo il 30 dicembre 2022.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente la tesi difensiva, ritenendo il ricorso fondato. I giudici di legittimità hanno ribadito che il criterio per determinare la legge processuale applicabile è la data in cui è stato emesso il provvedimento da impugnare, non la data in cui l’impugnazione viene materialmente presentata.

Nel caso specifico, la sentenza del Tribunale di Teramo era stata emessa il 19 dicembre 2022, quindi in un momento antecedente all’entrata in vigore della Riforma Cartabia. Di conseguenza, le regole procedurali applicabili all’appello erano quelle vigenti prima della riforma, che non prevedevano i rigidi requisiti formali introdotti dall’art. 581, comma 1-quater. La Corte di appello ha quindi errato nell’applicare retroattivamente una norma processuale più sfavorevole, violando il principio di legalità processuale e le specifiche disposizioni transitorie previste dal legislatore.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di appello di L’Aquila per la prosecuzione del giudizio. La decisione riafferma un principio cardine del diritto transitorio: le nuove norme processuali, specialmente quando introducono oneri aggiuntivi per le parti, non possono essere applicate a situazioni giuridiche sorte prima della loro entrata in vigore. Per gli operatori del diritto, questa sentenza costituisce un’importante guida pratica: per stabilire il regime di impugnazione corretto, è indispensabile verificare la data di pronuncia della sentenza e non quella del deposito dell’atto di appello.

Le nuove regole per l’appello introdotte dalla Riforma Cartabia si applicano a tutte le impugnazioni presentate dopo il 30 dicembre 2022?
No, si applicano solo alle impugnazioni proposte avverso sentenze emesse in data successiva al 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

Qual è il criterio decisivo per stabilire se si applicano le vecchie o le nuove regole sull’appello penale?
Il criterio determinante è la data di pronuncia della sentenza che si intende impugnare. Se la sentenza è anteriore al 30 dicembre 2022, si applicano le regole procedurali previgenti.

Cosa succede se una Corte d’Appello dichiara inammissibile un appello applicando erroneamente le nuove norme della Riforma Cartabia?
La parte interessata può presentare ricorso alla Corte di Cassazione per errore di diritto. Se la Cassazione accoglie il ricorso, come in questo caso, annulla l’ordinanza di inammissibilità e ordina alla Corte d’Appello di procedere con il giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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