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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato contro una sentenza di condanna. La causa dell’inammissibilità è il mancato rispetto del termine di 30 giorni per l’impugnazione, configurando un ricorso tardivo. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Le Conseguenze di un Appello Fuori Termine

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma veri e propri pilastri che garantiscono la certezza e la stabilità dei rapporti giuridici. Un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre la scadenza prevista dalla legge, può avere conseguenze definitive, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Questo provvedimento ci offre l’occasione per analizzare cosa accade quando non si rispettano le tempistiche per impugnare una sentenza.

L’Analisi del Caso Giudiziario

I fatti alla base della decisione sono lineari. Un individuo, condannato dal Tribunale per reati previsti dal Codice della Navigazione e dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, decide di presentare ricorso per Cassazione. La sentenza di condanna era stata emessa e depositata con motivazione contestuale in data 16 maggio 2024. Tuttavia, il ricorso contro tale decisione veniva depositato solo il 1° luglio 2024.

L’Importanza dei Termini nel Ricorso Tardivo

La legge processuale penale stabilisce termini perentori per le impugnazioni. Nel caso specifico, trattandosi di un imputato assente e di una sentenza con motivazione depositata contestualmente alla lettura del dispositivo, il termine per proporre ricorso era di 30 giorni. Questo termine inizia a decorrere dalla data della sentenza, ovvero dal 16 maggio 2024. Un semplice calcolo rivela che il termine ultimo per depositare l’appello scadeva a metà giugno. Il deposito effettuato il 1° luglio era, quindi, palesemente avvenuto dopo la scadenza, configurando un classico caso di ricorso tardivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

Di fronte a questa evidenza, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso. I giudici hanno sottolineato come il mancato rispetto del termine di 30 giorni per impugnare costituisca una barriera insormontabile all’esame del merito della questione. La tardività dell’atto impedisce al giudice di valutare le ragioni e le doglianze del ricorrente, indipendentemente dalla loro potenziale fondatezza.

Le Conseguenze Economiche di un Appello Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’articolo 616 del codice di procedura penale prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso, la parte che lo ha proposto sia condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la norma impone il versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la Corte ha fissato tale somma in tremila euro, determinandola in via equitativa. Si tratta di una sanzione pecuniaria che si aggiunge alle spese legali, aggravando la posizione del ricorrente.

Le motivazioni

La motivazione della Corte è puramente procedurale e si fonda su un principio cardine del diritto: la perentorietà dei termini. La legge stabilisce scadenze precise per garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo. Consentire impugnazioni oltre i termini significherebbe creare un’incertezza perpetua sull’esito dei giudizi. La decisione si basa quindi sulla constatazione oggettiva che il ricorso è stato depositato oltre il termine di 30 giorni, senza necessità di entrare nel merito delle argomentazioni difensive.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale: nel processo, la forma è sostanza. Il rispetto dei termini procedurali è un requisito essenziale per poter esercitare il proprio diritto di difesa. Un ricorso tardivo non viene esaminato, e la sentenza impugnata diventa definitiva. Oltre a precludere ogni possibilità di riforma della decisione, l’errore procedurale comporta anche significative conseguenze economiche. Questo caso serve da monito sulla necessità di una gestione attenta e diligente delle scadenze processuali per evitare esiti irrimediabilmente pregiudizievoli.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era un ricorso tardivo, cioè è stato depositato dopo la scadenza del termine di 30 giorni previsto dalla legge per impugnare la sentenza.

Qual era il termine esatto per presentare il ricorso?
Il termine era di 30 giorni a partire dalla data in cui la sentenza di primo grado è stata letta e depositata con motivazione contestuale, ovvero dal 16 maggio 2024.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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