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Ricusazione del giudice: quando è inammissibile?

Un imputato chiedeva la ricusazione del giudice per l’udienza preliminare, sostenendo che avesse anticipato il suo giudizio di colpevolezza nel decidere su una misura cautelare. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la valutazione degli elementi indiziari, anche sopravvenuti, per decidere sulla libertà personale dell’imputato è un’attività doverosa e funzionale al procedimento, che non costituisce una valida causa di ricusazione del giudice perché non rappresenta un’indebita anticipazione della decisione finale di merito.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del Giudice: Quando la Valutazione Cautelare Non Compromette l’Imparzialità

Il principio di imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale del giusto processo. Ma cosa accade quando un giudice, nel decidere su una misura cautelare, deve necessariamente analizzare gli elementi a carico dell’imputato? Tale valutazione può essere considerata un’anticipazione del giudizio finale, giustificando una richiesta di ricusazione del giudice? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 36184/2024) offre un chiarimento cruciale su questo delicato equilibrio, tracciando una linea netta tra l’attività valutativa funzionale al procedimento e l’indebita manifestazione del proprio convincimento.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Ricusazione

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato, accusato di partecipazione ad un’associazione di stampo mafioso e sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere. La difesa aveva presentato un’istanza di revoca o modifica della misura, basandosi su elementi sopravvenuti, tra cui le dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia e altri atti depositati dalla procura. Secondo la difesa, tali elementi avrebbero dovuto portare al superamento delle esigenze cautelari.

Il Giudice per l’udienza preliminare (GUP) rigettava l’istanza. A seguito di questa decisione, la difesa presentava una richiesta di ricusazione del GUP, sostenendo che, nel motivare il rigetto, il giudice si fosse espresso indebitamente sul merito dei fatti, anticipando di fatto una valutazione di colpevolezza e compromettendo così la propria terzietà. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava l’istanza di ricusazione inammissibile per manifesta infondatezza, spingendo la difesa a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Ricusazione del Giudice

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, confermando la decisione della Corte territoriale. Il cuore della pronuncia risiede nella distinzione tra una valutazione imposta dalle sequenze procedurali e una gratuita anticipazione del giudizio di merito.

I giudici di legittimità hanno ribadito un principio già sancito dalle Sezioni Unite: la ricusazione del giudice è ammissibile solo se questi anticipa la valutazione sulla colpevolezza dell’imputato senza che ciò sia necessario o funzionale al provvedimento che è chiamato ad adottare.

Le Motivazioni: Valutazione Cautelare vs Anticipazione del Giudizio

La Corte ha osservato che l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dalla difesa si fondava proprio sulla presunta infondatezza dell’accusa alla luce dei nuovi elementi. Di conseguenza, per decidere su tale istanza, il GUP non poteva esimersi dall’esaminare proprio quegli elementi e il loro impatto sul quadro indiziario.

Questa valutazione, secondo la Cassazione, non era un’opinione gratuita sul merito della res iudicanda, ma un’attività doverosa e strettamente connessa alla decisione incidentale richiesta. Il GUP si è limitato a constatare che gli elementi sopravvenuti non erano sufficienti a inficiare il quadro indiziario che sosteneva la misura cautelare. Tale operazione logico-giuridica era imposta e giustificata dalla natura stessa della richiesta difensiva. Non vi è stata, pertanto, alcuna indebita manifestazione di convincimento idonea a integrare la causa di ricusazione prevista dall’art. 37, comma 1, lett. b) del codice di procedura penale.

Conclusioni: I Limiti della Ricusazione del Giudice

La sentenza consolida un importante principio di procedura penale: non ogni valutazione sugli indizi compiuta da un giudice in una fase anteriore al dibattimento può essere motivo di ricusazione. Quando tale valutazione è necessaria per decidere su questioni procedurali o incidentali, come una misura cautelare, essa rientra nelle funzioni proprie del giudice e non lede la sua imparzialità. La ricusazione del giudice rimane uno strumento eccezionale, da utilizzare solo quando il giudice esprime un convincimento sul merito che sia gratuito, non richiesto e non funzionale alle esigenze del procedimento in corso.

Quando un giudice può essere ricusato per aver manifestato il proprio convincimento?
Secondo la Cassazione, la ricusazione è possibile solo se il giudice anticipa la valutazione sul merito della colpevolezza dell’imputato senza che tale valutazione sia imposta o giustificata dalle sequenze procedurali e senza che vi sia un nesso funzionale con il provvedimento incidentale che deve adottare.

La valutazione degli indizi da parte di un giudice per decidere su una misura cautelare costituisce un motivo valido per la ricusazione del giudice?
No. La Corte ha chiarito che la valutazione degli elementi indiziari, anche sopravvenuti, per decidere su una richiesta di revoca o modifica di una misura cautelare, è un’attività imposta e giustificata dalla procedura. Pertanto, non costituisce un’indebita anticipazione del giudizio di merito e non è un motivo valido per la ricusazione.

Cosa succede se una richiesta di ricusazione è ritenuta manifestamente infondata?
Se la richiesta è manifestamente infondata, la Corte competente può dichiararla inammissibile con una procedura semplificata (de plano). In caso di ricorso per cassazione avverso tale decisione, se anche questo viene dichiarato inammissibile, la parte privata che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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