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Riesame sequestro preventivo: onere della prova

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile una richiesta di riesame sequestro preventivo per mancata esecuzione. La Corte ha stabilito che non spetta al ricorrente l’onere di provare l’avvenuta esecuzione della misura, ma è sufficiente la sua allegazione. È compito dell’autorità giudiziaria procedente trasmettere gli atti e del Tribunale del Riesame verificare d’ufficio lo stato dell’esecuzione, a garanzia del diritto di difesa.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riesame Sequestro Preventivo: a Chi Spetta l’Onere della Prova dell’Esecuzione?

L’istituto del riesame sequestro preventivo rappresenta un fondamentale strumento di garanzia per il cittadino, permettendo un controllo giurisdizionale su una misura che incide profondamente sui diritti patrimoniali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto procedurale cruciale: su chi grava l’onere di dimostrare che il sequestro sia stato effettivamente eseguito? La risposta della Suprema Corte rafforza il diritto di difesa, delineando con precisione i doveri dell’autorità giudiziaria.

I Fatti del Caso

Un indagato presentava una richiesta di riesame avverso un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari. Il Tribunale del Riesame competente, tuttavia, dichiarava la richiesta inammissibile. La ragione addotta era la presunta assenza di interesse ad agire da parte del ricorrente. Secondo il Tribunale, al momento della proposizione del ricorso, il provvedimento di sequestro non risultava ancora eseguito. Di conseguenza, non era ancora iniziato il termine (il cosiddetto dies a quo) per poter proporre l’impugnazione, che, secondo l’art. 324 cod. proc. pen., decorre dalla data di esecuzione del sequestro.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’indagato ricorreva in Cassazione, contestando la decisione del Tribunale. I motivi del ricorso erano principalmente due:

1. Erronea applicazione della legge processuale: Si sosteneva l’illogicità della motivazione che aveva dichiarato l’inammissibilità per ‘difetto di legittimazione’. Il ricorrente affermava che non può essere posto a suo carico l’onere di fornire la prova formale dell’avvenuta esecuzione del sequestro. Semmai, è sufficiente un onere di allegazione.
2. Mancanza di motivazione sul periculum in mora: Il ricorrente lamentava che il decreto di sequestro originario fosse privo di una motivazione concreta sul pericolo che, nelle more del giudizio, i beni potessero essere dispersi o alienati.

Riesame sequestro preventivo: l’Onere della Prova secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendo assorbito il secondo. La Suprema Corte ha chiarito in modo definitivo la ripartizione degli oneri procedurali nel riesame sequestro preventivo. Il Tribunale aveva errato nel ritenere che fosse onere del ricorrente fornire la prova dell’avvenuta esecuzione. La Corte ha stabilito che al cittadino che impugna può essere richiesto, al massimo, un onere di allegazione della circostanza, ma non un onere di prova.

I Doveri dell’Autorità Giudiziaria

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: nel procedimento di riesame delle misure cautelari reali, l’acquisizione degli atti è a carico degli uffici giudiziari coinvolti. Ai sensi dell’art. 324, comma 3, cod. proc. pen., in caso di ricorso, i verbali relativi all’esecuzione devono essere allegati al provvedimento di sequestro e trasmessi al Tribunale del Riesame dall’autorità procedente (in questo caso, l’Ufficio del Pubblico Ministero). Pertanto, il ricorrente non ha l’onere di produrre l’atto impugnato né i verbali di esecuzione.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano sulla necessità di garantire l’effettività del diritto di difesa. Porre a carico del ricorrente l’onere di provare l’esecuzione del sequestro o far gravare su di lui le conseguenze della mancata allegazione dei verbali da parte dell’autorità procedente sarebbe un errore giuridico. Il Tribunale del Riesame, prima di dichiarare la carenza di interesse per mancata esecuzione, avrebbe dovuto verificare ex officio (d’ufficio) se l’assenza dei verbali fosse dovuta a una reale mancata esecuzione o a una semplice omissione nella trasmissione degli atti da parte del Pubblico Ministero. Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che l’esecuzione era iniziata il giorno prima del deposito del ricorso, con la notifica del decreto a un istituto di credito. Il Tribunale avrebbe potuto facilmente accertare questa circostanza, anziché respingere il ricorso in rito. L’omessa verifica costituisce una violazione di legge che impone l’annullamento della decisione.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di Cagliari per un nuovo giudizio. Il principio sancito è di grande importanza pratica: il cittadino che subisce un sequestro e intende chiederne il riesame deve solo allegare l’avvenuta esecuzione per attivare il procedimento. Spetta poi all’apparato giudiziario, e in particolare al Tribunale del Riesame, l’obbligo di verificare attivamente la sussistenza delle condizioni di ammissibilità, senza scaricare oneri probatori impropri sulla parte che sta esercitando il proprio diritto di difesa.

Chi deve provare che un sequestro preventivo è stato eseguito quando si presenta una richiesta di riesame?
Non spetta al ricorrente fornire la prova dell’esecuzione. Secondo la sentenza, il ricorrente ha solo un onere di allegazione, ovvero di dichiarare che l’esecuzione è avvenuta. È compito dell’autorità procedente (come il Pubblico Ministero) trasmettere tutti gli atti, inclusi i verbali di esecuzione, e del Tribunale del Riesame verificare d’ufficio tale circostanza.

È possibile presentare un riesame contro un decreto di sequestro prima che sia stato eseguito?
No. La sentenza conferma che, in base all’art. 324 del codice di procedura penale, il termine per proporre l’impugnazione (il dies a quo) decorre dalla data di esecuzione del provvedimento. L’interesse concreto e attuale a impugnare sorge solo nel momento in cui la misura cautelare viene effettivamente eseguita.

Cosa succede se il Tribunale del Riesame dichiara inammissibile un ricorso per mancata prova dell’esecuzione del sequestro?
Se il ricorrente ha correttamente allegato l’avvenuta esecuzione, una tale decisione del Tribunale costituisce una violazione di legge. Come stabilito in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare l’ordinanza di inammissibilità e rinviare gli atti al Tribunale affinché proceda con un nuovo giudizio che esamini il merito della richiesta di riesame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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