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Ricorso tardivo: quando un appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino avverso un’ordinanza di convalida di un divieto di accesso a manifestazioni sportive (DASPO). La decisione si fonda esclusivamente sulla tardività del ricorso, depositato oltre il termine perentorio di quindici giorni dalla notifica del provvedimento. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, senza che la Corte entrasse nel merito delle motivazioni dell’appello.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso tardivo: La Cassazione dichiara l’inammissibilità per mancato rispetto dei termini

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma veri e propri pilastri che garantiscono la certezza dei rapporti giuridici e la ragionevole durata dei processi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci rammenta l’importanza di questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso tardivo presentato da un cittadino contro un provvedimento restrittivo. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere le conseguenze del mancato rispetto delle scadenze legali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un provvedimento emesso dal Questore, con il quale si faceva divieto a un cittadino di accedere a tutti gli impianti sportivi sul territorio nazionale e dell’Unione Europea per un periodo di cinque anni. La misura, comunemente nota come DASPO, includeva anche l’obbligo di presentazione presso gli uffici di pubblica sicurezza in occasione degli incontri di calcio.

Questo provvedimento era stato successivamente convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale. Ritenendo ingiusta tale decisione, il cittadino decideva di presentare ricorso per cassazione, affidando le sue ragioni a tre distinti motivi.

La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso tardivo

La Suprema Corte, tuttavia, non è mai entrata nel merito dei motivi sollevati dal ricorrente. L’analisi dei giudici si è arrestata a un controllo preliminare, di natura puramente procedurale. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

La ragione di questa decisione risiede interamente nella tempistica della presentazione dell’appello. La Corte ha rilevato che si trattava di un ricorso tardivo, in quanto depositato oltre il termine perentorio stabilito dalla legge.

Le Motivazioni: La Centralità dei Termini Processuali

La motivazione della sentenza è tanto semplice quanto rigorosa. I giudici hanno accertato che l’ordinanza di convalida del GIP era stata notificata al ricorrente in data 28 novembre 2024. Secondo le norme procedurali, il termine per proporre ricorso per cassazione è di quindici giorni.

Il ricorrente, però, ha depositato il proprio ricorso solo il 27 dicembre 2024, ben oltre la scadenza. Questo ritardo ha comportato la decadenza dal diritto di impugnare, rendendo l’atto presentato irricevibile. La Corte ha quindi applicato il principio secondo cui il rispetto dei termini è un presupposto indispensabile per la valida instaurazione del giudizio di impugnazione. L’inosservanza di tale termine impedisce al giudice di esaminare la fondatezza delle doglianze, a prescindere da quanto possano essere valide.

Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Tardivo

Le implicazioni pratiche di questa decisione sono significative. In primo luogo, la dichiarazione di inammissibilità rende definitiva l’ordinanza di convalida del GIP, e con essa il provvedimento del Questore. Il divieto di accesso agli stadi per cinque anni e l’obbligo di firma diventano quindi pienamente efficaci.

In secondo luogo, la legge prevede che la parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile sia condannata al pagamento delle spese del procedimento. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria determinata secondo equità dalla Corte. Questo caso insegna che nel diritto la forma è sostanza: ignorare le scadenze procedurali non solo vanifica le proprie ragioni, ma comporta anche conseguenze economiche negative.

Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre la scadenza prevista dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per tardività. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito delle questioni sollevate, ma si limiterà a respingere l’atto per una violazione procedurale.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso tardivo in Cassazione?
La parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Qual era il termine per presentare il ricorso in questo caso specifico?
Il termine per presentare ricorso per cassazione avverso l’ordinanza di convalida era di quindici giorni dalla data di notifica del provvedimento. Il ricorso è stato depositato ben oltre questa scadenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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