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Ricusazione del giudice: quando è inammissibile?

Due imputati chiedono la ricusazione del giudice destinato a giudicarli, poiché lo stesso aveva già partecipato a una decisione su un sequestro preventivo a loro carico. La Corte di Cassazione dichiara i ricorsi inammissibili, chiarendo i limiti della ricusazione del giudice e specificando che la partecipazione a una decisione su una misura cautelare reale non costituisce, di per sé, un’anticipazione del giudizio di merito sulla colpevolezza.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del giudice: la Cassazione chiarisce i limiti

La ricusazione del giudice è uno strumento fondamentale a garanzia dell’imparzialità del processo. Ma cosa succede se un giudice, prima di giudicare nel merito un imputato, ha già preso una decisione in una fase precedente dello stesso procedimento, come quella relativa a un sequestro? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36999 del 2024, torna su questo tema delicato, tracciando confini precisi tra le valutazioni cautelari e il giudizio di merito, e stabilendo quando l’istanza di ricusazione deve essere considerata inammissibile.

I Fatti del Caso

Due imputati, accusati di gravi reati tra cui associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di valori, presentavano un’istanza di ricusazione nei confronti di una giudice del collegio che avrebbe dovuto giudicarli. Il motivo? La stessa giudice aveva fatto parte del Tribunale del Riesame che, in una fase precedente, si era pronunciato su un appello relativo al sequestro preventivo disposto nei loro confronti. Secondo i ricorrenti, questa precedente valutazione aveva compromesso l’imparzialità della giudice, anticipando di fatto un giudizio sulla loro colpevolezza.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto le loro richieste: aveva dichiarato inammissibile l’istanza di uno dei due imputati e rigettato quella dell’altro. Contro questa decisione, gli imputati proponevano ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Ricusazione del Giudice

La Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello, dichiarando entrambi i ricorsi inammissibili e fornendo importanti chiarimenti sull’istituto della ricusazione del giudice.

La Posizione del Primo Ricorrente

Per il primo imputato, la decisione è stata netta: il suo ricorso era inammissibile perché egli non aveva mai proposto appello contro il provvedimento di sequestro preventivo. Di conseguenza, la decisione del Tribunale del Riesame (di cui faceva parte la giudice ricusata) non aveva riguardato direttamente la sua posizione. Mancando questo presupposto, secondo la Corte, non era neppure ipotizzabile invocare una causa di ricusazione, in quanto la giudice non aveva espresso alcuna valutazione che lo coinvolgesse.

La Posizione del Secondo Ricorrente

Più complessa era la situazione del secondo imputato, il cui appello era stato effettivamente deciso dal collegio in cui sedeva la giudice. Anche in questo caso, però, la Cassazione ha ritenuto il ricorso infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il fatto che un giudice abbia confermato una misura cautelare reale (come un sequestro) non costituisce di per sé un’indebita manifestazione del proprio convincimento sulla colpevolezza dell’imputato.

Le motivazioni

La motivazione della sentenza si fonda su una distinzione cruciale: la valutazione richiesta in sede di riesame di un sequestro è diversa e più limitata rispetto a quella necessaria per un giudizio di merito sulla responsabilità penale.

La Corte ha analizzato nel dettaglio il provvedimento del Tribunale del Riesame e ha concluso che le valutazioni della giudice ricusata erano state “esclusivamente considerazioni imposte e giustificate dalla specifica sequenza procedimentale”. In altre parole, la giudice si era limitata a rispondere ai motivi di appello, trattando temi tecnici come l’autonomia del profitto del reato associativo, la restituzione di alcuni beni a terzi e la provenienza lecita o illecita degli asset sequestrati ai fini della confisca.

Queste valutazioni, sebbene potessero toccare il fumus boni iuris del reato, non avevano anticipato gli esiti della decisione di merito. Citando una precedente sentenza delle Sezioni Unite, la Cassazione ha ricordato che la causa di ricusazione scatta solo quando il giudice “abbia anticipato la valutazione sul merito della res iudicanda“, ovvero sulla colpevolezza dell’imputato, senza che tale valutazione sia imposta o giustificata dalle necessità del provvedimento incidentale che sta adottando.

Le conclusioni

La sentenza n. 36999/2024 rafforza un principio cardine della procedura penale: non ogni valutazione espressa da un giudice nel corso di un procedimento è causa di incompatibilità o ricusazione. Per poter ricusare un giudice, è necessario dimostrare che egli abbia espresso un giudizio sulla colpevolezza che va oltre quanto strettamente necessario per la decisione interlocutoria che era chiamato a prendere. La semplice partecipazione a un collegio del riesame che conferma un sequestro, rimanendo nei confini delle valutazioni cautelari, non è sufficiente a minare la sua imparzialità per il successivo giudizio di merito.

Quando un giudice che ha deciso su un sequestro preventivo può essere ricusato?
Un giudice può essere ricusato solo se, nel decidere sulla misura cautelare, ha anticipato la valutazione sul merito della colpevolezza dell’imputato, esprimendo un convincimento non imposto o giustificato dalla natura della decisione cautelare stessa.

Perché la richiesta di ricusazione di uno degli imputati è stata dichiarata inammissibile?
Perché quell’imputato non aveva proposto appello contro il provvedimento di sequestro. Di conseguenza, la decisione del Tribunale del Riesame non aveva riguardato la sua posizione, e la giudice ricusata non aveva espresso alcuna valutazione nei suoi confronti.

Cosa significa che il giudice non deve anticipare la valutazione sul merito?
Significa che il giudice, nel decidere una questione procedurale o cautelare, deve limitarsi alle valutazioni strettamente necessarie per quella fase, senza esprimere un giudizio definitivo sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato, che è riservato alla fase di merito del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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