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Ricusazione inammissibile: quando è infondata?

La Corte di Cassazione dichiara una ricusazione inammissibile perché manifestamente infondata. L’imputato sosteneva un’anticipazione del giudizio basandosi sulla mancata acquisizione di documenti, un motivo ritenuto non sufficiente dalla Corte per dimostrare una parzialità del Collegio. Di conseguenza, il richiedente è stato condannato a una sanzione pecuniaria per aver presentato un’istanza priva di concreti elementi di prova.

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Pubblicato il 3 agosto 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione Inammissibile: Quando la Richiesta è Manifestamente Infondata?

L’istituto della ricusazione rappresenta una garanzia fondamentale per l’imparzialità del giudice nel processo penale. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere fondato su presupposti concreti e specifici, altrimenti si rischia una dichiarazione di ricusazione inammissibile con conseguenti sanzioni. Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui criteri di valutazione, chiarendo quando una doglianza dell’imputato non è sufficiente a giustificare la sostituzione del collegio giudicante.

I Fatti del Caso

Un imputato presentava una dichiarazione di ricusazione nei confronti del Collegio giudicante, basando la sua richiesta sulla presunta violazione dell’art. 37, lettera b), del codice di procedura penale. Tale norma prevede la possibilità di ricusare un giudice se questi ha indebitamente anticipato il proprio giudizio sulla materia del contendere (res iudicanda).

Nello specifico, l’imputato non lamentava una dichiarazione esplicita o un comportamento palese del Collegio, ma deduceva l’anticipazione del giudizio da una circostanza indiretta: la mancata acquisizione di determinata documentazione. Secondo la sua tesi, questa omissione avrebbe creato un’insufficienza di materiale probatorio, precludendo una decisione corretta e, implicitamente, rivelando un orientamento già formato da parte dei giudici.

La Decisione della Corte sulla Ricusazione Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato l’istanza e l’ha rigettata, dichiarando la ricusazione inammissibile per manifesta infondatezza. Secondo i giudici supremi, la richiesta dell’imputato era del tutto priva dei requisiti minimi per essere accolta. La decisione non si è limitata a respingere la richiesta, ma ha anche comportato una condanna pecuniaria per il proponente, sanzionando l’abuso dello strumento processuale.

Le Motivazioni della Cassazione

Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione che la Corte opera tra la critica a una scelta processuale e la prova di una reale anticipazione del giudizio. I giudici hanno chiarito che, per fondare una richiesta di ricusazione, non è sufficiente esprimere un generico dissenso sulle modalità di gestione del processo da parte del Collegio.

La motivazione della dichiarazione di ricusazione deve contenere indicazioni concrete e specifiche su come e con quale contenuto il giudice avrebbe manifestato in anticipo la propria opinione sulla res iudicanda. Nel caso in esame, l’imputato si era limitato a dolersi di una mancata attività istruttoria (l’acquisizione di documenti), collegandola a una presunta insufficienza del materiale decisionale. Questa, secondo la Corte, è una critica che attiene alla gestione del processo e alla valutazione delle prove, ma non costituisce di per sé un’anticipazione del giudizio.

In altre parole, la legge richiede la prova di un pregiudizio già formato e manifestato, non la semplice supposizione che una certa decisione procedurale nasconda una parzialità. Mancando tale prova concreta, la richiesta è stata ritenuta manifestamente infondata.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la ricusazione è uno strumento serio, non un espediente per contestare genericamente la conduzione del dibattimento. Chi intende avvalersene deve fornire elementi fattuali precisi che dimostrino un’effettiva compromissione dell’imparzialità del giudice.

L’esito del caso serve da monito: presentare una dichiarazione di ricusazione priva di fondamento non è un atto privo di conseguenze. La legge prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria, come la condanna al pagamento di 1.500,00 euro in favore della Cassa delle ammende, per scoraggiare istanze pretestuose o dilatorie. Pertanto, è essenziale che le parti e i loro difensori valutino con estrema attenzione i presupposti di tale richiesta, per evitare non solo il rigetto, ma anche una sanzione economica.

Quando una dichiarazione di ricusazione può essere considerata inammissibile?
Una dichiarazione di ricusazione è considerata inammissibile quando è manifestamente infondata, ossia quando non vengono forniti elementi concreti e specifici che dimostrino come e con quale contenuto il giudice avrebbe anticipato il proprio parere sulla questione da decidere.

Lamentare la mancata acquisizione di prove è un motivo valido per la ricusazione di un giudice?
No, secondo questa ordinanza, lamentare la mancata acquisizione di documenti, sostenendo che ciò comporti un’insufficienza di materiale per una corretta decisione, non è una condizione che integra l’indebita anticipazione di giudizio e non costituisce, da sola, un motivo valido per la ricusazione.

Cosa rischia chi presenta una richiesta di ricusazione dichiarata inammissibile?
Chi presenta una richiesta di ricusazione che viene dichiarata inammissibile per manifesta infondatezza rischia una condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la sanzione è stata di 1.500,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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