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Ricusazione del giudice: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5784/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per la ricusazione del giudice. La richiesta è stata giudicata generica e riproduttiva di una precedente istanza, non specificando alcuna delle ipotesi tassative previste dalla legge. La Corte ha ribadito che la critica all’operato decisionale del giudice non costituisce un valido motivo per la sua ricusazione.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del Giudice: I Requisiti di Ammissibilità secondo la Cassazione

L’imparzialità del giudice è uno dei pilastri fondamentali di un giusto processo. Per garantirla, l’ordinamento prevede lo strumento della ricusazione del giudice, che consente a una parte di chiederne la sostituzione in presenza di specifiche situazioni che potrebbero comprometterne la serenità di giudizio. Tuttavia, questo strumento non può essere utilizzato in modo arbitrario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5784/2024) chiarisce i rigidi paletti di ammissibilità, sottolineando come le richieste generiche e non ancorate a motivi tassativi siano destinate all’inammissibilità.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce dal ricorso di un imputato avverso un’ordinanza della Corte d’Appello di Messina. Quest’ultima aveva dichiarato inammissibile una sua istanza di ricusazione nei confronti del giudice monocratico del Tribunale locale. La Corte territoriale aveva motivato la sua decisione evidenziando come la richiesta fosse sostanzialmente una riproduzione di una precedente istanza, già dichiarata inammissibile per manifesta infondatezza. Inoltre, la difesa non aveva esplicitato in modo compiuto le ragioni concrete del presunto interesse del giudice a condannare l’imputato, limitandosi a criticare comportamenti che rientravano nel normale esercizio dei poteri decisori del magistrato.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla ricusazione del giudice

Investita della questione, la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto l’impugnazione manifestamente infondata alla luce della consolidata giurisprudenza di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza: Perché la ricusazione del giudice è stata respinta?

La Corte ha fondato la propria decisione su principi cardine della procedura penale in materia di ricusazione. Le motivazioni possono essere così sintetizzate:

1. Tassatività dei Motivi di Ricusazione: I giudici hanno ribadito che le ipotesi di ricusazione previste dall’art. 37 del codice di procedura penale sono norme eccezionali. Esse limitano l’esercizio del potere giurisdizionale e, come tali, sono “tassative”. Ciò significa che l’elenco dei motivi è chiuso e non può essere esteso per analogia o attraverso un’interpretazione estensiva. La richiesta deve basarsi esclusivamente su uno dei casi previsti dalla legge.
2. Necessità di Specificità: Una richiesta di ricusazione è inammissibile se non specifica in maniera dettagliata su quale delle ipotesi tassative si fonda. Nel caso di specie, le doglianze dell’imputato erano generiche, aspecifiche e riproduttive di critiche già vagliate. Non indicavano fatti concreti riconducibili a una delle cause di ricusazione.
3. L’Esercizio della Funzione Giurisdizionale non è Motivo di Ricusazione: La Cassazione ha chiarito un punto cruciale: criticare un giudice per le decisioni che assume nell’ambito del processo non è un motivo valido per ricusarlo. Tali atti, infatti, non sono altro che “l’esplicazione dei poteri decisori ordinariamente riservati al giudice”. Contestare l’operato del magistrato è legittimo attraverso gli specifici mezzi di impugnazione (appello, ricorso per cassazione), non attraverso l’istituto della ricusazione, che serve a tutelare l’imparzialità e non a sindacare il merito delle decisioni.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame offre importanti indicazioni pratiche per gli operatori del diritto. La richiesta di ricusazione del giudice è uno strumento delicato, da utilizzare con rigore e precisione. Presentare un’istanza generica, non supportata da fatti concreti e non inquadrabile in una delle ipotesi di legge, espone la parte non solo a una dichiarazione di inammissibilità, ma anche a conseguenze economiche. La decisione riafferma che il malcontento verso la conduzione del processo o le decisioni del giudice deve essere manifestato attraverso i canali di impugnazione previsti, poiché la ricusazione ha la diversa e specifica funzione di garantire la terzietà del giudicante di fronte a situazioni di potenziale e comprovata parzialità.

Quando una richiesta di ricusazione del giudice è considerata inammissibile?
Una richiesta è inammissibile quando è manifestamente infondata, ovvero non specifica in modo dettagliato su quale delle ipotesi tassative previste dall’art. 37 del codice di procedura penale si basa. Inoltre, è inammissibile se è meramente riproduttiva di una precedente richiesta già rigettata.

Criticare le decisioni di un giudice è un motivo valido per la sua ricusazione?
No. Secondo la Corte, i comportamenti di un giudice che rientrano nell’esercizio dei suoi ordinari poteri decisionali non costituiscono un valido motivo di ricusazione, ma rappresentano la normale esplicazione della funzione giurisdizionale.

Quali sono le conseguenze di un ricorso per ricusazione dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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