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Riduzione pena rito abbreviato: no retroattività

Un imputato ha richiesto la riduzione di pena prevista dalla Riforma Cartabia per la mancata impugnazione di una sentenza emessa con rito abbreviato. La sua condanna, però, era divenuta definitiva prima dell’entrata in vigore della nuova legge. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la norma sulla riduzione pena rito abbreviato non ha efficacia retroattiva. Trattandosi di una regola processuale, si applica il principio ‘tempus regit actum’, per cui il beneficio spetta solo se la sentenza è diventata irrevocabile dopo il 30 dicembre 2022.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riduzione Pena Rito Abbreviato: la Cassazione nega la retroattività

Con la sentenza n. 4870 del 2024, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale introdotta dalla Riforma Cartabia: l’applicabilità della nuova riduzione pena rito abbreviato a sentenze divenute definitive prima della sua entrata in vigore. La Corte ha stabilito che il beneficio, consistente in un’ulteriore riduzione di un sesto della pena per chi non impugna la condanna, non è retroattivo.

Il Fatto: la richiesta di uno sconto di pena post-condanna

Il caso nasce dal ricorso di un imputato condannato con rito abbreviato. A seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022), è stata introdotta una nuova norma (art. 442, comma 2-bis, c.p.p.) che premia con un’ulteriore riduzione di pena l’imputato che accetta la sentenza di primo grado senza proporre appello.

L’imputato, la cui sentenza era già passata in giudicato prima del 30 dicembre 2022 (data di entrata in vigore della riforma), ha presentato un’istanza per ottenere tale beneficio. Il Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) ha dichiarato la domanda inammissibile, sostenendo che la norma non potesse essere applicata a decisioni già definitive e che, in ogni caso, era stata proposta un’impugnazione, seppur tardiva.

I motivi del ricorso in Cassazione

L’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la norma dovesse essere considerata di natura sostanziale e, quindi, più favorevole (c.d. lex mitior). Secondo questa tesi, il beneficio avrebbe dovuto applicarsi retroattivamente anche alle sentenze già passate in giudicato prima dell’entrata in vigore della riforma. La difesa ha inoltre argomentato che la presentazione di un appello fuori termine, e quindi palesemente inammissibile, fosse un dato irrilevante.

La decisione della Cassazione sulla riduzione pena rito abbreviato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando la decisione del GUP. Gli Ermellini hanno chiarito che il beneficio della riduzione pena rito abbreviato non può essere applicato retroattivamente.

La Corte ha sposato un precedente orientamento (sentenza n. 16054 del 2023), secondo cui la norma in questione ha natura processuale e non sostanziale. Di conseguenza, essa è soggetta al principio del tempus regit actum (la legge regola gli atti compiuti durante la sua vigenza) e non a quello della retroattività della lex mitior.

Le motivazioni: la distinzione tra norma processuale e sostanziale

La motivazione della sentenza si fonda su una distinzione fondamentale. Le norme penali sostanziali, che definiscono i reati e le pene, se più favorevoli, si applicano retroattivamente (principio del favor rei), a meno che non sia intervenuta una sentenza irrevocabile. Le norme processuali, invece, regolano lo svolgimento del processo e si applicano dal momento della loro entrata in vigore.

Secondo la Cassazione, la condizione per ottenere lo sconto di pena – la mancata impugnazione che rende irrevocabile la sentenza – è un atto processuale. Pertanto, la legge applicabile è quella in vigore nel momento in cui tale condizione si verifica. Se la sentenza è divenuta irrevocabile prima del 30 dicembre 2022, la nuova norma semplicemente non esisteva e non può trovare applicazione.

La Corte ha inoltre escluso profili di incostituzionalità, affermando che la differenza di trattamento tra chi è stato giudicato prima e dopo la riforma è giustificata dalla diversità delle situazioni processuali e non costituisce una disparità ingiusta.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La pronuncia della Cassazione delinea un confine temporale netto per l’applicazione del nuovo beneficio. In sintesi:

1. Nessuna Retroattività: La riduzione di un sesto della pena per mancata impugnazione nel rito abbreviato non si applica alle sentenze divenute irrevocabili prima del 30 dicembre 2022.
2. Natura Processuale: La norma è considerata di natura processuale, quindi è soggetta al principio tempus regit actum.
3. Irrilevanza dell’Appello Tardivo: Il fatto che sia stato presentato un appello inammissibile perché tardivo non cambia la sostanza; ciò che conta è la data in cui la sentenza è diventata definitiva.

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro, limitando l’applicazione di uno degli istituti premiali più significativi della Riforma Cartabia ai soli procedimenti le cui sentenze sono diventate definitive dopo la sua entrata in vigore.

Quando si applica la riduzione di pena di un sesto prevista dalla Riforma Cartabia per la mancata impugnazione nel rito abbreviato?
Si applica solo alle sentenze di condanna emesse con rito abbreviato che sono diventate irrevocabili dopo l’entrata in vigore della nuova legge, ovvero dopo il 30 dicembre 2022.

La nuova norma sulla riduzione della pena per il rito abbreviato è retroattiva?
No, la norma non è retroattiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che si tratta di una norma processuale, soggetta al principio “tempus regit actum”, e non di una norma sostanziale più favorevole (lex mitior) che potrebbe applicarsi retroattivamente.

Cosa succede se un appello viene presentato in ritardo contro una sentenza di rito abbreviato?
La presentazione di un’impugnazione tardiva, che è palesemente inammissibile, è irrilevante ai fini dell’applicazione del beneficio. Ciò che conta è la data in cui la sentenza è diventata definitiva (passata in giudicato). Se questa data è anteriore al 30 dicembre 2022, il beneficio non si applica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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