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Ricusazione giudice esecuzione: quando è possibile?

Una società, terza estranea a un processo penale, ha contestato un ordine di confisca sui propri beni tramite un incidente di esecuzione. Ha richiesto la ricusazione dei giudici dell’esecuzione, poiché gli stessi avevano confermato la confisca nel giudizio di merito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, specificando che la ricusazione del giudice dell’esecuzione non è automatica. È necessario dimostrare che il giudice abbia precedentemente espresso una valutazione pregiudizievole specifica nei confronti del terzo, e non solo nei confronti degli imputati originari.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione Giudice Esecuzione: la Cassazione fa Chiarezza sul Ruolo del Terzo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nella procedura penale: la ricusazione del giudice dell’esecuzione da parte di un soggetto terzo, estraneo al processo di cognizione, i cui beni sono stati oggetto di confisca. La pronuncia chiarisce i limiti della cosiddetta “forza della prevenzione” e l’onere probatorio a carico di chi solleva la questione di imparzialità.

I Fatti di Causa

Una società, proprietaria di alcuni beni immobili, proponeva un incidente di esecuzione per contestare la legittimità di un ordine di confisca urbanistica. Tale confisca era stata disposta con una sentenza penale definitiva emessa nei confronti di altre persone fisiche per il reato di lottizzazione abusiva.

In vista dell’udienza per l’incidente di esecuzione, la società presentava un’istanza di ricusazione nei confronti di due giudici del collegio della Corte d’Appello. Il motivo? Gli stessi magistrati avevano fatto parte del collegio che, nel giudizio di merito, aveva confermato proprio quella confisca. Secondo la società ricorrente, questa pregressa decisione avrebbe compromesso la loro imparzialità, a causa della “forza della prevenzione”, ovvero la naturale tendenza a confermare una decisione già presa.

La Corte d’Appello dichiarava inammissibile l’istanza di ricusazione, e la società ricorreva per cassazione.

La Questione sulla Ricusazione Giudice Esecuzione

Il nodo centrale della questione riguarda l’applicabilità delle norme sulla ricusazione (in particolare l’art. 37 cod. proc. pen.) al giudice della fase esecutiva che si sia già pronunciato nel merito della stessa vicenda, ma nei confronti di soggetti diversi dalla parte che ora lo ricusa.

Il ricorrente sosteneva che il giudice dell’esecuzione, essendo chiamato a una nuova valutazione che coinvolge il merito della confisca su beni di un terzo, non poteva essere lo stesso che aveva già formato un convincimento sulla vicenda. Si tratterebbe, secondo la difesa, di un’attività più vicina a un nuovo giudizio che a una mera esecuzione, richiedendo quindi un giudice “terzo” e non condizionato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato, offrendo importanti chiarimenti sul tema.

Stretta Interpretazione delle Norme sulla Ricusazione

In primo luogo, la Corte ribadisce che le norme sulla ricusazione sono eccezionali e di stretta interpretazione, poiché limitano l’esercizio del potere giurisdizionale. Non è prevista esplicitamente un’ipotesi di ricusazione del giudice dell’esecuzione che abbia partecipato al giudizio di cognizione.

Il Principio della “Forza della Prevenzione” Non è Automatico

La Cassazione, pur riconoscendo il principio della “forza della prevenzione”, chiarisce che il suo operare non è automatico. Il semplice fatto che un giudice abbia deciso sulla medesima res iudicanda non è sufficiente a fondare un’istanza di ricusazione, specialmente quando il nuovo giudizio coinvolge un soggetto diverso.

Il punto dirimente, secondo la Corte, è che la valutazione pregiudicante deve essersi formata nei confronti del medesimo soggetto. Nel caso di specie, il giudizio di cognizione si era svolto nei confronti delle persone fisiche autrici del reato, non della società terza proprietaria dei beni. La società ricorrente non ha dimostrato, né allegato, che nella sentenza di merito i giudici ricusati avessero espresso una valutazione specifica che coinvolgesse la posizione della società stessa.

In altre parole, la presunta parzialità non può derivare dalla decisione sulla confisca in sé, ma dovrebbe emergere da una valutazione di merito che abbia già toccato, in modo pregiudizievole, la posizione del terzo che ora promuove l’incidente di esecuzione.

L’Onere di Allegazione Concreta

La sentenza sottolinea che spetta alla parte che ricusa l’onere di allegare concretamente in cosa si sia manifestata la forza della prevenzione. Non basta invocare la partecipazione del giudice a una fase precedente. Occorre indicare in quale parte della precedente decisione il giudice abbia reso una valutazione che, coinvolgendo anche la posizione del terzo, possa ora influenzarlo nel decidere l’incidente di esecuzione.

Conclusioni

La Corte di Cassazione, con questa pronuncia, stabilisce un principio di diritto fondamentale: la ricusazione del giudice dell’esecuzione da parte di un terzo non può basarsi sulla mera circostanza che quel giudice abbia partecipato al giudizio di cognizione che ha ordinato la confisca. Per far valere un pregiudizio all’imparzialità, il terzo deve dimostrare che il giudice, nella precedente fase, ha espresso una valutazione di merito specifica e pregiudizievole proprio nei suoi confronti. In assenza di tale allegazione concreta, l’istanza di ricusazione deve essere rigettata, così come eventuali questioni di legittimità costituzionale collegate, ritenute manifestamente infondate alla luce del diritto vivente.

Un terzo estraneo al processo penale può chiedere la ricusazione del giudice dell’esecuzione se questo ha già deciso nel merito della causa?
Sì, ma non automaticamente. La ricusazione è possibile solo se il terzo dimostra che il giudice, nella precedente decisione di merito, ha espresso una valutazione pregiudizievole specifica che lo riguardava direttamente, non essendo sufficiente la mera partecipazione del giudice a quel giudizio.

La “forza della prevenzione” è una causa automatica di ricusazione del giudice?
No. Secondo la Corte, la “forza della prevenzione” (la tendenza a confermare decisioni passate) non è una causa automatica di ricusazione. Il suo effetto pregiudizievole per l’imparzialità deve essere accertato in concreto, caso per caso, e non può essere presunto solo perché il giudice si è già occupato della stessa vicenda.

Quale onere ha la parte che chiede la ricusazione del giudice dell’esecuzione in un caso come questo?
La parte ha l’onere di allegare in modo specifico e concreto in cosa si sia sostanziata la valutazione pregiudizievole del giudice. Deve indicare in quale punto della precedente sentenza il giudice abbia espresso un giudizio che ha coinvolto la sua posizione, configurando così un pregiudizio per il nuovo procedimento di esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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