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Riesame sequestro: impugnazione e limiti

Un indagato per incendio di un’autovettura impugna un decreto di perquisizione a seguito del quale viene sequestrato un paio di scarpe. Il Tribunale dichiara il ricorso inammissibile, poiché il rimedio corretto è il riesame sequestro. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38629/2024, conferma la decisione, chiarendo che i vizi della perquisizione vanno contestati nell’ambito dell’impugnazione del sequestro, unico atto suscettibile di riesame.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riesame Sequestro: L’Errore che Può Costare l’Impugnazione

Nel processo penale, la scelta del corretto strumento di impugnazione è fondamentale per la tutela dei diritti della difesa. Un errore nella qualificazione dell’atto da contestare può portare a una declaratoria di inammissibilità, vanificando le ragioni dell’indagato. La Corte di Cassazione, con la sentenza in commento, offre un’importante lezione sul riesame sequestro, chiarendo i limiti dell’impugnazione del decreto di perquisizione quando a questo segue, appunto, un sequestro. Analizziamo come un’imprecisione formale possa essere superata solo se il giudice del riesame, di fatto, esamina comunque il merito della questione.

I Fatti di Causa: Dall’Incendio al Sequestro delle Scarpe

La vicenda trae origine da un’indagine per il reato di incendio di un’autovettura. La persona offesa, visionando le immagini di un sistema di videosorveglianza, riconosceva nel presunto autore del fatto un proprio dipendente. Sulla base di questi elementi, il Pubblico Ministero emetteva un decreto di perquisizione e sequestro finalizzato a rinvenire gli indumenti indossati dal soggetto ripreso dalle telecamere. Durante l’esecuzione del provvedimento, la polizia giudiziaria procedeva al sequestro di un paio di scarpe ritenute pertinenti al reato.

L’Impugnazione e la Decisione del Tribunale del Riesame

La difesa dell’indagato presentava una richiesta di riesame, indicando erroneamente come oggetto dell’impugnazione il solo ‘decreto di perquisizione’. Il Tribunale, in funzione di giudice del riesame, dichiarava la richiesta inammissibile. La motivazione era netta: il decreto di perquisizione, in sé, non è un atto suscettibile di riesame. Quando alla perquisizione segue un sequestro, l’unico rimedio esperibile è la richiesta di riesame avverso il decreto di sequestro. Nonostante avesse rilevato che in una memoria successiva la difesa chiedeva l’annullamento del sequestro, il Tribunale la riteneva una richiesta tardiva. Tuttavia, in via subordinata, il giudice analizzava anche il merito, ritenendo il sequestro pienamente legittimo e fondato sulla necessità di compiere accertamenti tecnici sulle scarpe.

La Decisione della Cassazione sul riesame sequestro

Investita del ricorso, la Corte di Cassazione ha rigettato le doglianze della difesa, confermando la decisione impugnata. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio cardine della procedura penale: la tassatività dei mezzi di impugnazione. L’istituto del riesame sequestro è previsto specificamente per contestare i provvedimenti di sequestro, non quelli di perquisizione.

La Corte ha chiarito che, sebbene il Pubblico Ministero avesse emesso un unico atto che disponeva sia la perquisizione sia il sequestro, l’oggetto della doglianza difensiva doveva essere il sequestro. Eventuali vizi della perquisizione non possono essere fatti valere autonomamente ma devono essere dedotti come motivo di illegittimità del conseguente sequestro. L’elemento cruciale della decisione, però, risiede altrove.

Le Motivazioni

La Cassazione ha osservato che, nonostante la formale declaratoria di inammissibilità, il Tribunale del riesame aveva di fatto garantito il diritto di difesa. Il difensore era stato sentito, aveva depositato memorie e, soprattutto, il giudice aveva esaminato nel merito le ragioni del sequestro, fornendo una motivazione congrua e logica. Il Tribunale aveva spiegato perché fosse necessario ricercare e sequestrare indumenti e scarpe per confrontarli con quelli visibili nei filmati e compiere analisi scientifiche. Questa valutazione nel merito, seppur presentata come argomento subordinato, ha ‘sanato’ l’imprecisione iniziale del ricorso, poiché ha dimostrato che le ragioni della difesa sono state comunque considerate e disattese con argomentazioni giuridicamente corrette. Pertanto, la declaratoria di inammissibilità non ha causato alcuna lesione concreta dei diritti dell’indagato.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per gli operatori del diritto. Quando si intende contestare un sequestro probatorio eseguito a seguito di una perquisizione, è essenziale impugnare formalmente il provvedimento di sequestro. Qualsiasi critica relativa alle modalità o alla legittimità della perquisizione deve essere veicolata all’interno del ricorso per il riesame sequestro. Un ricorso indirizzato unicamente contro il decreto di perquisizione è tecnicamente errato e destinato all’inammissibilità. Tuttavia, la pronuncia dimostra anche un approccio sostanzialistico: se il giudice, al di là del formalismo, esamina compiutamente il merito della questione, la posizione della difesa non subisce un pregiudizio effettivo e il ricorso in Cassazione non potrà trovare accoglimento.

È possibile impugnare un decreto di perquisizione con il riesame?
No, in base al principio di tassatività dei mezzi di impugnazione, il decreto di perquisizione non è un atto autonomamente soggetto a riesame. La legge non prevede questo specifico rimedio.

Cosa si deve impugnare se a una perquisizione segue un sequestro?
Se la perquisizione porta a un sequestro, l’unico atto impugnabile tramite riesame è il provvedimento di sequestro. Eventuali vizi o illegittimità della perquisizione devono essere fatti valere come motivo di illegittimità derivata del sequestro stesso, all’interno della richiesta di riesame.

Se un ricorso viene dichiarato formalmente inammissibile, il giudice può comunque decidere nel merito?
In questo caso specifico, sebbene il Tribunale abbia dichiarato inammissibile il ricorso per un errore formale, ha comunque analizzato e motivato nel merito la legittimità del sequestro. La Corte di Cassazione ha ritenuto che tale valutazione sostanziale abbia di fatto garantito i diritti di difesa, rendendo il ricorso infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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