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Ricusazione del giudice: la Cassazione sui fatti simili

Un imputato ha chiesto la ricusazione del giudice dell’udienza preliminare, sostenendo che lo stesso giudice lo avesse già rinviato a giudizio per reati identici, ma relativi ad annualità diverse. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la ‘ricusazione del giudice’ non è ammissibile in questi casi. Fatti storici distinti, sebbene simili nella natura del reato, non compromettono l’imparzialità del magistrato, a meno che nel precedente giudizio non sia stato espresso un convincimento specifico sui fatti del nuovo procedimento.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del Giudice: Giudicare Fatti Simili Non è Causa di Incompatibilità

La ricusazione del giudice è uno strumento fondamentale a garanzia dell’imparzialità del processo. Ma cosa succede se un giudice si trova a giudicare lo stesso imputato per reati della stessa natura, ma commessi in momenti diversi? Questo può minare la sua terzietà? Con la sentenza n. 37411/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione, stabilendo che la conoscenza pregressa di fatti simili non costituisce, di per sé, un motivo valido per la ricusazione.

I Fatti del Caso

Un imputato, accusato di diversi reati tra cui associazione per delinquere, riciclaggio e reati tributari, presentava un’istanza per la ricusazione del giudice designato per la sua udienza preliminare. La richiesta si basava su una circostanza precisa: lo stesso giudice, in un altro procedimento, aveva già disposto il rinvio a giudizio del medesimo imputato per fattispecie criminose identiche, seppur riferite ad annualità fiscali diverse.

Secondo la difesa, questa precedente decisione avrebbe inevitabilmente “inquinato” l’imparzialità del giudice, portandolo a una valutazione prevenuta anche nel nuovo procedimento. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava l’istanza inammissibile, spingendo l’imputato a ricorrere in Cassazione.

La Questione Giuridica e i Limiti della Ricusazione del Giudice

Il ricorrente lamentava la violazione degli articoli 34 e 37 del codice di procedura penale, che disciplinano l’incompatibilità e la ricusazione. La difesa sosteneva che la Corte territoriale avesse erroneamente ignorato la documentazione prodotta e, soprattutto, non avesse considerato l’impatto della recente riforma (d.lgs. 150/2022). Tale riforma, modificando l’art. 425 c.p.p., ha attribuito al giudice dell’udienza preliminare un ruolo più incisivo, richiedendogli una valutazione di merito sulla “ragionevole previsione di condanna”.

In questa nuova ottica, secondo il ricorrente, la precedente decisione del giudice su fatti analoghi assumeva un peso determinante, creando un pregiudizio insanabile e rendendo necessaria la sua sostituzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, rigettando completamente la tesi difensiva. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: l’identità del fatto, presupposto per molte cause di incompatibilità, sussiste solo quando vi è una completa corrispondenza storico-naturalistica tra due vicende. Ciò include tutti gli elementi del reato (condotta, evento, nesso causale) e le circostanze di tempo, luogo e persona.

Nel caso di specie, i reati contestati, pur essendo della stessa natura, si riferivano ad annualità diverse. Di conseguenza, si trattava di “fatti storici autonomi” e distinti. La Corte ha chiarito che il semplice fatto che un giudice si sia già pronunciato su condotte analoghe, commesse dallo stesso soggetto in momenti diversi, non compromette la sua imparzialità e terzietà nel procedimento successivo.

L’unica eccezione a questa regola si verifica quando il giudice, nel decidere il primo caso, esprime incidentalmente un convincimento specifico e motivato anche sui fatti oggetto del secondo procedimento. Tale circostanza, però, non era stata né dedotta né provata dal ricorrente.

Pertanto, la precedente decisione di rinvio a giudizio non poteva essere interpretata come un’anticipazione di giudizio sul nuovo caso, ma semplicemente come l’esercizio della funzione giurisdizionale su una vicenda distinta. La Corte ha quindi dichiarato inammissibile il ricorso e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cruciale per il corretto funzionamento della giustizia: la professionalità e l’esperienza di un giudice, che lo portano a trattare casi simili nel corso della sua carriera, non possono essere confuse con un pregiudizio personale. La ricusazione del giudice rimane uno strumento eccezionale, da attivare solo in presenza di circostanze concrete e legalmente previste che minino effettivamente la sua imparzialità. La mera analogia dei fatti tra procedimenti diversi e distinti non rientra tra queste, garantendo così la continuità e l’efficienza dell’azione giurisdizionale.

Un giudice può essere ricusato se ha già giudicato l’imputato per reati identici ma commessi in periodi diversi?
No. Secondo la Cassazione, fatti commessi in momenti diversi, come reati fiscali relativi ad annualità differenti, sono considerati ‘fatti storici autonomi’. Di conseguenza, aver giudicato un fatto precedente non rende il giudice parziale nel giudicare un fatto successivo, anche se simile.

Cosa significa ‘identità del fatto’ per la legge?
Per ‘identità del fatto’ si intende una totale corrispondenza non solo nel tipo di reato, ma in tutti i suoi elementi concreti: la condotta, l’evento, il nesso causale e le specifiche circostanze di tempo, luogo e persona. Due episodi distinti nel tempo non costituiscono lo stesso fatto.

In quale caso un giudice che ha già giudicato un imputato potrebbe essere ricusato?
L’unica eccezione prevista dalla sentenza è quella in cui il giudice, nel decidere il primo caso, abbia espresso incidentalmente e in modo specifico il proprio convincimento anche sui fatti che sono oggetto del nuovo procedimento. Se manca questa anticipazione di giudizio, non ci sono i presupposti per la ricusazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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