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Ricusazione giudice: quando è tardiva? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità di un’istanza di ricusazione giudice perché presentata oltre i termini di legge. La sentenza chiarisce che il termine decorre dalla piena conoscenza del fatto che si presume causi parzialità e che le scelte processuali del magistrato, come la mancata ammissione di una prova, costituiscono motivo di impugnazione e non di ricusazione.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione Giudice: Termini Perentori e Motivi Validi secondo la Cassazione

L’istituto della ricusazione giudice rappresenta una garanzia fondamentale per l’imparzialità del processo. Tuttavia, il suo utilizzo è soggetto a regole procedurali molto rigide, in particolare per quanto riguarda i termini di presentazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questi principi, chiarendo la differenza tra un legittimo sospetto di parzialità e un semplice disaccordo con le decisioni del magistrato. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso: Una Richiesta di Ricusazione Giudice Giudicata Tardiva

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un ricorso presentato da un imputato avverso l’ordinanza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibili le sue richieste di ricusazione nei confronti di un giudice del Tribunale. L’imputato sosteneva che la richiesta fosse tempestiva, in quanto le condotte del giudice, indicative di un preconcetto a suo sfavore, si sarebbero manifestate compiutamente solo in una data specifica.

I Fatti Processuali

Secondo la difesa, i motivi di ricusazione erano legati a specifiche decisioni del giudice, tra cui la non ammissione di prove a discarico e l’omesso esame di un’istanza di assoluzione immediata. La difesa sosteneva che solo in un’udienza di marzo 2025 si era avuta la piena consapevolezza di un presunto atteggiamento pregiudizievole. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto questa tesi, ritenendo la richiesta tardiva in quanto i fatti posti a suo fondamento erano noti all’imputato e al suo difensore da diversi mesi prima.

L’Analisi della Cassazione sulla Ricusazione Giudice

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti chiarimenti sui requisiti formali e sostanziali per una valida istanza di ricusazione.

La Questione della Tempestività

Il punto centrale della decisione riguarda il termine perentorio di tre giorni per presentare l’istanza, come previsto dall’art. 38 del codice di procedura penale. La Corte ha sottolineato che la situazione che, secondo la difesa, fondava la ricusazione era nota già dal novembre dell’anno precedente, quando la difesa stessa aveva invitato il giudice ad astenersi. A maggior ragione, la conoscenza era certa a dicembre, quando il giudice, in udienza e alla presenza delle parti, aveva esplicitamente rigettato tale invito. Presentare l’istanza solo a marzo dell’anno successivo è stato, quindi, considerato un atto irrimediabilmente tardivo.

Distinzione tra Motivi di Ricusazione e Mezzi di Impugnazione

La Cassazione ha operato una distinzione cruciale: le lamentele della difesa non configuravano valide cause di ricusazione. Scelte processuali come l’ammissione o l’esclusione di prove, per quanto possano essere ritenute errate dalla parte, rientrano nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali. Esse non dimostrano un’indebita manifestazione del convincimento del giudice o una grave inimicizia. Tali decisioni possono essere contestate attraverso gli ordinari strumenti di impugnazione, non con l’istituto eccezionale della ricusazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato il rigetto evidenziando che la ricusazione è un procedimento rigorosamente formale. I motivi validi sono tassativamente indicati dalla legge e non possono essere estesi a semplici critiche sull’operato del giudice. La parzialità che giustifica la sostituzione del magistrato deve derivare da circostanze oggettive e personali, esterne alla normale dialettica processuale, come rapporti personali con le parti o manifestazioni di opinione al di fuori del contesto giudiziario. Le decisioni prese all’interno del processo, anche se discutibili, sono soggette al vaglio dei gradi di giudizio successivi e non possono essere usate per mettere in discussione l’imparzialità del giudice.

Le Conclusioni della Corte

In conclusione, la sentenza ha riaffermato due principi fondamentali. Primo, il termine per la ricusazione è perentorio e decorre dal momento in cui la parte ha effettiva conoscenza della causa di ricusazione, non da quando ne percepisce soggettivamente la gravità. Secondo, non si deve confondere il dissenso sulle scelte procedurali del giudice con i motivi di ricusazione. Questi ultimi attengono a una potenziale contaminazione del giudizio per ragioni esterne al processo, mentre i primi vanno fatti valere tramite appello o altri mezzi di gravame. Il ricorso è stato quindi rigettato, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Da quando decorre il termine per presentare una richiesta di ricusazione del giudice?
Il termine perentorio di tre giorni decorre dal momento in cui la parte ha piena e certa conoscenza del fatto che si presume costituisca un motivo di ricusazione, non da una successiva e soggettiva valutazione della sua gravità.

Il disaccordo con le decisioni processuali di un giudice è un motivo valido per la sua ricusazione?
No. Secondo la Corte, le scelte processuali (come la gestione delle prove o la valutazione di istanze) operate dal giudice, anche se ritenute errate, non costituiscono un valido motivo di ricusazione. Esse devono essere contestate attraverso gli ordinari strumenti di impugnazione.

Cosa succede se la richiesta di ricusazione del giudice viene presentata oltre i termini stabiliti dalla legge?
Se la richiesta è presentata oltre il termine perentorio previsto dalla legge, viene dichiarata inammissibile per intempestività, senza che si entri nel merito dei motivi addotti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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