LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricusazione del giudice: forme e legittimità del difensore

Un’istanza di ricusazione del giudice, inizialmente dichiarata inammissibile perché depositata via PEC, viene riesaminata dalla Corte di Cassazione. Pur ritenendo errata la motivazione del primo giudice sulla validità della PEC, la Suprema Corte conferma l’inammissibilità del ricorso per un vizio di forma: l’istanza, presentata personalmente dall’imputato, era stata firmata digitalmente e trasmessa dal difensore senza una procura speciale che lo autorizzasse a compiere tale atto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricusazione del Giudice: Quando la Forma Diventa Sostanza

L’istituto della ricusazione del giudice è un pilastro fondamentale del giusto processo, garantendo che ogni decisione sia presa da un organo terzo e imparziale. Tuttavia, la sua efficacia dipende dal rispetto di precise regole procedurali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. Num. 27585/2025) offre un’analisi dettagliata sui requisiti di forma per la presentazione dell’istanza, chiarendo i ruoli della parte e del suo difensore e la validità delle modalità telematiche di deposito.

I Fatti del Caso: una Dichiarazione di Ricusazione Contestata

Un imputato presentava una dichiarazione di ricusazione nei confronti di un giudice, trasmettendola tramite posta elettronica certificata (PEC) alla cancelleria competente. La Corte d’appello, chiamata a decidere sull’istanza, la dichiarava inammissibile, sostenendo che la trasmissione via PEC non rispettasse le forme previste dall’art. 38 del codice di procedura penale.

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva quindi ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e contestando la decisione della Corte territoriale.

La Posizione della Cassazione sulla Ricusazione del Giudice

La Suprema Corte, nell’esaminare il caso, ha seguito un percorso argomentativo a due livelli, distinguendo tra la modalità di trasmissione dell’atto e la legittimazione del soggetto che lo compie.

Validità del Deposito Telematico via PEC

Contrariamente a quanto stabilito dalla Corte d’appello, la Cassazione ha chiarito che il deposito dell’istanza di ricusazione tramite PEC era, al momento dei fatti, una modalità corretta. La normativa che ha introdotto l’obbligatorietà del portale del processo penale telematico per questa tipologia di atti era stata oggetto di diversi rinvii. Di conseguenza, al momento della trasmissione, era ancora consentito ai difensori l’utilizzo della PEC. La motivazione della Corte d’appello era quindi, su questo punto, errata.

Il Difetto di Legittimazione del Difensore

Nonostante l’errore della Corte territoriale, la Cassazione ha comunque dichiarato inammissibile il ricorso, individuando un vizio differente e insanabile. L’istanza di ricusazione, pur essendo stata presentata formalmente dalla parte (l’imputato), era stata sottoscritta digitalmente e inviata dal difensore. Tuttavia, il difensore non risultava munito di una procura speciale, né la firma dell’imputato sull’atto era stata autenticata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha richiamato un principio consolidato, espresso anche dalle Sezioni Unite: il potere di ricusare un giudice spetta esclusivamente alla parte processuale. Il difensore non ha una legittimazione autonoma, ma può agire solo in qualità di rappresentante della parte. Per farlo, deve aver ricevuto un mandato specifico, che, pur non richiedendo necessariamente le forme solenni della procura speciale, deve comunque manifestare in modo inequivocabile la volontà dell’assistito di procedere con la ricusazione. Nel caso di specie, l’istanza era stata presentata dalla parte personalmente, ma l’invio telematico, che ne costituisce il perfezionamento, era stato effettuato dal legale senza che questi avesse il potere di autenticare la firma del cliente o di agire in sua rappresentanza tramite una procura ad hoc. Questo difetto procedurale ha reso l’atto originario invalido e, di conseguenza, il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un concetto cruciale: nel diritto processuale, la forma è garanzia di sostanza. Se da un lato le nuove tecnologie come la PEC sono state integrate nel processo penale per semplificare e velocizzare le comunicazioni, il loro utilizzo deve sempre avvenire nel rispetto dei principi fondamentali che regolano la legittimazione delle parti e dei loro rappresentanti. La decisione di ricusare un giudice è un atto personalissimo e di estrema importanza, la cui volontà deve provenire in modo certo e diretto dalla parte interessata. Il difensore, pur essendo il braccio tecnico della difesa, non può sostituirsi al suo assistito in questa scelta senza un mandato esplicito, pena l’inammissibilità dell’intera procedura.

È valido il deposito di un’istanza di ricusazione tramite Posta Elettronica Certificata (PEC)?
Sì, secondo la sentenza, al momento dei fatti era consentito il deposito dell’istanza di ricusazione tramite PEC, in quanto le normative che prevedevano l’obbligatorietà del deposito telematico tramite portale erano state rinviate.

Il difensore può presentare la dichiarazione di ricusazione per conto del suo assistito?
Sì, ma solo se ha ricevuto un mandato specifico dalla parte. Il difensore non ha una legittimazione autonoma e deve agire come rappresentante, con un potere che, sebbene non necessariamente nella forma di una procura speciale, deve rivelare l’espressa volontà della parte di ricusare il giudice.

Cosa succede se un’istanza di ricusazione, presentata personalmente dalla parte, viene trasmessa digitalmente dal difensore senza procura speciale?
L’istanza è considerata inammissibile. Se l’atto è sottoscritto dalla parte, ma la firma non è autenticata e l’invio telematico è curato dal difensore, quest’ultimo deve essere munito di procura speciale per attestare la volontà del suo assistito. In assenza di ciò, l’atto è viziato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati