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Ricusazione organo collegiale: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto che aveva tentato la ricusazione dell’intero Tribunale di sorveglianza. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la ricusazione di un organo collegiale non è consentita, in quanto tale strumento può essere utilizzato solo contro singoli magistrati e non contro l’organo nel suo insieme.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione Organo Collegiale: la Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Con la sentenza n. 19775 del 2024, la Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione procedurale, ribadendo un principio consolidato in materia di ricusazione di un organo collegiale. La decisione chiarisce in modo definitivo i limiti di applicazione di questo strumento, stabilendo che esso può essere rivolto esclusivamente ai singoli giudici e non all’intero collegio giudicante. Questo articolo analizza la pronuncia, i fatti sottostanti e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: La Dichiarazione di Ricusazione Contro un Intero Tribunale

Il caso trae origine dal ricorso presentato dal difensore di un detenuto, sottoposto al regime detentivo speciale previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario. Nell’ambito di un procedimento di reclamo contro la proroga di tale regime, il detenuto aveva presentato una dichiarazione di ricusazione non nei confronti di uno o più specifici magistrati, bensì contro l’intero Tribunale di sorveglianza di Roma.

Il ricorrente sosteneva che una serie di circostanze di fatto e di diritto generassero un legittimo sospetto di grave pregiudizio, tale da inficiare la serenità e l’imparzialità di giudizio dell’intero organo. La Corte d’appello di Roma, investita della questione, aveva dichiarato inammissibile tale dichiarazione. Contro questa decisione, il detenuto ha proposto ricorso per cassazione, lamentando violazioni di legge.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Ricusazione di un Organo Collegiale

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un principio di diritto chiaro e già affermato dalla giurisprudenza di legittimità. La Corte ha stabilito che la dichiarazione di ricusazione è un rimedio processuale che la legge riserva esclusivamente ai singoli componenti di un organo giudicante, e non può essere estesa all’organo nella sua interezza. Qualsiasi tentativo di ricusare un intero collegio è, pertanto, proceduralmente scorretto e destinato a essere dichiarato inammissibile.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nel richiamo a un suo precedente specifico (Sentenza n. 1157 del 2021), che aveva già chiarito la natura strettamente personale dell’istituto della ricusazione. I giudici hanno spiegato che le cause di ricusazione, così come quelle di astensione, sono legate a situazioni personali e specifiche di un determinato magistrato (ad esempio, rapporti di parentela, inimicizia o interesse nella causa) che ne possono minare l’imparzialità.

Di conseguenza, è logicamente e giuridicamente impossibile che tali cause possano riferirsi a un organo impersonale e collettivo come un Tribunale. La dichiarazione del ricorrente, essendo stata proposta genericamente contro l'”intero Tribunale di sorveglianza di Roma”, era intrinsecamente viziata e non poteva essere presa in esame nel merito. La Corte ha ritenuto questa osservazione “decisiva” e sufficiente a dichiarare l’inammissibilità del ricorso, senza la necessità di analizzare le altre doglianze.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Principio di Diritto

La sentenza consolida un importante paletto procedurale, volto a garantire il corretto funzionamento della giustizia e a prevenire abusi dello strumento della ricusazione. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Specificità della Ricusazione: Qualsiasi parte processuale che intenda ricusare un giudice deve identificare nominativamente il magistrato o i magistrati di cui sospetta la parzialità e deve indicare le specifiche ragioni previste dal codice di procedura penale.
2. Impossibilità di “Bloccare” un Intero Ufficio Giudiziario: Il principio affermato impedisce che la ricusazione venga utilizzata come una tattica dilatoria o ostruzionistica per paralizzare l’attività di un intero organo giudicante.
3. Responsabilità del Ricorrente: La Corte, nel dichiarare l’inammissibilità, ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Ciò sottolinea che la proposizione di impugnazioni palesemente infondate o contrarie a principi di diritto consolidati espone la parte a conseguenze economiche, in base al principio della “colpa nella proposizione dell’impugnazione”.

È possibile ricusare un intero organo giudicante collegiale, come un Tribunale?
No, la sentenza chiarisce che la dichiarazione di ricusazione è un rimedio esperibile solo nei confronti dei singoli giudici che compongono l’organo collegiale, non verso l’organo nel suo complesso.

Qual è stata la conseguenza per il ricorrente che ha proposto la ricusazione contro l’intero Tribunale?
Il suo ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile e, di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché la Corte di Cassazione ha considerato inammissibile il ricorso?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché la richiesta di ricusazione era stata proposta contro l’intero Tribunale di sorveglianza di Roma, una procedura non prevista dalla legge. La Corte ha applicato il principio di diritto consolidato secondo cui la ricusazione può riguardare solo i singoli giudici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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