LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricusazione giudice: quando la richiesta è tardiva?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni imputati contro il rigetto di un’istanza di ricusazione del giudice. La Corte ha stabilito che il termine di tre giorni per presentare la dichiarazione decorre dal momento in cui la parte viene a conoscenza della causa di incompatibilità, e non dalla successiva decisione del giudice sull’invito ad astenersi. Pertanto, la richiesta di ricusazione giudice presentata oltre tale termine è considerata tardiva e inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione Giudice: I Termini Decadono Anche con la Riserva del Magistrato

L’imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale del giusto processo. Ma cosa succede quando una parte ritiene che tale imparzialità sia compromessa? Lo strumento previsto è la ricusazione giudice, una procedura che però deve rispettare termini perentori. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 31118/2025) ha ribadito un principio cruciale: il termine per presentare l’istanza decorre dalla conoscenza della causa di ricusazione, anche se il giudice si è riservato di decidere su un preventivo invito ad astenersi. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Ricusazione Giudice Tardiva

Durante un’udienza preliminare, i difensori di alcuni imputati invitavano la Giudice a valutare la propria astensione dal processo, ravvisando una potenziale causa di incompatibilità. La Giudice, anziché decidere immediatamente, si riservava. A un’udienza successiva, scioglieva la riserva e rigettava la richiesta di astensione.

Solo a questo punto, e dopo diversi giorni, la difesa formalizzava il deposito di una dichiarazione di ricusazione. La Corte d’Appello, chiamata a decidere sull’istanza, la dichiarava inammissibile per tardività. Secondo i giudici di merito, il termine di tre giorni per la presentazione della richiesta era iniziato a decorrere non dal rigetto della riserva, ma dalla prima udienza, ovvero dal momento in cui la difesa aveva avuto piena conoscenza della presunta causa di incompatibilità e aveva invitato la Giudice ad astenersi. Contro questa decisione, gli imputati proponevano ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sui Termini per la Ricusazione Giudice

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, definendoli manifestamente infondati e confermando la correttezza della decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno chiarito che la procedura di astensione e quella di ricusazione sono autonome, con termini distinti e non sovrapponibili.

L’Argomento Decisivo: la Tardività della Dichiarazione

Il punto centrale della sentenza è il calcolo del termine per proporre la dichiarazione di ricusazione. La legge stabilisce che la dichiarazione debba essere proposta entro tre giorni dal momento in cui la parte ha conoscenza della causa di ricusazione.

La Cassazione, richiamando una giurisprudenza consolidata, ha affermato che, se una parte invita il giudice ad astenersi e questi si riserva la decisione, il termine di tre giorni per la ricusazione decorre comunque dal momento della conoscenza della causa di incompatibilità (ovvero dall’udienza in cui è stato formulato l’invito), e non dalla successiva decisione di rigetto del giudice. Attendere l’esito della riserva per poi presentare l’istanza costituisce una presentazione tardiva che ne determina l’inammissibilità.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano sulla necessità di garantire la celerità del processo e di evitare manovre dilatorie. Permettere alla parte di attendere la decisione del giudice sull’astensione prima di far scattare il termine per la ricusazione significherebbe concedere una “rimessione in termini” non prevista dalla legge, aggirando il carattere perentorio del termine stabilito dall’art. 38 del codice di procedura penale.

L’invito all’astensione è un atto non formalmente previsto dal sistema processuale, che non può influenzare la decorrenza dei termini perentori stabiliti per la ricusazione. La parte che è a conoscenza di una causa di incompatibilità ha l’onere di attivarsi immediatamente, depositando la dichiarazione di ricusazione entro i tre giorni previsti, indipendentemente dalle decisioni che il giudice prenderà in merito a un informale invito ad astenersi.

La decisività di questo argomento, relativo alla tardività, ha reso inammissibili anche le altre censure sollevate dai ricorrenti riguardo alla presunta incompatibilità del giudice.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio fondamentale in materia di ricusazione giudice: la tempestività è un requisito essenziale. La conoscenza della causa di incompatibilità è il dies a quo da cui far partire il conteggio del termine perentorio di tre giorni. Le strategie difensive che prevedono un preventivo e informale invito all’astensione non sospendono né posticipano tale termine. La conseguenza di un deposito tardivo è drastica: l’istanza viene dichiarata inammissibile senza che si entri nel merito delle ragioni, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Da quando decorre il termine di tre giorni per presentare una dichiarazione di ricusazione del giudice?
Il termine di tre giorni decorre dal momento in cui la parte viene a conoscenza della causa di ricusazione, non da un momento successivo.

Se si invita un giudice ad astenersi e questo si riserva la decisione, il termine per la ricusazione viene sospeso o posticipato?
No. Secondo la sentenza, il termine di tre giorni per la ricusazione decorre comunque dal momento in cui la parte è venuta a conoscenza della causa di incompatibilità, indipendentemente dalla sopravvenuta decisione di rigetto dell’invito da parte del giudice.

Cosa succede se la dichiarazione di ricusazione del giudice viene presentata oltre i termini previsti?
La dichiarazione viene ritenuta tardiva e, di conseguenza, dichiarata inammissibile. Ciò significa che il giudice non esaminerà nel merito le ragioni della ricusazione e la richiesta verrà respinta per motivi procedurali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati