LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Riesame sequestro: quando impugnare il blocco dei beni

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sul riesame sequestro. Sebbene il blocco di un conto bancario equivalga all’esecuzione, l’interessato ha l’onere di provare tale circostanza in sede di riesame. Nel caso di specie, la prova non è stata fornita, rendendo l’impugnazione priva di interesse concreto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riesame Sequestro: Impugnazione Possibile Anche Senza Esecuzione Formale?

Il riesame sequestro è uno strumento fondamentale per difendersi da misure che vincolano i propri beni. Ma cosa succede se si contesta un sequestro prima che questo sia formalmente eseguito? Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico, chiarendo i confini dell’interesse ad impugnare e il ruolo cruciale dell’onere di allegazione a carico della difesa. La decisione sottolinea come, in assenza di prove concrete del pregiudizio, anche un’impugnazione apparentemente fondata possa essere dichiarata inammissibile.

I Fatti del Caso: Un Sequestro Contestato

Un indagato proponeva istanza di riesame avverso un decreto di sequestro preventivo emesso nei suoi confronti. Il Tribunale del riesame, tuttavia, dichiarava l’istanza inammissibile. La motivazione? Al momento della presentazione della richiesta, il sequestro non era stato ancora formalmente eseguito, e di conseguenza, secondo il Tribunale, l’indagato non aveva un interesse concreto e attuale a impugnare il provvedimento.

L’indagato si rivolgeva quindi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse errato. A suo dire, sebbene il verbale di esecuzione formale fosse stato notificato solo in un secondo momento, gli effetti del sequestro si erano già prodotti. In particolare, la Guardia di Finanza aveva notificato il decreto di sequestro a lui e alla sua società, e le banche coinvolte avevano prontamente ‘congelato’ le somme giacenti sui conti correnti per un importo di oltre 45.000 euro. Questo blocco di fatto, secondo la difesa, costituiva già un’esecuzione del provvedimento e radicava il suo interesse a chiederne il riesame.

La Disciplina del Riesame Sequestro e l’Interesse ad Agire

L’articolo 324 del codice di procedura penale stabilisce che la richiesta di riesame contro un sequestro deve essere presentata entro dieci giorni dalla data di esecuzione del provvedimento o dalla diversa data in cui l’interessato ne ha avuto conoscenza. La giurisprudenza costante interpreta questa norma nel senso che l’impugnazione presuppone l’avvenuta esecuzione del sequestro. Finché il bene non è materialmente o giuridicamente vincolato, manca l’interesse concreto a chiederne la restituzione, che è lo scopo principale del riesame.

Tuttavia, la stessa Corte di Cassazione ha chiarito in passato un’importante eccezione per il sequestro di somme di denaro su conti correnti. Quando un istituto di credito, avvisato del provvedimento, procede autonomamente a bloccare l’operatività del conto, si verifica un’indisponibilità di fatto delle somme. Questo ‘congelamento’ è equiparabile all’esecuzione formale, perché produce lo stesso effetto lesivo per il titolare del conto, facendo sorgere in capo a quest’ultimo un interesse concreto e immediato all’impugnazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale. Il punto centrale della motivazione non risiede nella negazione del principio appena esposto, ma nell’applicazione di un altro canone processuale fondamentale: l’onere di allegazione.

La Corte ha osservato che, al momento della decisione del Tribunale del riesame, non vi era agli atti alcuna prova del presunto ‘congelamento’ dei conti. L’indagato, pur sostenendo in Cassazione che le banche avessero bloccato le somme, non aveva dedotto né provato tale circostanza in sede di riesame (né nell’atto di impugnazione, né in memorie successive o in udienza). Era onere della difesa, sottolinea la Corte, indicare e dimostrare i fatti specifici che fondavano il proprio interesse ad impugnare, specialmente in assenza di un’esecuzione formale. La sussistenza dell’interesse, infatti, non può essere presunta ma deve essere concretamente prospettata.

Poiché l’indagato non ha adempiuto a questo onere, il Tribunale ha correttamente rilevato la carenza di interesse e dichiarato l’inammissibilità dell’istanza sulla base degli atti a sua disposizione.

Le Conclusioni

La sentenza offre una lezione importante in materia di impugnazioni cautelari. Se da un lato viene confermato che l’esecuzione di fatto (come il blocco di un conto) è sufficiente a far sorgere l’interesse al riesame di un sequestro, dall’altro si ribadisce con forza che spetta alla parte interessata allegare e provare tale circostanza. Non è sufficiente che il pregiudizio esista; è necessario che venga portato alla cognizione del giudice nelle forme e nei tempi previsti. In mancanza, il diritto a contestare il provvedimento viene meno, con la conseguenza che la misura cautelare, seppur potenzialmente illegittima, rimane in piedi per un vizio puramente processuale.

È possibile chiedere il riesame di un sequestro preventivo prima della sua esecuzione formale?
Di norma, no. La richiesta di riesame presuppone l’avvenuta esecuzione del provvedimento, perché è da quel momento che sorge l’interesse concreto a ottenere la restituzione del bene.

Il blocco di un conto corrente da parte della banca vale come esecuzione del sequestro ai fini del riesame?
Sì. La Corte chiarisce che il blocco dell’operatività del conto, anche se autonomamente disposto dalla banca prima della notifica formale, produce l’indisponibilità dei beni e fa sorgere l’interesse del titolare a impugnare il provvedimento.

Chi deve dimostrare che il conto è stato bloccato per poter chiedere il riesame del sequestro?
È onere della persona che impugna il provvedimento (il ricorrente) dimostrare il proprio interesse concreto, allegando e provando i fatti che lo sostengono, come l’avvenuto blocco del conto corrente. La sola affermazione non è sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati