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Ricusazione del giudice: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per la ricusazione del giudice, basato sul suo precedente coinvolgimento in un procedimento connesso. La Corte ha stabilito che la semplice connessione tra cause o la conoscenza pregressa dei fatti non è sufficiente per giustificare la ricusazione. È necessario dimostrare che il giudice abbia manifestato in modo indebito e prematuro un convincimento sulla colpevolezza dell’imputato, cosa che nel caso di specie non è stata provata.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del Giudice: La Cassazione chiarisce i limiti

Il principio di imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale del giusto processo. Ma cosa succede quando una parte ritiene che il giudice abbia già formato un’opinione sul caso? La ricusazione del giudice è lo strumento previsto per affrontare queste situazioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 36438/2025) offre importanti chiarimenti sui presupposti per la sua applicazione, distinguendo nettamente tra la mera connessione di procedimenti e un’effettiva anticipazione di giudizio.

I Fatti di Causa: La Connessione tra Procedimenti

Nel caso esaminato, un imputato aveva presentato un’istanza di ricusazione nei confronti del Giudice per l’udienza preliminare. La richiesta si fondava sul fatto che lo stesso giudice, in un altro procedimento penale connesso, aveva emesso un provvedimento cautelare nei confronti del medesimo imputato. Secondo la difesa, questo precedente coinvolgimento dimostrava un pregiudizio, poiché i fatti contestati nei due procedimenti erano sostanzialmente gli stessi.

La Corte d’appello aveva rigettato l’istanza, ma l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, insistendo sull’identità dei fatti e sulla valenza pregiudicante del primo provvedimento emesso dal giudice.

La Decisione della Corte: Inammissibilità del Ricorso

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto che l’imputato si fosse limitato a prospettare in modo generico l’esistenza di una connessione tra i due procedimenti, senza tuttavia specificare in che modo il primo provvedimento cautelare costituisse un’anticipazione del giudizio di responsabilità penale.

Le Motivazioni: Distinzione tra Connessione e Pregiudizio nella Ricusazione del Giudice

La Corte ha ribadito la distinzione tra gli istituti dell’incompatibilità, dell’astensione e della ricusazione. Mentre l’incompatibilità si applica a situazioni predefinite dalla legge all’interno dello stesso procedimento, la ricusazione interviene quando il pregiudizio deriva da attività compiute in procedimenti diversi. In questo secondo caso, però, l’effetto pregiudicante deve essere accertato in concreto.

Ai sensi dell’art. 37, comma 1, lett. b), del codice di procedura penale, la causa di ricusazione sussiste se il giudice ha manifestato indebitamente il proprio convincimento sui fatti oggetto dell’imputazione. Citando la giurisprudenza consolidata, incluse le Sezioni Unite “Falzone”, la Corte ha specificato che tale manifestazione deve consistere in una valutazione di merito sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato (la res iudicanda).

Non è sufficiente che il giudice abbia avuto mera cognizione dei fatti o abbia raccolto prove. L’esternazione del convincimento deve essere indebita, ovvero avvenire senza necessità funzionale e al di fuori del corretto esercizio delle funzioni procedurali, anticipando di fatto la decisione finale. Nel caso specifico, il ricorrente non ha dimostrato questo elemento cruciale, limitandosi a sostenere l’esistenza di una connessione probatoria, che di per sé non costituisce motivo di ricusazione.

Inoltre, la Corte ha sottolineato la diversità delle persone offese nei due procedimenti, un ulteriore elemento che indeboliva la tesi di una totale sovrapposizione dei fatti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia conferma un principio rigoroso: per fondare una richiesta di ricusazione del giudice, non è sufficiente lamentare il suo coinvolgimento in un altro procedimento relativo a fatti simili. È indispensabile un’analisi puntuale degli atti compiuti dal giudice, al fine di dimostrare in modo specifico e concreto che egli abbia espresso un giudizio anticipato sulla responsabilità dell’imputato, eccedendo i limiti funzionali del suo ruolo in quella fase. Una censura generica, basata sulla sola connessione tra cause, è destinata a essere dichiarata inammissibile.

Avere lo stesso giudice in due procedimenti connessi è un motivo automatico per la sua ricusazione?
No. La sentenza chiarisce che la mera connessione probatoria tra due procedimenti non è di per sé sufficiente a determinare la sussistenza di un’ipotesi di ricusazione. È necessario dimostrare che il giudice abbia indebitamente manifestato il proprio convincimento sui fatti oggetto del secondo giudizio.

Cosa deve dimostrare una parte per ottenere la ricusazione di un giudice per “manifestazione del proprio convincimento”?
La parte deve illustrare in cosa sia consistito l’anticipato giudizio di responsabilità che si assume formulato dal giudice. Occorre provare una valutazione di merito sulla colpevolezza dell’imputato, espressa senza necessità funzionale e al di fuori degli atti previsti dalla sequenza procedimentale, che anticipi in tutto o in parte l’esito della decisione finale.

Qual è la differenza tra incompatibilità e ricusazione del giudice secondo la sentenza?
L’incompatibilità attiene a situazioni di pregiudizio che si verificano all’interno del medesimo procedimento e sono definite a priori dalla legge. La ricusazione, invece, tutela l’imparzialità da pregiudizi che possono derivare da attività compiute in un procedimento diverso e richiede un accertamento in concreto della manifestazione del convincimento da parte del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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