LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso tardivo: quando un appello è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un appello per ricettazione a causa del suo deposito oltre i termini di legge. L’analisi si concentra sul calcolo dei termini per l’impugnazione, sottolineando come un ricorso tardivo comporti la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Guida Pratica ai Termini di Impugnazione Penale

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale che garantisce certezza e ordine. Un ricorso tardivo non è un semplice errore formale, ma un vizio che ne determina l’inammissibilità, precludendo l’esame nel merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione perfetta per analizzare come vengono calcolati i termini di impugnazione e quali sono le severe conseguenze del loro mancato rispetto.

Il Caso: Dalla Condanna per Ricettazione al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il delitto di ricettazione, emessa dal Tribunale di Rimini e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Bologna. L’imputato, riconosciuto responsabile del reato in una forma lieve, era stato condannato a una pena di un anno e quattro mesi di reclusione. Contro la sentenza di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge penale e vizi di motivazione.

Tuttavia, prima ancora di poter valutare la fondatezza delle doglianze, la Suprema Corte si è soffermata su un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso stesso.

La Decisione della Cassazione: Analisi del Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché depositato oltre il termine perentorio stabilito dalla legge. Questa decisione, apparentemente tecnica, si basa su un calcolo rigoroso dei tempi processuali che ogni avvocato deve conoscere e rispettare scrupolosamente.

Calcolo dei Termini e la Non Applicabilità della Sospensione Feriale

Il punto cruciale della vicenda risiede nel calcolo del termine per impugnare. La Corte d’Appello aveva pronunciato la sentenza il 22 giugno 2023, riservandosi 60 giorni per il deposito delle motivazioni. Le motivazioni sono state poi effettivamente depositate il 31 luglio 2023, quindi entro il termine concesso.

Da quel momento, o meglio, dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione, decorre il termine per presentare l’impugnazione. Essendo l’imputato stato dichiarato assente nel giudizio, il termine per impugnare era di 60 giorni, ai sensi degli artt. 544 e 585 del codice di procedura penale.

Un dettaglio fondamentale, richiamato dalla Corte, è che la sospensione feriale dei termini (che solitamente va dal 1° al 31 agosto) non si applica al termine che il giudice ha per depositare la motivazione della sentenza. Questo principio, consolidato da una pronuncia delle Sezioni Unite, ha impedito qualsiasi ‘slittamento’ del calcolo.

La Scadenza Fatale: Quando il Ricorso Diventa Inammissibile

Sulla base di questi presupposti, il termine ultimo per depositare il ricorso per cassazione era fissato per il 30 ottobre 2023. Tuttavia, l’atto è stato depositato solo il 3 novembre 2023, ovvero quattro giorni dopo la scadenza. Questo ritardo, seppur breve, è stato fatale e ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Suprema Corte sono state lineari e ineccepibili dal punto di vista procedurale. Il ragionamento si fonda sul combinato disposto degli articoli 544 e 585 del codice di procedura penale e sulla giurisprudenza consolidata. La Corte ha semplicemente verificato le date: la data di pronuncia della sentenza, il termine concesso per la motivazione, la data di deposito dell’impugnazione. La matematica non ha lasciato spazio a interpretazioni: il ricorso è stato presentato fuori tempo massimo. Non è stato necessario entrare nel merito dei motivi di ricorso, poiché il vizio procedurale ha assorbito ogni altra questione.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha conseguenze molto gravi per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è diventata definitiva, senza possibilità di ulteriore riesame. In secondo luogo, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, l’inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Infine, la Corte ha condannato l’imputato al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende. Questo caso dimostra in modo lampante come, nel diritto, la forma sia sostanza: un ritardo di pochi giorni può vanificare ogni strategia difensiva e rendere una condanna irrevocabile.

La sospensione feriale dei termini si applica al periodo che il giudice ha per depositare le motivazioni di una sentenza?
No, sulla base di un consolidato orientamento della giurisprudenza richiamato nell’ordinanza, la sospensione feriale dei termini non si applica al termine che la legge concede al giudice per il deposito della motivazione della sentenza.

Qual è il termine per impugnare una sentenza penale quando l’imputato è assente e il giudice si riserva un termine di 60 giorni per la motivazione?
In questo caso, come specificato dalla Corte ai sensi degli artt. 544 e 585 del codice di procedura penale, il termine per proporre l’impugnazione è di sessanta giorni.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene depositato dopo la scadenza del termine?
Se un ricorso viene depositato oltre il termine perentorio stabilito dalla legge, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che la Corte non esamina il merito dei motivi e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati