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Ricusazione giudice esecuzione: limiti e inapplicabilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro il rigetto di un’istanza di ricusazione del giudice dell’esecuzione. La Corte ha stabilito che l’istituto dell’incompatibilità e della ricusazione non si applica di norma alla fase esecutiva, poiché la competenza del giudice deriva inderogabilmente dalla sua funzione nella fase di cognizione. Non essendoci stato alcun “pregiudizio” o precedente valutazione nel merito da parte del giudice, la richiesta di ricusazione era manifestamente infondata.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del Giudice dell’Esecuzione: Quando è Ammissibile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19155 del 2024, torna a pronunciarsi su un tema delicato della procedura penale: la ricusazione del giudice dell’esecuzione. Questa decisione fornisce chiarimenti cruciali sui limiti di tale istituto, ribadendo che l’imparzialità del giudice nella fase esecutiva è presidiata da regole diverse rispetto alla fase di cognizione. L’analisi della Suprema Corte sottolinea come la richiesta di ricusazione non possa basarsi su mere presunzioni, ma debba fondarsi su un concreto e reale pregiudizio.

La Vicenda Processuale

Il caso nasce dalla richiesta di restituzione di una somma di denaro sequestrata, avanzata da un soggetto che era stato assolto in un procedimento penale. L’istanza, presentata al Giudice dell’Esecuzione, veniva dichiarata inammissibile. Contro questa decisione, l’interessato proponeva un atto che veniva successivamente qualificato dalla Corte di Cassazione come ‘opposizione’, rinviando gli atti allo stesso Giudice dell’Esecuzione per la decisione nel merito.

A questo punto, la difesa presentava un’istanza di ricusazione contro il magistrato, sostenendo che, dovendo decidere sull’opposizione a un proprio precedente provvedimento, la sua imparzialità fosse compromessa. La Corte d’appello dichiarava inammissibile l’istanza di ricusazione, e contro tale provvedimento l’interessato ricorreva in Cassazione.

Limiti alla Ricusazione del Giudice dell’Esecuzione

Il ricorrente basava le sue doglianze sulla presunta violazione delle norme processuali in tema di incompatibilità e astensione, ritenendo che la situazione fosse tale da minare la serenità di giudizio del magistrato. In particolare, si faceva riferimento a una sentenza della Corte Costituzionale che, in un contesto diverso, aveva stabilito la necessità di un giudice diverso in fase esecutiva.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto tale impostazione, evidenziando un principio consolidato: l’istituto dell’incompatibilità, e di conseguenza della ricusazione, opera principalmente nel giudizio di cognizione. Nella fase esecutiva, la competenza del giudice è inderogabilmente legata alla sua identificazione con il giudice che ha emesso la sentenza, e non può esservi una divaricazione tra il giudicato e l’oggetto della deliberazione ‘in executivis’.

L’Assenza di Pregiudizio come Elemento Decisivo

Il punto centrale della decisione della Cassazione risiede nel concetto di ‘pregiudizio’. La Corte ha chiarito che per giustificare una ricusazione è necessario che il giudice abbia già manifestato una valutazione di merito sulla questione che è chiamato a decidere. Nel caso di specie, né il Giudice dell’Esecuzione nel suo primo provvedimento, né la Cassazione nel riqualificare l’atto, avevano mai espresso un giudizio sul diritto alla restituzione della somma.

La Cassazione si era limitata a un’operazione puramente procedurale: qualificare l’impugnazione come opposizione e investire della decisione il giudice funzionalmente competente. Di conseguenza, non si era formato alcun ‘pregiudizio’ che potesse imporre un superamento della competenza funzionale del giudice dell’esecuzione.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che l’istanza di ricusazione era ‘originariamente’ inammissibile. Il principio fondamentale ribadito è che non è ipotizzabile la ricusazione del giudice dell’esecuzione se non in presenza di un effettivo pregiudizio, ovvero una precedente valutazione di merito. La competenza di tale giudice deriva direttamente dalla legge e dalla sua funzione nel processo di cognizione. La pronuncia della Corte Costituzionale citata dal ricorrente era inconferente, poiché relativa a un ambito del tutto diverso. Infine, la Corte ha specificato che la sanzione pecuniaria per la manifesta infondatezza del ricorso era stata correttamente inflitta alla parte privata e non al suo difensore, chiarendo che le considerazioni sulla condotta del legale erano funzionali a sottolineare la palese infondatezza dell’istanza.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione rafforza il principio secondo cui la ricusazione del giudice dell’esecuzione è un’ipotesi eccezionale. Non è sufficiente che il giudice sia chiamato a pronunciarsi su un’opposizione a un suo precedente provvedimento per presumere una sua mancanza di imparzialità. È necessario dimostrare che il magistrato abbia già espresso una valutazione sostanziale della controversia. In assenza di tale ‘pregiudizio’, la competenza funzionale del giudice dell’esecuzione rimane salda, garantendo così la corretta prosecuzione della fase post-giudicato.

È possibile chiedere la ricusazione del giudice dell’esecuzione?
No, di norma non è ipotizzabile, perché l’istituto dell’incompatibilità opera solo nel giudizio di cognizione. La competenza del giudice dell’esecuzione deriva inderogabilmente dalla sua identificazione con il giudice della fase cognitiva e non può sussistere una divaricazione tra il giudicato e la decisione da adottare in fase esecutiva, a meno che non si sia determinato un concreto ‘pregiudizio’.

Cosa si intende per ‘pregiudizio’ ai fini della ricusazione in fase esecutiva?
Per ‘pregiudizio’ si intende una precedente valutazione nel merito della questione da parte del giudice. Nel caso specifico, né il giudice dell’esecuzione né la Corte di Cassazione avevano operato alcun apprezzamento sulla sostanza dell’istanza, limitandosi a questioni procedurali. Pertanto, nessun pregiudizio si era determinato.

La sanzione pecuniaria per ricorso inammissibile può essere inflitta all’avvocato?
No, la sentenza chiarisce che la sanzione pecuniaria prevista dall’art. 44 cod. proc. pen. per l’inammissibilità dell’istanza di ricusazione viene imposta alla parte privata e non al suo difensore. Le eventuali considerazioni sulla condotta professionale del legale servono solo a motivare la manifesta infondatezza dell’istanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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