Ricorso Tribunale Sorveglianza: Come Impugnare un’Ordinanza in Cassazione
Il percorso di esecuzione di una pena detentiva è costellato di tappe e decisioni cruciali che incidono profondamente sui diritti del condannato. Una di queste è l’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza, l’organo giurisdizionale preposto a vigilare sulla corretta applicazione della pena. Quando si ritiene che tale decisione violi la legge, è possibile presentare un ricorso al Tribunale di Sorveglianza davanti alla Corte di Cassazione. Analizziamo i contorni di questo importante strumento di tutela.
Il Ruolo Cruciale del Tribunale di Sorveglianza
Prima di addentrarci nel tema del ricorso, è fondamentale comprendere le funzioni del Tribunale di Sorveglianza. Questo ufficio giudiziario non valuta la colpevolezza di un imputato, ma interviene dopo la condanna definitiva. Le sue competenze sono vaste e delicate:
* Concessione di misure alternative alla detenzione (affidamento in prova al servizio sociale, detenzione domiciliare, semilibertà).
* Decisioni sulla liberazione condizionale.
* Rinvio dell’esecuzione della pena per gravi motivi di salute.
* Riesame della pericolosità sociale.
* Risoluzione dei reclami dei detenuti.
Le sue ordinanze, quindi, hanno un impatto diretto e significativo sulla vita del condannato e sul suo percorso di reinserimento sociale.
Le Ragioni di un Ricorso al Tribunale di Sorveglianza in Cassazione
Un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza può essere impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione solo per violazione di legge. Non è possibile, in questa sede, ridiscutere i fatti o la valutazione discrezionale del giudice di sorveglianza, a meno che la motivazione non sia del tutto assente, illogica o contraddittoria. Il ricorso si concentra su errori di diritto.
Violazione di Legge
Si ha violazione di legge quando il Tribunale di Sorveglianza ha erroneamente interpretato o applicato una norma giuridica. Ad esempio, potrebbe aver negato una misura alternativa sulla base di presupposti non previsti dalla legge o aver applicato in modo scorretto i criteri per la valutazione della pericolosità sociale.
Motivazione Apparente o Contraddittoria
Un altro motivo di ricorso si verifica quando la motivazione dell’ordinanza è solo apparente, cioè si limita a formule di stile senza un’analisi concreta del caso, oppure è manifestamente illogica o contraddittoria. In questi casi, pur non potendo entrare nel merito, la Cassazione può annullare il provvedimento perché il percorso logico-giuridico seguito dal giudice non è comprensibile o coerente.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base di un ricorso in Cassazione devono essere specifiche e puntuali. Non basta lamentare genericamente l’ingiustizia del provvedimento, ma è necessario indicare con precisione quale norma si ritiene violata e perché, oppure in cosa consiste il vizio logico della motivazione. L’atto di ricorso deve articolare chiaramente i motivi di diritto per cui si chiede l’annullamento dell’ordinanza impugnata, dimostrando come la decisione del Tribunale di Sorveglianza si ponga in contrasto con l’ordinamento giuridico.
Le Conclusioni
In conclusione, il ricorso in Cassazione avverso le ordinanze del Tribunale di Sorveglianza rappresenta un presidio fondamentale per la tutela dei diritti nella fase esecutiva della pena. Sebbene limitato ai soli vizi di legittimità, esso garantisce un controllo sulla corretta applicazione della legge da parte della magistratura di sorveglianza, assicurando che le decisioni che incidono sulla libertà personale siano sempre fondate su solide basi giuridiche e su un percorso motivazionale trasparente e coerente. È uno strumento che riafferma il principio di legalità anche quando la condanna è già passata in giudicato.
Che cos’è un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza?
È un provvedimento emesso da un giudice specializzato che decide su questioni relative all’esecuzione di una pena dopo la condanna definitiva, come la concessione di misure alternative al carcere o la risoluzione di reclami dei detenuti.
Per quali motivi si può fare ricorso in Cassazione contro tale ordinanza?
Il ricorso alla Corte di Cassazione è ammesso solo per ‘violazione di legge’. Ciò significa che si può contestare un’errata applicazione o interpretazione di una norma giuridica, oppure un vizio grave della motivazione (ad esempio, se è assente, illogica o contraddittoria), ma non si possono ridiscutere i fatti del caso.
Qual era l’oggetto specifico del caso analizzato nel documento?
Il documento si limita a registrare la proposizione di un ricorso da parte di un condannato avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Milano, senza fornire dettagli sui fatti specifici o sui motivi dell’impugnazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17134 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17134 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 03/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a VERONA il 10/10/1963
avverso l’ordinanza del 16/10/2023 del TRIB. RAGIONE_SOCIALE di Milano
RILEVATO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Considerato che NOME COGNOME dopo avere proposto – tramite il proprio difensore avv.
NOME COGNOME ricorso per cassazione avverso l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza di
Milano indicata in epigrafe, ha regolarmente rinunciato all’impugnazione;
Rilevato che tale rinuncia è causa di inammissibilità del ricorso introduttivo del present
procedimento ai sensi dell’art. 591, lett. d), cod. proc. pen., con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – non ricorrendo ipotesi di esonero – a
versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, determinabile (proprio in considerazione della rinuncia) in euro cinquecento.
P.Q.M.
u
Dichiara inammissibile il rkut e condanna il ricorrente al pagamento delle spese
processuali e della somma di euro cinquecento in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, 03 aprile 2025.